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In the meanwhile
dal 22/6/2012 al 11/7/2012
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Segnalato da

Elena Abbiatici




 
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22/6/2012

In the meanwhile

BT'F Gallery, Bologna

Stefano Canto, Gregory Chatonsky, Cristian Rizzuti, Carlo Zanni. Installazioni video e audio ci proiettano in quella zona intermedia fra passato, presente e interpretazione artistica di cio' che e' stato.


comunicato stampa

a cura di Elena Abbiatici e Valentina G. Levy

In un suo noto saggio Marc Augé definiva la correlazione tra evento e storia, informazione e sapere come la doppia quadratura del XXI secolo, evidenziando tutta la natura conflittuale dei rapporti tra queste quattro categorie di oggetti culturali. Un evento è strettamente legato all’informazione. Si può addirittura affermare che la sua entità sia definita proprio in base al numero e al tipo di informazioni di cui è oggetto. Evento e informazione, poi, si collocano nel presente, ovvero, in quella precisa dimensione temporale che si trova al confine tra il passato e il futuro. La storia e il sapere, invece, non possono essere circoscritti all’immediato, in quanto una loro caratteristica intrinseca è proprio il perpetuarsi nel tempo andato e a venire, ma entrambi, così come l’evento e l’informazione, sono oggetti culturali fluidi, oggetto di flussi e flussi essi stessi. Le opere presentate sono una rilettura nell’età dell’informazione di eventi e immagini consegnati alla storia (Cristian Rizzuti e Stefano Canto), la possibilità di monitorare online ciò che accade e di prevedere un trend, un’immagine che appartiene al futuro (Carlo Zanni e Gregory Chatonsky). Installazioni video ed audio ci proiettano in quella zona intermedia fra passato, presente ed interpretazione artistica di ciò che è stato, lanciando una lente sul futuro, nella consapevolezza che, decifrando l’oggi, possiamo costruire il domani. Nel tempo reale possiamo immaginare un ciclo in cui si finisce per tornare al punto di partenza. Il tempo reale, coincidendo col tempo nell’età dell’informazione, ingloba il tempo storico, proietta nel tempo futuro e offre la possibilità di essere in tutti i luoghi del globo e in tutti gli angoli del tempo. L’installazione multimediale di Cristian Rizzuti (nato a Salerno nel 1986; vive e lavora a Frosinone), Linea Gustav (2012), è una rielaborazione acustica delle 50 ore di libertà che il 14 maggio 1944 Alphonse Juin, comandante del corpo di spedizione francese in Italia, concesse ai suoi soldati lungo la linea che divideva in due la penisola italiana: la linea Gustav, a nord di essa vi erano i tedeschi, a sud gli Alleati. Durante queste ore di libertà, fraintesa, si verificarono innumerevoli saccheggi dei paesi, violenze e stupri sulla popolazione. Realizzata con suoni e rumori della seconda guerra mondiale, l’installazione fa riemergere la memoria di un fatto storico dimenticato. Nella traccia è stato inserito il messaggio del volantino del generale Alphonse Juin crittografato in codice binario come divulgazione universale dell’avvenimento del basso Lazio la Ciociaria. Stefano Canto (nato a Roma nel 1974, dove vive e lavora) indietreggia negli anni ‘20 e ‘30 e fa rivivere due infallibili strumenti di propaganda politica di regime, architettura e sport. La serie fotografica Corpus (2012) ritrae persone in posizioni ginniche simili a quelle delle foto in bianco e nero realizzate durante i saggi sportivi fascisti, inserite nel contesto della Roma odierna: i corpi assumono uno staticismo monumentale paradossale e le architetture littoriane delle case del Balilla appaiono sospese nel tempo. Il video Me ne frego (2012) riunisce quattro riprese amatoriali realizzate con smartphone all’interno di stadi calcistici italiani durante partite giocate nel 2009 e 2010. Il calcio è il caso emblematico di uno sport usato dal regime a fini propagandistici: in patria per distogliere l’attenzione dai contrasti politici, all’estero come strumento diplomatico per migliorare la posizione del regime a livello internazionale.

A distanza di 60 anni dalla fine del fascismo molti ambienti della tifoseria calcistica mostrano di essere ancora molto legati a quei principi, evidenziando l’incapacità culturale di creare una identità contemporanea svincolata da tale passato. In questi due lavori l’artista vuole indagare il rapporto tra architettura, sport e propaganda mettendo a confronto alcuni aspetti, quali corpo architettonico e corpo fisico, perdita d’identità e monumentalismo ginnico. Con In the Meanwhile (2012), Gregory Chatonsky (nato a Parigi, risiede a Montreal) permette di riallacciare immagini a date consegnate alla storia. Selezionando una data del passato, attraverso tre cursori sullo schermo di un computer, il programma mostra un’immagine immessa sulla rete, esattamente in quello stesso giorno. L’opera è azionata dal suo fruitore il quale può scegliere in maniera autonoma di creare un collegamento visivo con il passato. Infine l’opera online The fifth day (2009) di Carlo Zanni (nato a La Spezia nel 1975, vive e lavora a Milano) è una sequenza di dieci immagini che mostrano una corsa in taxi, presentata come uno slide show con la musica di Kazimir Boyle a colonna sonora.

Queste fotografie, scattate ad Alessandria d’Egitto, presentano un cambiamento continuo di alcuni particolari, che dipendono dai dati della politica e dello stato culturale d’Egitto. Lo slide show che si viene a creare ci dice come il Web trasformi gli elementi che concorrono a definire il concetto di arte pubblica: il principio di autorialità, l’opera, la dialettica fra autore-opera-spazio-pubblico, la memoria che l’opera evoca. Qui, l'Egitto funziona come una metafora per indagare temi di attualità del cosiddetto "Medio Oriente", puntando ad un confronto con il paese di nascita/residenza del pubblico. I dati, recuperati da Internet che trasformano l'estetica delle foto, sono: la percentuale di seggi occupati da donne nel parlamento nazionale, le percezioni della corruzione (CPI, i tassi di alfabetizzazione in uomini e donne adulti (età 15 e oltre), tasso di mortalità infantile sotto i 10 anni, solo per citarne alcuni. The fifth day è il secondo episodio di una trilogia ispirata ai "I tre giorni del Condor" di Sidney Pollack, lanciato in occasione di Multipistes e Beam me up in una esposizione presso la Meneer de Wit ad Amsterdam nel mese di gennaio 2009. Alla medesima trilogia appartiene anche The sixth day, di cui sono mostrati i bozzetti preparatori Flying False Colors (The sixth day): una bandiera collocata su di una struttura che genera vento con la velocità e nella direzione che dipendono da flussi di dati on-line, quali i numeri di barili di petrolio acquistati da un paese e la corrente che soffia nella capitale di quel paese.

Vernissage Sabato 23 Giugno 2012 ore 19

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