Fondazione Adriano Olivetti
Roma
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Along the Egnatia
dal 14/4/2003 al 30/4/2003
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Segnalato da

Francesca Limana




 
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14/4/2003

Along the Egnatia

Fondazione Adriano Olivetti, Roma

'Memories of displacement in between Rome and Istanbul'. La Via Appia e successivamente chiamata Via Egnatia e' un'antica strada romana che fu costruita lungo il Sud Italia, l'Epiro, la Macedonia e la Tracia per collegare Roma a Bisanzio, le capitali dell'impero romano occidentale e orientale. Questa strada e' stata muta testimone - nell'ultimo secolo, dalla caduta dell'Impero Ottomano fino ai flussi di Rifugiati di oggi - del drammatico spostamento di milioni di Albanesi, Armeni, Bulgari, Greci, Slavi, Turchi, Curdi, Afgani, Iracheni rifugiati e immigrati provenienti dal Sud o dall'Est dell'Europa Occidentale.


comunicato stampa

memories of displacement in between Rome and Istanbul

un progetto di Osservatorio Nomade

all'interno del progetto ON/Salento

La Via Appia - da Roma ad Otranto - e successivamente chiamata Via Egnatia è un antica strada romana che fu costruita lungo il Sud Italia, l'Epiro, la Macedonia e la Tracia per collegare Roma a Bisanzio, le capitali dell'impero romano occidentale e orientale.

Lungo la Via Egnatia milioni di persone sono state costrette a peregrinare dopo aver abbandonato la propria terra.

Questa strada è stata muta testimone - nell'ultimo secolo, dalla caduta dell'Impero Ottomano fino ai flussi di Rifugiati di oggi - del drammatico spostamento di milioni di Albanesi, Armeni, Bulgari, Greci, Slavi, Turchi, Curdi, Afgani, Iracheni rifugiati e immigrati provenienti dal Sud o dall'Est dell'Europa Occidentale.

Along the Egnatia memories of displacement in between Rome and Istanbul intende ricostruire le esperienze di questi flussi migratori attraverso le testimonianze di centinaia di persone che hanno vissuto in prima persona questo drammatico attraversamento.

Martedì 15 aprile il progetto Along the Egnatia sarà presentato alla Fondazione Adriano Olivetti di Roma. In questa occasione sarà inaugurata la prima Agenzia in Viaggio europea che si preoccuperà di raccogliere e registrare le testimonianze delle esperienze sulla Via Egnatia. Inoltre saranno esposti 18 metri di chianche di pietra leccese provenienti dalla Cave di Cursi in Salento (l'italiana Finis terrae verso l'est laddove comincia la Via Egnatia) - su cui si potrà scorgere incisa sulla costa la mappa del percorso della Via Appia/Via Egnatia da Roma a Istanbul. Questi 18 metri di pietre della memoria viaggeranno il 30 aprile dalla Fondazione al Centro Interculturale Monte Ararat di Roma dove si raccoglieranno altre testimonianze, altre storie da collezionare che comporranno il primo chilometro della Via Appia/Egnatia.

Altri chilometri di pietre della memoria saranno disposti ad Otranto - luogo principe di transizione, di attraversamento, testimone di migliaia di tentativi di fuga - e successivamente a Salonicco e ad Istanbul.

A partire dal 15 aprile saranno coinvolti centinaia di emigrati che raccontando la loro esperienza - dall'abbandono della propria terra, all'attraversamento della Via Egnatia - trasformeranno ogni pietra in una storia, memoria del lungo tragitto fino ad Istanbul. Le testimonianze saranno raccolte a Roma - alla Fondazione Adriano Olivetti - e successivamente alla KunstWerke di Berlino (in occasione della mostra Territories curata da Anselm Franke) e al Palais de Tokyo di Parigi (in occasione della mostra GNS general navigation system a cura di Nicolas Bourriaud). Le tre principali città europee che hanno testimoniato il grande flusso immigratorio accogliendo comunità oggi molto radicate nel territorio (si pensi a quella armena a Parigi o la curda a Roma).

