The body the soul. Una ricerca fotografica sul corpo e sulla danza: corpi d'acciaio, figure leggiadre, perfezione, sublimazione e sudore.
“La danza è una forma originaria dell'esserci umano... e al tempo stesso una forma originaria dell'essere in generale... è la verità e al tempo stesso la giustificazione dell'essere stesso del mondo, la più inconfutabile ed eterna di tutte le teodicee. Non insegna nulla, non discute nulla - incede maestosamente, e con questo incedere maestoso porta alla luce il fondamento di ogni cosa: non volontà e potenza, non angoscia e pena, non tutto ciò che vuole imporsi all'esistenza, ma ciò che è eternamente signore di sé e divino. La danza è la verità di ciò che è, ma, nel modo più immediato, la verità di ciò che vive". (W. F. Otto)
Nella mia ricerca fotografica, ho da sempre indagato e interpretato la figura umana, che per me costituisce quasi un’ossessione, una perenne curiosità di conoscere e riproporre secondo la mia personale visione, questo soggetto ancora così misterioso e arcano, nonostante la facilità e disinvoltura estrema con cui il corpo viene oggi invece presentato e proposto.
In questo mio percorso, mi sono così inevitabilmente accostato al mondo della danza, suprema celebrazione del corpo umano.
Solo allora ho trovato quello cercavo: l’anello di congiunzione tra il corpo e l’anima, l’estrema sublimazione della fisicità umana.
La danza è stata da sempre un’esigenza istintiva dell’uomo per trasmettere i suoi desideri, rappresentare la sua identità culturale, esprimere se stesso e, alla fine, avvicinarsi al divino. Di pari passo l’arte ha interpretato questa esigenza primordiale fino ai tempi contemporanei, partendo dagli antichi graffiti, pitture rupestri, statuette votive, passando per le arti figurative (come non ricordare gli Impressionisti…) e la scultura, fino ad arrivare alla fotografia e alla rappresentazione in video.
La danza stessa è forma d’arte e precisamente “arte del corpo in movimento”, l’unica arte che si svolge nel tempo e nello spazio. E come ogni espressione artistica, essa è il compendio di lavoro, sacrificio e dolore che si rivelano in quelle sublimi movenze. E’ il corpo a muoversi, ma da esso si sprigiona l’anima: ed è questo il sommo atto artistico.
La danza è quindi una forma d’arte a cui si deve solo assistere per poterne godere ed apprezzare il significato, proprio per la sua intrinseca peculiarità del movimento.
La fotografia sembrerebbe quindi l’antitesi della danza, la meno adatta a coglierne il significato, in quanto “blocca” in un fotogramma un solo gesto, una sola espressione di tutto un contesto gestuale.
E questo è vero se consideriamo la fotografia un mero mezzo documentativo. Ma la fotografia non è solo questo. Essa stessa è diventata e riconosciuta universalmente una forma artistica, nella quale lo strumento fotografico è solo un mezzo espressivo dell’artista, non il protagonista tecnico com’era un tempo considerato.
Ed è stato proprio con l'uso delle ultime pellicole Polaroid, non più in produzione ormai, che ho potuto realizzare completamente questo mio desiderio. Queste figure leggiadre mi hanno totalmente affascinato e coinvolto nel loro incantevole mondo, tanto da sentire in modo imperioso l’esigenza di trasmettere a mia volta queste emozioni, rivelare l’aura e l’anima di queste creature.
Loro hanno danzato per me, regalandomi la loro bellezza e il loro incanto, ma anche la fatica e il sudore che sono sempre la base per arrivare alla perfezione, alla sublimazione ultima. Ho scoperto dei corpi eterei d’acciaio, frutto di tenace volontà, dedizione e soprattutto amore e passione per questa forma artistica chiamata erroneamente “professione”. Ho provato a catturare il loro magico flusso, il segreto di un pensiero, l’impercettibile gesto che sottende l’intera armonia. Ho fermato i loro passi, ma per moltiplicarli all’infinito. Ho ricamato la leggerezza dei loro volteggi e accarezzato i loro corpi eterei. Ho costruito per loro le quinte di una dimensione onirica dove farli danzare.
Ho interpretato i loro drammi e raccontato le loro storie. Ho cercato di trasmettere il fruscio delle loro vesti e la musica che li accompagna. Ho visto via via la dolcezza, la tristezza, la sofferenza e la soavità nei loro sguardi. Ho contrapposto l’eleganza e la leggiadria di un momento con l’impeto e la veemenza di un intenso ardore. Ho disegnato la perfetta simmetria di un gesto e la grazia di una silhouette accennata.
E soprattutto li ringrazio per avermi donato, attraverso il loro corpo, la loro anima.
Euro Rotelli
Inaugurazione 21 maggio ore 18
Mimara museum
Trg Franklina Delanoa Roosvelta 5 - Zagreb