Un tributo alla personalita' del grande ballerino e una lettura contemporanea dei codici artistici che lui volle inserire nel sistema dell'arte mondiale. Oltre ai materiali fotografici, poster e composizioni grafiche, la mostra presenta al pubblico gli schizzi di decorazioni per i balletti Il lago dei cigni e La Bajadera. In occasione della IV edizione del Premio Gorky.
a cura di Elena Lebedeva
Il 21
maggio presso le sale di villa Lysis a Capri apre una mostra, che resterà
esposta fino ad Ottobre, dedicata a Rudolf Nureyev, uno dei ballerini più
brillanti del Novecento. Arbitro di moda sul palco, fu anche il pioniere nella vita.
I suoi spettacoli generarono
delle vere ondate di “rudi-mania”, alcune delle sue azioni lo facevano criticare
e ammirare nello stesso tempo, scatenando sempre di più l’interesse del pubblico
nei confronti della sua personalità e della sua
arte.
Organizzatori della mostra:
Fondazione Chernomyrdin (Russia), Associazione Premio Gorky (Russia/Italia), Comune di
Capri.
Nureyev ha rivoluzionato il balletto. Grazie a lui,
l’uomo-ballerino è diventato altrettanto importante sul palco quanto la
ballerina. La danza di Nureyev ipnotizzava gli spettatori con la propria potenza
e la pura espressività. Per una maggiore espressività, usciva sul palco con
indosso solamente la calzamaglia e il sospensorio. I critici spesso gli
rimproveravano l’eccessiva nudità e le sortite scandalose. Invece per Nureyev,
così come per Nizhinskij e Isadora Dunkan, questo aveva più che senso: non
voleva presentare il ballo come tale, ma la bellezza del corpo umano che si
dissolve nel movimento.
Nei confronti di Nureyev è lecito
ricordare il proverbio russo che dice: “chi ha talento lo dimostra ovunque”.
Infatti, oltre ad essere ballerino capace di esibirsi, con la stesa perfezione,
nei balletti classici e moderni, era musicista, attore, regista. In più, era un
manager di successo
(dirigeva il Grand Opèra di Parigi), nonce un eccezionale esparto di PR, munito
del talento di ottenere i dividend da tutte le sue azioni, sia eroiche che
scandalose.
La vita e l’arte del leggendario ballerino del
Novecento furono oggetti di molte mostre, in cui al pubblico venivano
presentati, oltre alle foto, i costumi nelle quali Nureyev usciva sul palco. La
mostra “Nureyev. La Danza” sposta l’accento principale sulla percezione
dell’arte dell’eccelso ballerino da parte dei partecipanti reali dell’odierno
processo artistico. L’obiettivo della mostra è quello di trasmettere al pubblico
la maestria artistica che tempo generò le ondate di “rudi-mania” e che tuttora
rimane una fonte di ispirazione.
Elena Lebedeva, curatrice della mostra “Nureyev.
La Danza”:
I costumi di Nureyev sono eccezionalmente belli e curiosi (il
ballerino fu addirittura autore di un
modello di calzamaglia con un particolare taglio della zona delle
ascelle). Ma il semplice fatto che Nureyev si esibiva con addosso un certo
tipo di scarpe da ballo o di pantaloni dice poco della sua arte. Perciò abbiamo
scelto una strada diversa: abbiamo deciso di presentare le foto, segni di
movimento, dove lo stile del ballerino è più percepibile. Inoltre abbiamo
incluso i poster e i disegni grafici in cui i giovani disegnatori trasmettono il
proprio modo di percepire la plastica di Nureyev e la sua
personalità.
In occasione della mostra è stato svolto un
concorso speciale delle opere grafiche tematicamente legate sull’arte di
Nureyev. Le opere più belle sono state selezionate per essere esposte a villa
Lysis. La mostra “Nureyev. La Danza” non è dunque soltanto un tributo alla
personalità del grande ballerino, ma una lettura contemporanea dei codici
artistici che lui volle inserire nel sistema dell’arte
mondiale.