La Via Egnatia di chianche leccesi costituirà un atlante di memorie.

Un monolite frammentato che viaggerà da Roma ad Istanbul passando per Otranto e Salonicco, dove le storie collezionate saranno disposte nei luoghi dell'esperienza e dove altre storie da collezionare saranno incise sulle pietre.

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ON/Salento
Il progetto Along the Egnatia è una fase del progetto transdisciplinare di ricerca ON/Salento svoltosi la scorsa estate nel Salento, promosso dalla Fondazione Adriano Olivetti, dalla provincia di Lecce e dall'Unione dei Comuni Idruntini. ON/Salento risponde alla necessità di fornire strumenti nuovi per la lettura e l'interpretazione di luoghi che sono alla ricerca di riqualificazione e riconversione. Il territorio di Cursi e dei Comuni Idruntini è infatti caratterizzato da innumerevoli cave di pietra abbandonate che, pur essendo luoghi suggestivi, hanno trasformato in modo drammatico la geografia del territorio e hanno segnato un'epoca, ormai conclusa, che si basava sull'economia della pietra. Il progetto ON/Salento si fonda su di una modalità di intervento sperimentale, di pratiche spaziali esplorative, di ascolto, relazionali, conviviali e ludiche che si realizzano attraverso dispositivi di interazione creativa che coinvolgono gli abitanti e gli archivi della memoria. Attraverso tali pratiche si realizzano contemporaneamente diverse finalità: oltre ad essere un inedito strumento di conoscenza contribuisce a promuovere la diffusione di una maggiore consapevolezza della popolazione nei confronti del proprio territorio e si forniscono spunti per una possibile diversa utilizzazione dei luoghi. Il progetto ha quindi preso le mosse da un approccio al territorio di conoscenza diretta, di lettura e di ricerca. A partire da una residenza per artisti, che si è svolta nell'antica Masseria Torcito a Cursi dal 21 luglio al 5 di agosto, sono stati realizzati una serie di interventi sul territorio che saranno presentati alla Fondazione Adriano Olivetti attraverso documentazioni, mappe, immagini e materiale audio e video.
Tra gli interventi realizzati, e di cui sarà in mostra la documentazione, vi è l' Osservatorio Nomade/TV, una serie di documentari realizzati sul territorio e con gli abitanti del luogo che affrontano varie tematiche e che sono stati proiettati nel periodo della residenza nelle piazze dei comuni idruntini; i percorsi delle installazioni sonore, una serie di strumenti/sculture che suonano con il vento che sono stati disseminati sul territorio per tracciarne una mappa sonora e scoprire nuove sonorità legate ai luoghi, sino all'evento finale dove all'interno di una grande cava di pietra abbandonata, è stato installato l'amacario, centinaia di metri di tela bianca che passavano da un ulivo all'altro a formare un sistema di amache dove, con una festa serale, è stata invitata a parteciparvi tutta la popolazione dei dintorni. In concomitanza a tale evento è stato realizzato il Monumento alle vittime del canale di Otranto, a memoria di tutti quegli extracomunitari che hanno trovato la morte nel tentativo di sbarcare sulle coste italiane. Il Coro Polifonico albanese di Lapardha è salito alle prime luci dell'alba sull'antica Torre del Serpe, torre di avvistamento sulla costa di Otranto, e ha eseguito canti dalla tradizione popolare albanese al sorgere del sole: simbolico tentativo per promuovere lo scambio culturale e l'integrazione tra le diverse nazioni che si affacciano su quel versante del Mediterraneo.

inaugurazione martedì 15 aprile 2003 alle ore 19.00

sarà visibile fino al 30 aprile 2003
tutti i giorni - escluso sabato e domenica - dalle 10.00 alle 18.00
ingresso libero

info 06 6877054

more info http://www.stalkerlab.it

Ufficio Stampa
Francesca Limana
tel. 06 6872221

Fondazione Adriano Olivetti
Sala Roberto Olivetti
Roma, Via G. Zanardelli, 34

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