Non sono Cattelan! Titolo provocatorio per un'esposizione di tele dalle forme insolite accentuate dalle cornici manufatte dell'artista.
Perché affermarlo? Lo esclama, forte e chiaro: “Io non mi ritengo un artista d’affari e ho imparato le più importanti tecniche artistiche!”.
Certo, se dovessimo confrontare i saldi sul loro conto bancario, non troveremmo nessuna difficoltà nel dichiarare l’abisso economico tra i due artisti Carmine Cozza e Maurizio Cattelan, ma resta palese che quest’ultimo, trasformatosi in un provocatorio venditore di idee, perderebbe ogni sfida tecnico-artistica con chiunque si misurasse degli affermatissimi scultori del lontano passato o dei contemporanei come Auguste Rodin o Constantin Brancusi.
Grandi capacità di disegno, due occhi allenati, la costante presenza della matita o del pennello e la trasformazione del proprio affitto in uno studio perenne, in continuo ricerca della perfetta creatura pittorica che incorpora il pensiero, nutre il “palato” e inonda di calma l’animo turbato dalle indagini filosofiche insoddisfacenti – con parole semplici, mangiare, bere, sognare arte è all’ordine del giorno da Artisti, come lo è diventata da quarantotto anni per Carmine Cozza. L’artista calabrese segue la scia dei noti pittori i quali l’hanno preceduto lasciando profondi segni nella storia dell’arte per la tecnica pittorica sviluppata, per la personalissima impronta nei loro soggetti e naturalmente per la determinazione di non fermarsi nemmeno davanti agli ostacoli come lo può essere il mancato denaro. Chi impegna mente e anima per un’unica professione, non sarebbe di sicuro capace di compierne un’altra di genere opposta con altrettanta completezza. E per questo che decade l’era dei veri creatori e trionfa l’arte imprenditoriale ma di scarsa qualità. Non demordendo, la vocazione nell’artista regge forte, così porta avanti le sue ricerche nel supporto, colori e temi sempre diversi, pur di poter sorprendere di volta in volta il pubblico e di scavare in fondo alla problematica postasi.
Le ispirazioni gli arrivano da fonti molteplici immortalando sulla tela le bellezze della natura, antichi miti della sua terra d’origine fino ad arrivare alle ultime raffigurazioni ironiche di donne opulenti. Le tre fasi presenti negli anni di produzione artistica mostrano ognuna di loro il cambiamento abbracciato dopo la sperimentazione e infine la scoperta della strada da intraprendere. Con le tavole e le tele impregnate dal suo tipico cromatismo, l’artista spazia tra bi- e tridimensionalità in cui i rilievi o le sculture minuscole, ma non meno importanti, fungono da veri protagonisti. Le forme insolite vengono accentuate da alcune cornici manufatte dell’artista svegliando la curiosità sull’ingegno e sul modo di chi le ha realizzate.
La convenienza non ha ruolo nell’unicità della sua pittura, ma ci si trova lo scopo di smuovere lo spettatore dalla sua frivolezza nell’interpretare le sue opere dai mille messaggi, che riescono a far evadere dal reale, come una droga si imprimono nella memoria e dopo la prima camminata tra queste meraviglie, stupefatti si costata di essere inconsciamente obbligati di ritornarci ripetutamente.
Zambó Dóra
(Maestra d’Arte, Scultrice), 2012
Inaugurazione 7 luglio ore 18
Scuole Elementari
Corso Italia, 36 - Alleghe (BL)
orario apertura: 17-22