L’esposizione si articola in varie sezioni: “La
plastica della danza”, “Il culto del corpo”, “I grandi duetti”, “Le quattro
età”.
La plastica della danza
“Il
movimento è una parte di me, io sono una parte del movimento”, scrisse Rudolf
Nureyev nella sua Autobiografia.
Possedeva la capacità di comunicare con il proprio corpo, traducendo la musica
in movimento. Lo dimostra la sezione della mostra composta da alcune fotografie
accanto alle composizioni grafiche richiamate a esprimere la drammaturgia della
danza di Nureyev e le emozioni che lui stesso provava e faceva provare agli
spettatori. La danza “è un gioco non con la vita, ma con la morte, vincere o
morire”, l’eccelso ballerino caratterizzava così la propria visione del
balletto.
Il culto del
corpo
“Fare del corpo l’unico strumento, di cui ogni parte funziona
armoniosamente e serve a un obiettivo comune”. Nureyev attribuiva un grande
significato alla “logica del corpo in cui (...) un minuscolo movimento del piede
viene trasmesso al corpo e può influenzare la posizione della mano, della testa
e persino degli occhi” (la citazione tratta da Autobiografia di R. Nureyev). Il
ballerino era bello come una divinità antica, ciò nonostante non smetteva mai di
perfezionare il proprio corpo trasformandolo nello “strumento unico nel suo
genere”. Questa sezione è una testimonianza eloquente e suggestiva di questo
lavoro titanico.
I grandi
duetti
“Se tra te e il tuo partner non c’è comprensione e confidenza, non
è tanto importante quanto bene sai ballare. Vi potete odiare nella vita, ma ciò
che succede sul palco si chiama amore” (Tratto da un’intervista di R. Nureyev).
Nureyev si esibiva insieme ai grandi ballerini del suo tempo: Natalia
Dudinskaja, Margot Fontein, Ivette Shovire, Eric Bruhn e molti altri. Sapeva
apportare al duetto qualcosa che faceva salire i partner su un nuovo livello. Lo
dimostrano i materiali espositivi inclusi in questa sezione della
mostra.
Il cittadino
del mondo
“Sono venuto al mondo con il tonante rumore di un treno come
ninnananna. /.../ Mi sembra molto simbolico il fatto di esser nato lungo la
strada tra due stazioni. Il destino stesso predeterminò il mio essere
cosmopolita. Sin dalla nascita non sentivo di appartenere a nessun posto né a
nessuna casa”, affermò Nureyev nella sua Autobiografia. “Sono un nomade, un eterno
vagabondo,
felice di esserlo. Ho la sensazione di vivere con una valigia sotto il braccio,
soleva dire. La mia terra è il mio lavoro in questo preciso momento”. La sezione
della mostra propone al pubblico tre fotografie di diversi periodi della sua
vita, scattate rispettivamente nell’URSS, a Londra e a Parigi; queste foto
rispecchiano perfettamente la geografia vitale della stella del balletto
mondiale.
Le quattro
età
“Alla fine del cammino ci può essere anche la morte, ma nonostante
tu lo sappia, continui ad andare avanti, trovi nuove forze e prendi nuove
decisioni là dove gli altri si affiderebbero alla provvidenza” (Tratto da
Autobiografia di Rudolf Nureyev). La
sezione è richiamata a llustrare il fatto che i successi di Nureyev furono
frutto di un enorme sacrificio. Gli anni avevano cambiato Nureyev, ma lui ha
conservato sempre una sfrenata sete di creazione che permetteva al ballerino
50-enne allora malato di rimanere impeccabile e brillante sul palco,
costringendolo, ormai incapace di ballare, di mettere in scena i balletti e
dirigere gli spettacoli.
Oltre ai materiali fotografici, poster moderni e composizioni
grafiche la mostra presenta al pubblico gli schizzi di decorazioni per i
balletti “Il lago dei cigni” e “La Bajadera”, in cui si esibì Nureyev. Il
modello delle decorazioni per il balletto “La Bajadera” è stato ricostruito
secondo i disegni originali. Uno degli spazi di villa Lysis è stato perciò
trasformato in un palco dei tempi di Nureyev, offrendo al visitatore la
possibilità di percepire l’ambiente teatrale che circondava il grande
ballerino.
