Per mari aperti. Onde che si inseguono, superfici increspate, gorghi, mulinelli, scrosci di pioggia: lavori recenti unicamente sul tema dell'acqua.
La mostra presenta lavori recenti incentrati sul tema dell'acqua. Onde che si inseguono, superfici increspate, gorghi, mulinelli, scrosci di pioggia, ribollii e sommovimenti dell'elemento liquido in perenne movimento: a volte tempesta inquietante a volte sciabordìo calmo e rassicurante. Sono opere la cui natura oscilla tra il dipinto e la scultura, realizzate con una tecnica del tutto personale fatta di stucchi, rilievi in metallo e leggere velature di colore che rendono la trasparenza e la dinamicità dell’elemento. Alberti intorno al tema dell'acqua mette in scena dettagli, suggerisce racconti partendo da un frammento, sottolineando diverse valenze metaforiche; come a voler raffigurare la nostra ansia di conoscere l'onda che ci sta portando alla deriva e nel contempo affermare che siamo noi stessi quell'onda: immersi nell'impermanenza delle cose con il loro inevitabile destino di mutamento, nel divenire incerto che è condizione della contemporaneità. L'acqua come primigenia forza generatrice, potente, incontenibile, libera. Simbolo dell'energia che si rinnova. Il mare di Emilio Alberti riflette bagliori metallici, ha onde fatte di piombo fuso che fluttua e ribolle. Cerchi nell'acqua provocati da gocce di lucido metallo ne assumono la sostanza come per mutazione, mentre una pioggia trasfigurata in acuminati aghi d'acciaio increspa torbide pozzanghere conficcandosi a terra. Vortici impetuosi e gorgoglianti bolle d’aria-metallo sottolineano uno stato di perenne e frenetica inquietudine.
Aspetto fondamentale della ricerca di Alberti è la luce, che si fa meteria sulla tela con la luminescenza e i riflessi di colate di metallo. Le superfici sono materiche e l'increspatura degli stucchi è velata da successivi passaggi di colori, dove l’olio assume a volte i toni lievi del pastello variando dal turchese evanescente al verde acqua allo smeraldo intenso, conferendo al ruvido stucco un aspetto cangiante e luminescente, come se fosse dovuto alla luce reale. L'immersione nello spazio della pittura risulta qui ancora più avvolgente e dinamica, estraniante e allo stesso tempo coinvolgente.
Per mari aperti
Testo in catalogo di Peppo Peduzzi
Bianco, azzurro, argento. Due colori e un metallo. Anzi, la sintesi di tutti i colori - il bianco - e il colore più "spirituale" secondo Kandinskij e Marc, l'azzurro. Ancora: non l'oro ma l'argento. Non Bisanzio o Klimt ma il colore freddo di un lucente metallo. Potrebbe essere anche (e forse lo è) alluminio, stagno o acciaio inox. Non li conoscevo e mi hanno sorpreso questi lavori di Alberti che per anni ha affrontato altre e varie tematiche e utilizzato un'ampia tavolozza cromatica (l'arcobaleno spesso compariva nei suoi dipinti e nelle sue sculture). Si è qui essenzializzato, direi quasi "purificato", attuando una sintesi concettuale e cromatica concentrandosi su uno degli elementi fondamentali per la vita dell'uomo: l'acqua, che è origine e veicolo di ogni forma di vita.
Questo elemento trasparente e liquido, quasi irrappresentabile, diventa negli ultimi lavori il protagonista di una lunga serie di ricerche cromatiche e materiche. C'è infatti il gesto, il movimento, lo scorrere, il rovesciarsi, il cadere, il frantumarsi.
Tutti i dipinti diventano flussi d'acqua in continuo dinamismo. Anche i suoi riflessi cambiano continuamente variando secondo la luce che li colpisce o secondo il punto di vista dello spettatore. Lucido, opaco, lucido, opaco, un continuo mutare.
Sarà perché sono appena tornato da un viaggio a Parigi e a Giverny ma il riferimento iconografico più immediato mi conduce a Monet, al vecchio Monet delle ninfee. Anche lì l'acqua è l'elemento principale assieme alla luce. I suoi riflessi, il suo continuo movimento… e Monet che si immerge così visceralmente nelle sue opere, perdendosi e ritrovandosi, alla ricerca di una realtà mai immobile, in continua trasformazione, dove la luce muta in ogni momento, le forme cambiano, sembrano dissolversi in pure tracce di colore; più che restituire la realtà apparente la trasfigurano e la trasformano.
Anche Alberti in queste ultime opere sembra essersi immerso in questo elemento, diventato per lui quasi una ossessione liquida e impalpabile, come il Monet a Giverny, ben testimoniato dai grandi quadri nel Museo dell'Orangerie.
"Mondi liquidi" li ha chiamati nella mostra di Como dello scorso anno, dove anche i titoli di alcuni lavori qui presenti - "Tempesta", "Vortice","Emersione"- sono significativi del percorso intrapreso.
L'acqua, che di volta in volta assume vari significati - strumento di purificazione, simbolo di fecondità e di fertilità - scorre pienamente libera e senza costrizioni, pulisce, purifica (come nei video di Bill Viola).
In questi quadri vi è un mondo quasi sterilizzato dall'acqua, dai colori bianchi e freddi, dalle atmosfere algide, forse - passatemi il termine ma da intendersi nell'accezione puramente kandinskiana - "spirituali".
"Per mari aperti" è invece il titolo di questa esposizione marianese che sottolinea ancora una volta la volontà dell'artista di immergersi nella massa liquida delle acque, lasciandosi trasportare nel loro flusso, abbandonandovisi senza timori.
Gli impasti di stucco, i grumi, le colature, potrebbero rinviare alla stagione dell'informale, alla pittura materica o gestuale, ma sarebbe una pista fuorviante. Il riferimento più immediato, oltre a Monet, è forse quello al "mondo fluttuante" degli artisti giapponesi dell'Ottocento che tanto hanno influenzato gli impressionisti e la generazione successiva. Così è nella vita di chi cerca con passione, di chi assume le sue ossessioni (o visioni) con impegno e dedizione totale, senza per questo voler dare lezioni o insegnamenti (sia pure soltanto estetici). Alberti si è tuffato in queste acque, in mari aperti, e ne ha riportato suggestioni visive che ci offre con passione e semplicità. Tocca anche a noi, se vogliamo, toglierci gli occhiali (o i paraocchi) e immergerci senza timore - nelle sue acque.
inaugurazione 23 giugno 20,30
Villa Sormani
via Montebello, 36 - Mariano Comense (CO)
Tutti i giorni 16 - 19
Ingresso libero