Mutazioni. Il rapporto, spesso tutt'altro che indolore, tra l'uomo e la societa' e, di riflesso, la tecnologia, fa da trait d'union all'eclettica produzione di Siro Altini Ceresa. Una denuncia talvolta urlata, talaltra sottilmente definita tra le righe, ma pur sempre destinata a ripercuotersi sulla coscienza di chi ammira i suoi lavori.
Mutazioni
a cura di Adelinda Allegretti
Testo desunto dal catalogo:
"Il rapporto, spesso tutt'altro che indolore, tra l'uomo e la società e, di
riflesso, la tecnologia, fa da trait d'union all'eclettica produzione di Siro
Altini Ceresa, giovane artista di origini milanesi che vive e lavora nella
provincia di Verona e che per la prima volta torna nella sua città natia con una
mostra personale.
Una denuncia talvolta urlata, talaltra sottilmente definita tra le righe, ma pur
sempre destinata a ripercuotersi sulla coscienza di chi ammira i suoi lavori. Ne
I diversi, quelle che risultano essere tre entità -ma potremmo anche definirle
semplicemente personalità - rompono quella sottile trama (sono forse le relazioni
sociali, a volte così rigide ed incrollabili?) ed a fatica volti e parti
indistinte di corpi altrettanto indefiniti fuoriescono da un fondo che sembra
appiattire tutto e tutti. In Tribù, in maniera altrettanto decisa, Altini Ceresa
condanna la società cosiddetta "civile" che per anni ha usato forza e violenza
nei confronti di popolazioni indigene, sino al loro perlopiù totale
annientamento. Una grata e tutt'intorno un elenco -Mohican, Masai, Apalai e giù
sino ai Tupinanba- che la nostra tradizione occidentale facilmente ci aiuta a
ricollegare ai nomi incisi su una lapide.
Si parlava anche di una denuncia più sottile, forse più difficile da
identificare, ma che di certo una volta determinata non manca di suscitare
emozioni se possibile ancora più forti nello spettatore. Prendendo spunto dalla
secolare tradizione del doppio ritratto, Altini Ceresa in due tondi fissa le
effigi di un re e della sua consorte. Niente di strano sin qui, se non fosse per
la mutazione subita dagli arti del primo e dal volto della seconda. Immagini che
gelano il sangue, preludio di un innesto tra uomo e macchina già anticipato da
molta letteratura e dal cinema. L'antiutopismo che diviene realtà . L'incubo
verso cui ci porta il progresso tecnologico."
Adelinda Allegretti
Mercoledì 16 aprile 2003 - dalle ore 18 alle 22
Sarà presente l'Artista
L'esposizione rimarrà aperta dal 10 aprile al 5 maggio 2003.
Orari: 11-13/15,30-19,15; chiuso domenica, lunedì mattina.
Bianca Maria Rizzi, Via Molino delle Armi, 3 - Milano
Tel. 02-58314940