11 artiste siciliane attraverso diversi linguaggi offrono la loro riflessione sui fremiti e sull'irrequietezza che accompagnano il ''votarsi e rivotarsi''. La mostra viene riproposta nella citta' piemontese dopo la tappa dello scorso anno a Sciacca.
Torna il binomio Palermo/Torino, si ripercorre quel filo che unisce queste due cittá in un legame vivo e profondo. Dopo il successo di Palermo Love♥ - la collettiva inaugurata nel settembre del 2010 - il TAC Temporary Art Café in collaborazione con l’Associazione Culturale Azimut, con il sostegno della Regione Piemonte, e con il Patrocinio della Regione Sicilia - Assessorato Turismo, Sport e Spettacolo - si prepara ad ospitare nuovamente la Sicilia.
Mercoledí 25 luglio 2012 inaugurerá MI VOTU E MI RIVOTU (a Torino). Una mostra che prende vita da una selezione totalmente al femminile, non per scelta, ma per necessità… 11 artiste “sicule” che attraverso i diversi linguaggi offriranno la loro riflessione, con sensibilità e passione, sui fremiti e sull’irrequietezza che accompagnano il “votarsi e rivotarsi*”.
La mostra viene riproposta nella città piemontese dopo esser nata lo scorso agosto site-specific dentro i vicoli della suggestiva Sciacca (Agrigento). Si confronta adesso con un luogo che non è quello di appartenenza, “emigra” al Nord – ripercorre i viaggi e gli spostamenti di cui la storia siciliana – e dei siciliani – è piena.
In questo modo si decontestualizza, ma si presenta con la ricchezza e la contemporaneità del lavoro di queste artiste, che mantengono la passione cantata da Rosa Balistreri, assimilano la “sicilianità” ed in un fremito creano opere di estrema apertura che distruggono i localismi, oltrepassano il folclore, ma mantenendo la forza originaria, si tramutano in qualcosa di libero e indipendente.
*Mi votu e mi rivotu è il titolo di una delle più belle canzoni d'amore della musica popolare siciliana, la più ascoltata nel repertorio di Rosa Balistreri ed è il canto che più viene associato alla grande artista siciliana.
La canzone è antichissima, veniva cantata in molti paesi della Sicilia sia orientale che occidentale presumibilmente già nel 1870, e questo fa pensare che la canzone sia ancora più antica almeno di 100 anni perché tale è il periodo di tempo che una canzone scritta da un autore (oggi sconosciuto come in quasi tutti gli autori dei canti popolari) impiega a diventare canzone di tutti assumendo così i connotati di canto popolare, per cui certamente si può far risalire ai primi anni del 1700.
VUTARISI E VOTARSI
Chiudere gli occhi, e un attimo dopo riaprirli. E’ il momento in cui scatta un meccanismo che mette in moto azioni involontarie. Il movimento, quasi impercettibile, sveglia quei muscoli che vanamente tentavano di trovare riposo. Preludio di smanie, pensieri, ossessioni, riflessioni e ricordi accompagneranno in maniera inconciliabile il nostro sonno. Istintivamente e con sincerità sarà il corpo a rispondere – la mente è stanca, cerca una tregua – ed è lui a prendere il controllo. Diversamente, se l’uomo soffre d’insonnia, pensa e non dorme, la donna si vota e si rivota. Una silenziosa agitazione racchiusa natural- mente nelle donne, che le unisce in una condizione comune, pregna di sensibilità e passione.
Vutarisi, che nel dialetto significa girarsi, muoversi, è la parola che esprime quello stato di irrequietezza, l’agitarsi nel letto in preda alla mancanza di sonno. Quel letto che diventa schermo dei nostri gesti e il lenzuolo su cui ci poggiamo, ne traccia la trama. In antitesi all’immagine del lenzuolo stirato e piegato, riposto in attesa, come in una sospensione momentanea, nella notte il nostro si aggroviglia, e vi si annidano flussi di pensieri che annunciano svolgimenti.
Diventa la testimonianza del nostro essere lì dentro quel vortice introspettivo, diventa lo specchio in cui si riflettono i nostri sogni e i nostri incubi. Magicamente diventa pagina su cui scrivere ma al tempo stesso, avvolgendoci, ci copre e ci protegge nel fremito, e nella confusione diventa fonte di sicurezza.
Nella tradizione siciliana, mi votu e mi rivotu è uno struggente canto d’amore, un grido scritto su quel lenzuolo, che con incondizionata passione dà voce a quei grovigli. E’ con questo senso che il votarsi dialettale si congiunge al votarsi letterale della lingua italiana. Una moltitudine di accezioni che forse meglio spiegano quel fremito protagonista di queste righe.
Votarsi è dedicarsi. Votarsi è consacrarsi. Votarsi è offrire se stessi. Una dedica, una consacrazione, un offerta, che spiritualmente si concretizza nelle opere di undici artiste che sul quel lenzuolo scrivono con il linguaggio dell’arte.
Inaugurazione 25 luglio ore 18.30
TAC Temporary Art Cafe'
piazza Emanuele Filiberto, 11 - Torino
Orario: 18-24
Ingresso libero