Emozioni in fuga. L'artista nel Collegio dei Docenti ha riempito fogli di linee in liberta' che si aprono seguendo il suo umore, seguendo il ritmo dei discorsi del Collegio e gli interventi dei presenti.
Stare dentro e pensare al fuori, andare via con i pensieri per cercare i sogni, è questo che ha fatto Ada Scupola, è fuggita lontano in una nuova dimensione ed ha cercato se stessa, le sue fantasie, i suoi turbamenti e i suoi desideri.
Il Collegio dei Docenti, luogo dove hanno preso forma queste opere, è diventato fucina delle sue idee, facendo volare farfalle in fuga da POF, Carta dei Servizi, grandi problematiche di alunni.
L’artista, prestata alla scuola, ha riempito fogli di linee in libertà che si chiudono e si aprono seguendo il suo umore, seguendo il ritmo dei discorsi del Collegio e gli infervoramenti di Docenti, spesso, scontenti.
La sua mano si è mossa guidata dal mistero dell’inconscio e ha tracciato racconti, che sono il palesarsi di domande non fatte, di risposte non esaustive, di sensibilità non rispettate, di desideri interiori.
Linee emozionali che parlano di psichedelici treti, colmi di semi di vita, che si tingono dei viola rosati, ricordo di corolle caduche. Esse originano forme antiche, che seguono le curve di madre in amorevoli rotondità, sono protesta per denunciare la vanità vuota e la superficialità dell’uomo del nostro tempo che dimentica lo spirito. Nei fogli di vita scolastica, riciclati, si materializzano, la voglia di cambiare e di liberare l’impulso creativo, tenuto prigioniero nelle regole e nei condizionamenti, per dar forma alle idee e, anche, alla religiosità fondamento della vita. Tracce ideali sono balzi che si elevano per superare gli steccati che impediscono la realizzazione piena dell’Io, ma sono, pure, pretesto e metafora di sogni che in un guizzo sfuggono ai lacci e i lacciuoli che li tengono a freno. Ada si avvia per i paesaggi della fantasia ritrovando i porti sicuri dei vessilli dei castelli dell’infanzia, fugge dal materialismo dell’oggi per cercare la profondità dello spirito di un animo bambino. Principesse dell’arcobaleno, nel riflesso dei colori caldi di un tramonto incipiente, fanno i loro giochi mentre i raggi di luce diventano lance sinistre.
Le preghiere di una Madre Teresa in estasi non riescono a fermare le ragnatele luminescenti che incrociano i loro fili in “trappole di vita”, intessendo conflitti che si materializzano armati. L’Io dell’artista si è liberato in futuriste volute spiraliformi che richiamano l’oriente. Ha tracciato profili di palazzi che seguendo le onde, si sono illuminati, in luci dorate e argentate, dal brillio dei riflessi del sole e della luna: caldi ed esplosivi i diurni e freddi, malinconici, romantici i notturni. E’ così che al primo istintivo impulso del disegno, l’artista, ha fatto seguire un intervento riflettuto, di colorazione delle campiture delimitate dal segno delle linee.
Scontornare i fogli bruciando il superfluo è un voler fare un falò catartico che nel concento del crepitio del fuoco apre a nuove poetiche. Sinfonie di colori, paesaggi acquatici smeraldini s’incupiscono della grigia solitudine mentre un anatide galleggia in un dondolio dei silenzi della rappresentazione di un mondo perduto.
La vita continua nel segno sicuro del grembo di madre che nei numeri che s’intravvedono, oltre il foro bruciato in un foglio che parla di scuola, vede il domani. Un abbraccio avvolgente di casa, di famiglia, è un porto sicuro per poter esorcizzare un domani temuto.
Con queste opere insolite e dai brillanti colori, l’artista ha voluto parlarci del suo mondo nascosto, dei suoi sogni ma ha, anche, voluto descrivere la vuotezza di una società che non sa più riconoscere la poesia dei sentimenti e dell’amore.
Federica Murgia
Inaugurazione 26 maggio ore 19.30
ex tempio templari
via tempio - Tricase (LE)
Ingresso libero