Un altro punto importante della
mostra è quello di una magnifica vista sull’isola Li Galli di cui Nureyev era il
proprietario e dove lui trascorse gli ultimi anni della sua vita. Dalle sale
principali di villa Lysis l’isola si vede distintamente. Forse è questo il
motivo per cui i capresi sono stati i primi a ricordarsi del prossimo doppio
giubileo di Rudolf Nureyev: infatti, il 2013 è nello stesso tempo il
75/o anniversario della nascita e il
20/o anniversario della scomparsa
del ballerino.
Ideatori e organizzatori della mostra: Fondazione Chernomyrdin
(progetto ambientato nel programma “Dialogo tra culture”) e Associazione
italo-russa Premio Gorky.
Svetlana
Chernomyrdina,
fondatrice della Fondazione Chernomyrdin, organizzatrice della mostra: La
Fondazione Chernomyrdin allestisce questa mostra nell’ambito del programma
“Dialogo tra culture”. Nureyev è interessante non solo per la sua arte ma anche
per il suo destino. Inserito nella lista nera dei sovietici partiti per l’estero
e decisi di non tornare più in URSS, Nureyev sempre metteva in evidenza la
priorità dell’arte di fronte alla politica e alle frontiere nazionali. La sua
arte appartiene al patrimonio culturale di diversi paesi ed supera quindi i
limiti degli stati nazionali. Uno degli obiettivi che gli organizzari si sono
posti nel corso della preparazione della mostra sta nell’intenzione di stimolare
l’approccio creativo, molto vicino allo stesso artista cosmopolita che sapeva
varcare i confini tra i generi artistici, scuole nazionali, cultura classica e
innovazioni.
Organizzatori della mostra
La mostra è organizzata da Fondazione Chernomyrdin, Associazione
Premio Gorky e Comune di Capri.
La Fondazione sociale regionale Chernomyrdin fu istituito da Viktor
Chernomyrdin nel 1999, qualche mese dopo che lui abbandonò la carica del primo
ministro di Russia. L’attuale attività della Fondazione si articola in tre
direzioni: programma internazionale “Dialogo tra culture”, Associazione Premio
Gorky (Italia-Russia), programma regionale dello sviluppo della regione
Orenburg. Tutti i tre programmi furono lanciati con l’attiva partecipazione di
Viktor Stepanovich Chernomyrdin.
L’Associazione Premio Gorky è stata istituita con lo scopo di
promuovere la letteratura russa contemporanea in Italia e viceversa, attirare
più attenzione al mestiere del traduttore, contribuire allo scambio perpetuo tra
le culture.
Il programma “Dialogo di culture” si propone di promuovere i
migliori esemplari della cultura russa e mondiale. Le iniziative inserite nel
programma sono richiamate a dare l’appoggio agli artisti, la cui arte oltrepassa
i confini nazionali e diventa mondiale, unendo tradizioni locali, paesi, popoli
e culture.
Organizzatrice
della mostra:
Svetlana Chernomyrdina, istitutrice della Fondazione Chernomyrdin, direttrice
del programma “Dialogo tra culture”.
Curatrice della mostra: Elena Lebedeva, esperta d’arte, direttrice
della sezione di relazioni pubbliche del Laboratorio di progettazione museale
(Russia).
Partner
della mostra:
Museo di arte teatrale e musicale (San
Pietroburgo)
Teatro Accademico Mariinskij (San
Pietroburgo)
Laboratorio di progettazione museale dell’Istituto russo di
culturologia (Mosca)
Università
di stampa Ivan F?dorov
(Mosca)
Accademia statale di studi artistici e industriali S. G. Stroganov
(Mosca)
info@premiogorky.com
http://premiogorky.com
Press e
Comunicazione :
capripress@capripress.com
cell : 081
8375449
Inaugurazione 21 maggio 2012
Villa Lysis
via Lo Capo - Capri (NA)