Artandgallery
Milano
via Arese, 5
02 6071991 FAX 02 6072458
WEB
Il linguaggio delle catastrofi
dal 26/5/2003 al 27/6/2003
02 6071991 FAX 02 6072458
WEB
Segnalato da

Silvia Palombi




 
calendario eventi  :: 




26/5/2003

Il linguaggio delle catastrofi

Artandgallery, Milano

Dalla Guerra Fredda al sito http://ready.org. Una mostra curata da Manuela Gandini e Chiara Somajni, in collaborazione con Florian Wuest, sull'informazione pubblica della catastrofe: come veniva impartita negli anni della paura del nucleare, e come viene tematizzata oggi, con l'elettronica, la paura del terrorismo globale. Accanto a questi documenti ci sono riflessioni artistiche a margine che vanno dall'esplosione di Hiroshima alla mina antiuomo, dall'incidente d'auto alla paralisi sociale data dal sistema di accumulo di ricchezze asimmetrico.


comunicato stampa

Il linguaggio delle catastrofi dalla Guerra Fredda al sito http://ready.gov
a cura di Manuela Gandini e Chiara Somajni
in collaborazione con Florian Wuest
''IL LINGUAGGIO DELLE CATASTROFI. Dalla Guerra Fredda al sito http://ready.org'' e' una mostra curata da Manuela Gandini e Chiara Somajni, in collaborazione con Florian Wuest, sull'informazione pubblica della catastrofe: come veniva impartita negli anni della paura del nucleare, e come viene tematizzata oggi, con l'elettronica, la paura del terrorismo globale. Accanto a questi documenti ci sono riflessioni artistiche a margine che vanno dall'esplosione di Hiroshima alla mina antiuomo, dall'incidente d'auto alla paralisi sociale data dal sistema di accumulo di ricchezze asimmetrico.
Fuori dal clamore della cronaca, la mostra e' fatta di documentari, di video e di installazioni e' propone alcuni film di propaganda risalenti agli anni della Guerra Fredda provenienti dall'Imperial War Museum di Londra: The house in the middle (Usa 1965, 7 min.) e Protect and survive (Gran Bretagna 1976, 20 min.) di autori anonimi, fatti per spiegare il nucleare e affrontarlo in caso di concreto pericolo. ''Il risultato e' scrive Chiara Somajni e' e' ben piu' allarmante che rassicurante: c'e' una tale sproporzione tra quello che possiamo fare (attrezzare il nostro bunker privato, tenere la casa pulita e imbiancata per contenere le fiamme) e la potenza distruttiva della possibile catastrofe, che ad essere esaltata e' solo la nostra impotenza. Lo stesso effetto sortiscono oggi progetti come quello del dipartimento americano per la sicurezza interna dedicato alla minaccia del terrorismo: http://ready.gov ''.
Con Bbrrraoumm (Francia 1995) di Claude Closky e What is this (Usa 1985) di Raphael Montanez Ortiz viene portata all'eccesso la logica mediatica dell'esaltazione esasperata dell'evento drammatico.
Le fotografie di Baghdad un anno fa e' scattate da Paola Di Bello, Gianmaria Conti, Adriana Torregrossa, Annalisa Cattani, Stefano Pasquini, Armin Linke e' dalla finestra dello Sheraton, a fianco all' Hotel Palestine, testimoniano un'anomala fase di sospensione della tragedia, nel linguaggio dei monumenti di regime. I diversi scatti, fatti da un medesimo punto di vista come quello dei giornalisti durante l'ultima guerra in Iraq, propongono una visione diversa, preventiva, ancora intatta, rispetto alla mattanza mediatica successiva.
La Hiroshima di Imai e gli incidenti di Wolf Vostell fermano l'evento distruttivo nell'impatto artistico, monumentale, nella memoria della tragedia. Mentre una storia con la ''s'' minuscola e' raccontata in survivor dalla sedia robotizzata di Laura Morelli dedicata alle vittime delle mine antiuomo. Le gambe anteriori camminano trascinando le posteriori, se qualcuno o qualcosa si avvicina troppo, survivor emette un forte segnale sonoro.
Ricordando il dramma della catastrofe individuale nella societa' dell'accumulo, Big, il video di Sabrina Muzi, e' il paradosso visualizzato e assurdo dell'insaziabile fame economica occidentale. La donna filmata su una distesa di abiti si veste incurante, mettendo un indumento sopra all'altro e riducendo progressivamente ogni possibilita' di movimento proprio. ''Diventa difficile distinguere e' scrive Wuest e' cosa e' reale in questa sconfinata riproduzione di eventi visivi, e cosa e' pura finzione. Questa ambiguita' rende difficile allo spettatore resistere all'attrazione della simbolica violenza del disastro''.
I film d'epoca e i video di Closky e Montanez Ortiz sono stati scelti tra quelli presentati lo scorso anno al Festival del Cortometraggio di Oberhausen (Germania) diretto da Lars Henrik Gass, nell'ambito della rassegna monografica dedicata al tema della catastrofe curata da Florian Wuest.

Inaugurazione: Martedi' 27 Maggio 2003 h. 19-23

Approfondimenti:

Martedi' 3 Giugno, h. 21.00 incontro con Nicole Janigro e Giulia Ceriani.
Lunedi' 16 Giugno, h. 21.00 incontro con Multiplicity
Martedi' 24 Giugno, h. 21.00 conferenza di Florian Wuest sul tema "Catastrophe, Fear and Fantasy"
e proiezione di una selezione di film storici sulla difesa civile e di film sperimentali di Bruce Conner, Sharon Sandusky, Jean-Claude Bustros, Alfred Guzzetti and David Hoffos.

Artandgallery Via Arese 5 e' 20159 Milano
Orari: tutti i giorni 17-23
Sino: al 30 Giugno 2003

Ufficio stampa
Silvia Palombi Via della Moscova, 27 20121 Milano (Italia) direct +39-02659989 fax +39-026598577

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