L'istintivita' dei colori. "Le opere di Borri sembrano uno spontaneo gioco di luce e materia" (Valentina Falcioni).
a cura di Valentina Falcioni
“Amo i colori, tempi di un anelito inquieto, irresolvibile, vitale, spiegazione umilissima e
sovrana dei cosmici ‘perché’ del mio respiro”.
(Alda Merini, La presenza di Orfeo)
In passato l’arte aveva una funzione magico-rituale, un ruolo didattico oltre che estetico. Con il
tempo è diventata un nuovo mezzo di comunicazione teso soprattutto alla sperimentazione. In
alcuni casi l’artista ha lavorato affinché la manipolazione e la ricerca della materia fossero il
tramite fra la sua interiorità e quella dell’osservatore. Indagare, testare e verificare l’efficacia di
una sostanza per ergerla ad ambasciatrice visiva del proprio ego è divenuta la base dell’arte
contemporanea.
Enzo Borri è uno di quegli artisti che sa stringere un rapporto armonioso, paziente e fiducioso
con la materia che, attraverso un dialogo sincero, diviene la sua massima confidente.
I Paesaggi della memoria sembrano delle Naiadi che cantano lo sguardo dell’osservatore fra le
trame di una natura in grado di evocare le leggende intessute dai nostri padri, i profumi genuini
di una terra intrisa di pioggia e speranze, i baluginii di una vegetazione che danza con la luce e
porta con sé il profumo salmastro del mare. Lungo un cammino fluido e regolare questi
panorami decantano tempi perduti, antiche consapevolezze, silenzi mai infranti e chiarori di
un’età dorata che si lascia rincorrere fra miraggi intermittenti. Scenari tanto caleidoscopici si
trasformano in Paesaggi come reminiscenza e conoscenza che corroborano uno dei motti
dell’artista, il quale desidera trasportare “l’armonia della forma nel silenzio della natura”. Questi
luoghi che talvolta rammentano un antico sentimento di malinconia, con il tempo hanno mutato
la loro pelle per convertirsi a un più attento colorismo. Le opere recenti di Enzo Borri sembrano
uno spontaneo gioco di luce e materia, in cui le mani dell’artista vestono il ruolo del
compositore estemporaneo. Soltanto in seguito si capisce che alla base dei suoi lavori c’è uno
studio riflessivo aperto alla “pittura d’azione”, in cui il colore non segue le direttive dell’autore
ma si vivifica spontaneamente su un supporto del tutto innovativo. Di fatto, Borri segue
puntualmente il suo piano di lavoro poiché la “ragione arricchisce la fantasia” poi, però, come
ha detto Alda Merini, “I colori maturano di notte”. Il concetto di partenza è talmente sofisticato
che, sebbene l’artista non conosca il risultato finale del suo operato, la tinta mantiene la sua
purezza e acquisisce addirittura una certa tridimensionalità. Gli strati di acrilico che non sanno
cosa siano le setole del pennello, formano una pellicola opalina in certi punti quanto brillante in
altri e la tensione cromatica annulla la piattezza per conferire movimento al dipinto. La materia
vibra sotto lo sguardo dell’osservatore e a pizzicare le corde che producono onde tanto acute è
principalmente un uomo che si spoglia di qualsiasi artificiosità per tramandare tangibilmente il
“perché” del nostro respiro.
Per info: vfalcioni@yahoo.it
Immagine: Improvvisazione, tecnica mista
Inaugurazione mercoledi' 20 giugno ore 18.
Palazzo dei Capitani
Piazza del Popolo, Ascoli Piceno
Orario visite: 10,00/20,00