Nell'ambito della rassegna annuale, Federica Luzzi espone un'opera scultorea dal ciclo Red Shell, tessuta al telaio verticale utilizzando la fibra vegetale di sisal.
Federica Luzzi
Red Shell N. 2
a cura di Livia Crispolti
“Arte del Filo” documenta lo stato dell’arte tessile e della Fiber Art in Italia, segnalando ogni anno nella Vetrina Ripetta 133 un artista che lavora con il medium tessile. Federica Luzzi espone un’opera scultorea dal ciclo Red Shell, tessuta al telaio verticale utilizzando la fibra vegetale di sisal.
“Il ricorso al termine inglese non è dovuto a banale esotismo. L'equivalente inglese dell'italiano conchiglia possiede infatti un vastissimo ventaglio di significati, incentrati sulla valenza linguistica del guscio, dell'involucro (1); una polisemia (con relativa ambivalenza del simbolo: citando Warburg, Luzzi evoca il concetto mitico di “Giano bifronte”) che insiste giustamente a non smarrire” (da Carlo Fabrizio Carli, Roma 2012).
“Federica Luzzi tesse nell’aria sculture di fibra vegetale avvitate, governate dal ritmo cosmico della rinascita, concettualmente assimilabili alle “forme germinali della vita che scorre” che Shu Takahashi incastonava nelle tele degli anni Settanta” (da Anna Imponente, 59° Premio Michetti).
Per la Luzzi l’opera d’arte allo stesso modo di un seme di una pianta vive in una differente scala di tempi rispetto a noi, approdando e pervenendo o meno in un terreno adatto alla germinazione.
Se nel ciclo Black Shell la Luzzi presenta forme rinserrate, chiuse in se stesse, le cui potenzialità sono temporaneamente in sospeso o che nella loro intenzione alludono alla schiusa, all’apertura, nel ciclo Red Shell il tessuto, come materia duttile, flessibile, è in grado di assecondare propri cedimenti strutturali, di gravità rivendicando un proprio spazio vitale, nell’ottica dello spostamento aerodinamico dell’intero corpo nello spazio, alludendo pure all’idea di individuazione dell’opera d’arte come oggetto in sé, organismo con sue proprie leggi, e della sua disseminazione in contesti differenziati.
Non più radicati al suolo e per nulla stanziali ma nomadi; universi mobili sospesi in una sorta di limbo, non essendo stati condizionati dalle pressioni evolutive che inducano modificazioni di sorta.
In occasione della sua partecipazione alla Notte Europea della Ricerca Scientifica presso l’INFN, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare di Frascati (2006), Federica Luzzi spiega:
“Le mie non sono forme modellate ma rappresentano lo spazio modellato. La struttura dell’universo è morbida, cedevole, è impressa delle tracce di movimenti di corpi… propaga le forme di questi; l’universo parla attraverso gli echi di una forma… Nel mio intento installativo c’è quello di plasmare uno spazio creato dalla propagazione delle forme da me presentate, attivando e conducendo l’osservatore al suo interno… Io avevo la necessità di rendere visibile l’evento che segue una serie di azioni minimali. Sono strutture archetipiche nella loro armonica geometria; nate in assenza di progetto e per loro intrinseca necessità”.
Lo spazio della Vetrina Ripetta 133 si offre alla Luzzi come frammento di spazio dinamico in cui presentare una struttura quale residuo di uno spazio dilatato e contratto che fenomenizza i suoi pieni e i suoi vuoti, magneticamente.
(1) – Da dizionario di lingua inglese: “Conchiglia, guscio, involucro, baccello, corazza, squama, scaglia, leggero battello, schema, schizzo di progetto, cassa interna di un feretro, scorza, carcassa, ossatura, apparenza, parvenza, proiettile, granata, cartuccia, bossolo, guardamano, strato elettronico”.
Federica Luzzi è nata a Roma nel 1970. Vive e lavora a Roma.
La sua particolare formazione artistica è segnata dall’incontro con noti artisti dell’area concettuale romana dell’Eventualismo. In questo ambiente, la sua attenzione viene attratta dall’assenza di decorativismo, dall’uso di materiali ed oggetti di provenienza industriale, dall’aspetto fibroso, espressione di esperienze minimali e poveriste; decide così di esplorare e recuperare i processi tessili. Si specializza in tecniche dei nodi “macramé” e in tecniche dell’arazzo tradizionale, a rilievo e tridimensionale con il telaio verticale in Polonia, Ungheria, Romania, Belgio e con artisti argentini.
Laureata in Storia delle Arti Decorative e Industriali presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” (Prof.ssa Rosalba Zuccaro - tesi sugli arazzi murali e ambientali), dagli anni 90’ sperimenta nell’ambito della struttura e della scultura tessile. Utilizza talvolta la fotografia.
Attualmente insegna Arazzo - Telaio Verticale, corso fondato dall’Arch. Massimo Ridolfi, presso la Scuola Arti Ornamentali San Giacomo del Comune di Roma.
Membro di European Tapestry Forum (Danimarca)
Membro di ARELIS Association Française pour la Diffusion et la Création de la Tapisserie et de l'Art de la Fibre (Francia)
Membro di ATA Tapestry Alliance (USA)
Membro del Gruppo ASIA-EUROPE a cura di ISHII Kakuko (Fukuoka - Giappone)
http://www.federica-luzzi.weebly.com
http://www.infn.it/nottedellaricerca/2006/art_luzzi_f.php
Crispolti Arte Contemporanea
nella Vetrina via Ripetta 133 Archivio Roma