Ecos Gallery
Roma
via Giulia, 81/a
06 68803886
WEB
Ada Costa
dal 25/5/2012 al 16/6/2012
mar, mer, gio 11-13 e 16.30-19.30; ven, sab 11-13 e 17-20

Segnalato da

Flavio Alivernini



approfondimenti

Ada Costa
Anna D'Elia



 
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25/5/2012

Ada Costa

Ecos Gallery, Roma

Il calore minimalista. Il corpo e lo spazio sono, da circa trent'anni, al centro della ricerca dell'artista che, al rigore minimalista delle geometrie pure, aggiunge il calore del vissuto.


comunicato stampa

a cura di Anna D’Elia

Nelle geometrie trasparenti di Ada Costa un laser rosso incide tagli come ferite. Il corpo e lo spazio sono, da circa trent’anni, al centro della ricerca dell’artista che, al rigore minimalista delle geometrie pure, aggiunge il calore del vissuto. Non un corpo neutro, quello di cui Ada Costa reca testimonianza e raccoglie tracce, ma un corpo di donna eternamente tradita. Mani e occhi disegnano linee e traiettorie, come i fili di luce che annodano nello spazio storie di desiderio e dolore, vincite e perdite.

Ogni opera esibisce nella scelta delle forme, dei materiali, dei colori e dei simboli, la dialettica del doppio. Geometrico e organico, mentale e carnale convivono in cerchi di ferro antico colmi di rosse cere e in vitrei mattoni attraversati da raggi laser.

Ogni sua opera è figlia di uno spazio, nasce dalle linee, i punti, i colori, i materiali da cui è composto, le sculture trasformano infatti il luogo reale in ambienti simbolici abitabili e percorribili. Il suono è sottofondo costante di queste installazioni. La percezione, al di là della barriera imposta da pareti e soffitti, restituisce l’emozione di un’apertura al possibile, materializzando l’utopia di un’arte come agente di metamorfosi.

Sono opere che inquietano, rompono equilibri, destabilizzano certezze, creano turbamento, svelano inganni. La conquista di nuove dimensioni comporta, sempre, la distruzione del vecchio: il processo non è mai indolore. I laser pungenti e penetranti, spingendosi nello spazio più dell’occhio e della mano, inducono a ripensare i rapporti tra organico e tecnologico e a ridefinire modelli, valori e obbiettivi del fare arte. In “Per Gioco” (1988) una colonna dorica, persa la sua antica funzione di sostegno e rifatta in polistirolo, ricollocata tra laser, specchi, rottami e suoni elettronici, diventa vettore di nuovi sguardi, dispositivo per la conquista di nuove percezioni.

Le mani che giocano con la linea della “Leonarda” (1978-79) ci invitano a seguire di foglio in foglio la nascita di un tracciato. Quale arte, quale storia avremmo avuto se queste mani avessero potuto tessere nei secoli le loro trame?Il “Ven(to)taglio” (1985) di cera, pigmenti vegetali e pizzi, incardinato per metà nella ruota di un vecchio carro (250 cm di diametro) ostenta la sua identità di oggetto ambivalente.“Poggiatesta-poggiapiedi” (1988) alludendo all’iconografia funebre della deposizione riconosce, nel cuscino, un simbolo di potere oltre che di quiete.Il concettualismo degli Anni Settanta teso a ridefinire i canoni del sistema artistico ne vuole, ora, il suo scardinamento. Gli ultimi lavori di Ada Costa sono, infatti, sempre più intrisi di corporeità, sempre più vicini all’esperienza complessa che è il vivere.

I frammenti di vetro colpiti e rifratti dal laser rosso ripensano nella “Caduta del-l’Angelo” (2010) le vicende avventurose dei serafini, dalla natura ignea e dall’ardente desiderio di rinascita. La “Panchina” di vetro (2009), induce una riflessione sulla fragilità e l’equilibrio instabile degli uomini e delle cose.È ipnotico l’elemento base con cui Ada Costa realizza i muri, le fontane, i sedili, le piramidi dei suoi ambienti virtuali. Il mattone di vetro trasparente è ipnotico per le sue geometrie modulari, per la scansione ritmica e ripetitiva come di un mantra, è ipnotico per l’ordine universale di cui si fa specchio. Modello di una nuova misura, somma di ascetismo e progettualità, durezza e fragilità, il mattone di vetro è l’ultimo dispositivo che Ada Costa ci offre per aiutarci a percepire diversamente il reale, affinché la tecnologia e la progettualità restino ancorate alle fonti della vita.

Ufficio Stampa: Teorema, Flavio Alivernini - 3382984337, flavio@alivernini.com

Inaugurazione 26 maggio 2012 ore 18.30

Ecos Gallery
via Giulia 81/A, Roma
Orari: Martedì, Mercoledì, Giovedì 11.00-13.00 e 16.30-19.30. Venerdì e sabato 11.00-13.00 e 17.00-20.00
Ingresso libero

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