Bepi e la scuola di Santa Margherita. Un viaggio attraverso il misterioso giardino della memoria pittorica di questo secolo.
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Le opere qui proposte, all’interno di un percorso che si sviluppa in maniera assolutamente non convenzionale e non descrittiva, appaiono come la metafora di un cammino di luce, di uno straordinario e ponderato viaggio attraverso il misterioso giardino della memoria pittorica di questo secolo. Ritroviamo, in effetti, in queste pitture, davvero accattivanti e coinvolgenti, i colori luminosi di Matisse, il grido dirompente di Braque, il silenzio ascetico di Mondrian, tanto da poter dire che in esse vi è l’altro volto dell’avventura dello spirito dell’uomo occidentale; non quello sfrenato e disilluso, tragico e malconcio, inorridito dalla barbarie di un’umanità tradita, e che ha condotto alle consumazioni iconiche di Giacometti e Bacon, bensì quello solare, positivo, gioioso, e che fa dire a Despina - in Così fan tutte - quanto sia saggio “mangiar il fico e non gittare il pomo”.
È questo il grande fossato che separa le correnti contemporanee del pensiero: chi guarda con ottimismo al futuro e chi vede le cose con triste mestizia. Ai primi il dono di sorridere alla vita, ai secondi il non invidiabile primato della macerata santificazione. In questo modo, nella sua opera, si assiste a una sfera amplissima di sfaccettature che apre a un mondo lussureggiante e paradossalmente simmetrico, lo si voglia chiamare esprit de géometrie o platonismo delle forme, dato che la memoria a sorreggere l’arco di volta non è di certo manchevole. Nulla cede di fronte alla saldezza del proposito se non nella luce di una lente telescopica: non presa in diretta e ravvicinata, bensì a distanza, dove i particolari possono facilmente sfumare, perdendosi in rivoli capricciosi e voluttuosi. L’esuberanza è positiva: dà gioia e rincuora chi ha timore di accostarsi all’opera d’arte, perché l’opera del Maestro ha questo particolarissimo dono: riesce a parlare, in maniera diretta e immediata, alle menti più semplici come a quelle più sofisticate.
Nella serata inaugurale la mostra sarà illustrata dal critico Giulia Bortoluzzi e saranno disponibili delle copie omaggio della rivista “Juliet” che ha dedicato al lavoro di Carlo Fontana la copertina del numero di aprile. La serata sarà sottolineata dalle musiche eseguite per l’occasione da Lucio Spartà, primo violino della Fenice.
Roberto Vidali
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The exhibited works, in a totally non conventional and descriptive developement, appear as a metaphore of a journey of light, of an extraordinary and thoughtful travel through the mysterious garden of the painting memory of this century. In effect, in these very pleasant and involving paintings, we see the bright colours of Matisse, the bursting scream of Braque, the ascetic silence of Mondrian, so much as to be able to say that they show the other side of the spiritual adventure of western man; not the disilluded, unrestrained, tragic, battered, horrified by the uncivilized state of a betrayed humanity that brought the iconic consumption of Giacometti and Bacon, but the sunny, positive, happy side that make Despina say in “Così fan tutte” how wise is “to eat the fig without discarding the apple”. This is the great dividing line separating the contemporary currents of thought: the ones optimistically looking to the future and the others seeing it sadly.
To the first the gift to smile at life, to the second the not enviable prize of consacrate maceration.
As such we can see his work as many-faceted, opening to a luxuriant world paradoxically symmetrical, we can call it “esprit de géometrie” or Platonism of forms, seen that the memory to hold the keystone is certainly not missing. Nothing fail facing the strenghth of resolution if not in the light of a telescopic lens: not direct and close by, but at a distance so that details can easily soften, getting lost in capricious and voluptuos trickles. The exuberance is positive: it gives joy and encourages the fearful of art, because the work of the Maestro has a special gift: in a direct and immediate way it succeeds to speak to the most simple as well as the most sophisticated mind.
Roberto Vidali
At the opening, the critic Giulia Bortoluzzi will speak about the exhibition.Free copies of the art magazine “Juliet” will be available. The cover of the April issue is dedicated to the work of Carlo Fontana.
The opening will be emphasized by music played for the occasion by Lucio Spartà, first violin of the Fenice Theatre.
Inaugurazione: Sabato 2Giugno ore 18.00
Galleria Totem - Il Canale
via Accademia, Venezia
Orario 10.00 - 13.00 / 15.00 - 19.00
Ingresso libero