Fabrizio Martinelli, Fabrizio Molinario e Pino Lia, tre artisti accomunati da una singolare ricerca formale: l'indagine intorno alla ruota - quindi al cerchio - e a tutte le implicazioni simboliche che queste figure evocano.
La ripresa della stagione espositiva autunnale, porta in SBLU_spazioalbello tre artisti accomunati da una singolare ricerca
formale: l’indagine intorno alla ruota e al cerchio e a tutte le implicazioni simboliche che queste figure tradizionali
evocano. La ruota è rappresentazione di un percorso senza fine, metafora dell’inarrestabile trascorrere del tempo,
visualizzazione del rapporto tra centro e circonferenza e anche una sensazionale scoperta dell’umanità.
Il cerchio è linea che separa il dentro rispetto al fuori. Tra le figure geometriche è simbolo di tutto ciò che è celeste: il
cielo, l'anima, l'illimitato, Dio. In alchimia rappresenta l’oro.
Nelle raffinate installazioni di Pino Lia, il cerchio è presente con i suoi forti significati di inserimento ed esclusione,
carichi di profonde risonanze politiche. In questa mostra ci viene proposto come un grande bersaglio con un magnetico
centro, che risucchia l’attenzione al suo interno; un totem nel quale fare confluire e ripartire il confronto tra staticità e
dinamica, tra interiore ed esteriore. Quando questo simbolo viene attorniato da immagini di altri cerchi o ruote, che sono
copricapi etnici reinterpretati, allora il discorso si apre all’umanità tutta, nel confronto e nel rispetto delle sue diversità
multiculturali. L’installazione diventa quindi luogo di conoscenza, ricco di contaminazione e scambio, dove è possibile
trovare un senso comune delle cose, al di sopra del contingente.
Fabrizio Martinelli è scultore che privilegia, per la sua ricerca, il materiale di recupero. I suoi cerchi sono resti di
macchinari, ingranaggi, frammenti di ferro ricurvi e arrugginiti, che diventano la base di partenza per introdurre, spesso
attraverso la vetroresina, altre volte con frammenti di plastica, la luce e il colore. Il tempo fisico dell’oggetto si fonde
con quello immateriale della trasparenza vetrosa, che opacizza la visione d’insieme per trasmetterci, attraverso una
porzione di colore, un’emozione inaspettata. Spesso i suoi lavori sono pensati per un contesto particolare, all’aperto,
dove grazie alla luce naturale, che cambia nell’arco della giornata, si rinnovano in continuazione, facendo dell’ambiente
una componente dell’opera stessa.
Il cerchio di Fabrizio Molinario è più ludico e immediato. E’ il cerchio delle biciclette multicolori, delle nere ruote delle
auto da corsa e quello della miriade di teste degli spettatori delle gare sportive che ci propone, riempiti di tutti i colori
della tavolozza: gialli, bianchi,neri,rosa, rossi, blu. Attraverso un segno materico, istintivo e quasi infantile, ci offre una
visione dinamica, piena di pathos di una realtà che attraverso lo sport e il gioco ci restituisce la dimensione del mettersi
alla prova, del coraggio di provare se stessi affrontando e superando la barriera del limite. Ci suggerisce l’importanza
della consapevolezza, che va ricercata nonostante la frammentazione di un mondo sempre più convulso, con la freschezza
e l’ingenuità propria dei primitivi. Come recita il titolo di una sua mostra: “Se non son cerchi sono girotondi”.
Inaugurazione 11 settembre ore 18
Sblu spazioalbello
via Antonio Cecchi, 8 - Milano
lun-ven 18-20, sab 11-13
Ingresso libero