Obraz
Milano
vicolo Lavandai, 4
02 87394007, 339 6312241
WEB
Enrico e il rinoceronte
dal 15/4/2003 al 8/5/2004
339 6312241
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Obraz



approfondimenti

Paolo Maggis



 
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15/4/2003

Enrico e il rinoceronte

Obraz, Milano

Mostra personale di Paolo Maggis. Una mostra nella quale la memoria, la nostalgia dei ricordi e il gioco col pubblico diventano centrali al lavoro dell'artista. Nel suo repertorio d'immagini: corpi, ritratti, l'arredamento dell'appartamento d'amici o quello 'sgangherato' del proprio studio, talvolta paesaggi metropolitani, diventano i soggetti dipinti di una realta' in cui le immagini sembrano voler contribuire all'incertezza dei nostri tempi.


comunicato stampa

Lo spazio culturale Obraz inaugura mercoledì 16 aprile la mostra personale dal titolo 'Enrico e il rinoceronte' di Paolo Maggis. La mostra è curata da Caterina De March. Maggis nasce a Milano nel 1978. Artista molto giovane è già conosciuto nell'ambiente artistico nazionale. Dopo aver studiato presso l'Accademia di Brera, organizza presso la nostra galleria la sua quinta mostra personale. Ha attirato l'attenzione su di se con dei quadri di lottatori di forte impatto emotivo al suo esordio milanese ma sempre il tema della figura è stato protagonista del suo lavoro. Maggis per questa mostra crea una installazione di due quadri giustapposti. Come soggetto lo stesso bambino e il circondario ludico della sua esistenza, immagini come memorie infantili intime che riemergono simili a scorci sognanti dal passato. Così Enrico, cioè il soggetto, gioca con un innaffiatoio da mare che diventa unico soggetto di un quadro, o gioca a cavalcioni di un rinoceronte di pietra sulla camminata che si affaccia da Lugano sul lago.

Si possono ricordare tra le mostre più importanti di Maggis 'I volti neri' organizzata nel novembre 2000 presso il nostro spazio, 'Amici Miei', giugno 2002 organizzata presso Arte ed Altro di Gattinara e 'Life' conclusa nel recente febbraio presso la galleria Nuova Artesegno di Udine. Le radici del suo lavoro si possono ritrovare nella grande tradizione di pittura di figura da Fatting a Marlene Dumas, da David Hockney a Francis Bacon e ad altri artisti che poco hanno a che spartire con la pittura come Wolfgang Tillmans.

'Enrico e il rinoceronte'
La prima volta che ho incontrato Paolo Maggis lavoravo ad una sua intervista. Le poche domande che mi ero preparata, inaspettatamente, avevano provocato l'accorato disappunto e lo sfogo che solo un giovane artista toccato nel vivo delle sue convinzioni poteva esprimere: 'le mie tele non dicono nulla, non vogliono e non devono dire nulla'.
Pensai: 'Chiunque osservi un dipinto è sottoposto a degli stimoli le cui reazioni non possono essere negate'. Vivere l'arte può voler dire condividere, negare o avvicinare sentimenti altrui.
Caterina De March

'Enrico e il rinoceronte' è la mostra nella quale la memoria, la nostalgia dei ricordi e il gioco col pubblico diventano centrali al lavoro dell'artista.
Il ragazzo del 'no' alla dialettica, stavolta, si è esposto e nel gioco delle parti si è fatto autore e spettatore delle nostre emozioni. Per la prima volta Paolo Maggis comunica scientemente stimolando l'osservatore con oggetti della memoria comune che diventano fonemi di un dialogo col passato. Un'altalena invade lo spazio reale e diventa liaison tra noi ed Enrico, tra il bambino e i suoi giochi. La scena è reale, vera, eppure inspiegabilmente fredda e misteriosa. Come sempre Maggis porta sulla tela un frammento di vita e lo fa confondendoci per poi lasciarci liberi di condurre un singolare dialogo tra noi e i ricordi. Liberi, con la fatica e il sottile dolore che questo comporta.

Le immagini costituiscono il terreno di mediazione della comunicazione e, oggi che comunicare dipende sempre meno dal sentire individuale dell'artista e sempre più da un sentire comune, l'opera di Maggis può considerarsi come una delle poche, originali, filiazioni di quella propaggine di pittori, fotografi e video maker che negli ultimi anni hanno fatto del mondo giovanile, già pesantemente sfruttato dalla pubblicità e dalla moda, la loro principale fonte d'ispirazione.
Originale, perché nei dipinti di Maggis non c'è la retorica del fashion style di matrice americana riversatosi su tanta produzione artistica italiana fine anni Novanta. Non c'è univocità di lettura. Porsi di fronte ad un dipinto di Maggis significa innescare un processo associativo ogni volta personale e unico.
Come nelle immagini catturate dall'obiettivo di Wolfgang Tillmans o nei desolati paesaggi suburbani creati da Botto & Bruno, i giovani che abitano lo spazio di una rappresentazione sono figure senza identità, icone del nostro tempo, soggetti presenti e assenti al tempo stesso, individui senza storia in situazioni comuni, dove chiunque può ritrovare una parte di sé o della propria storia.

Nel suo repertorio d'immagini: corpi, ritratti, l'arredamento dell'appartamento d'amici o quello 'sgangherato' del proprio studio, talvolta paesaggi metropolitani, diventano i soggetti dipinti di una realtà in cui le immagini sembrano voler contribuire all'incertezza dei nostri tempi.
Dai corpi nerboruti e oscuri di 'Duel' (2000) ai ragazzi coloratissimi e stereotipati di 'Amici miei' (2002) e ancora attraverso le carni, ugualmente tenere e macabre, di una sconcertante serie di neonati, Paolo Maggis, con 'Enrico e il rinoceronte', porta allo Spazio Obraz il gioco, in un nuovo e più stringente rapporto col visitatore.
Caterina De March

Obraz
Vicolo Lavandai 4
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