Dentro e fuori campo. Costituita da una sequenza di quarantasei scatti fotografici, dei quali in mostra se ne espongono una ventina, e di una sedia tridimensionale riprodotta in materiale plastico, sul modello di quelle seriali in legno d'uso quotidiano, l'installazione fotografica di Raffaele Maddaluno Dentro e fuori campo assume il senso di un'operazione liberatoria, in questo caso dalla sedia, da lui condotta nei modi di una ritualita' esorcistica fortemente ironica.
Dentro e fuori campo
Martedì 20 maggio 2003, alle ore 18,00 a Roma, presso lo Studio Arte Fuori
Centro, via Ercole Bombelli 22, si inaugura l'esposizione Raffaele Maddaluno.
Dentro e fuori campo, curata da Ivana D'Agostino.
La mostra, è il settimo appuntamento del ciclo Interferenze, in cui i critici
Ivana D'Agostino e Loredana Rea presentano nell'arco di tempo compreso tra
gennaio e giugno otto artisti - oltre a Maddaluno, Antonio Menenti, Aldo
Bandinelli, Paolo Cosenza, Paolo Gobbi, Vito Capone, Roberto Rocchi, Andrea
Ambrogetti - differenti per formazione, scelte, metodologie e progettualità . Si
spazia dalla pittura, alla scultura, alla fotografia nell'intenzione di offrire
uno spaccato delle sperimentazioni linguistiche e progettuali della
contemporaneità .
Costituita da una sequenza di quarantasei scatti fotografici, dei quali in
mostra se ne espongono una ventina, e di una sedia tridimensionale riprodotta in
materiale plastico, sul modello di quelle seriali in legno d'uso quotidiano,
l'installazione fotografica di Raffaele Maddaluno Dentro e fuori campo assume il
senso di un'operazione liberatoria, in questo caso dalla sedia, da lui condotta
nei modi di una ritualità esorcistica fortemente ironica.
Nata come protagonista di un dipinto dell'83, che a quella data associava
l'artista al soggetto pittorico della sedia, quasi identificandolo ludicamente
con essa, è lungo il percorso di lenta metabolizzazione della cosa che da allora
arriva ad oggi, che si completa il percorso catartico di compiuta espiazione,
con l'incendio e relativa distruzione della sedia incriminata.
Nella sequenza fotografica, dai cui fotogrammi, attivando un coinvolgimento
spaziale totale, Raffaele entra ed esce, l'artista e la sedia interagiscono come
due attori in uno spazio scenico altrimenti vuoto. Tant'è che le dinamiche che
si stabiliscono tra loro, finalizzate alla distruzione della sedia, spaziano
dall'indifferenza, all'isolamento della sedia al centro del campo visivo, alla
sua presa a calci, fino a giungere al rogo purificatore.
L'origine partenopea di Maddaluno offre tuttavia pretesti anche per
contaminazioni con la pittura del Seicento napoletano: i fotogrammi inquadrati
da una vera cornice barocca, nel fondo scuro e nell'uso della luce rimandano
alla grande tradizione pittorica napoletana di quel secolo, anche se
prevalentemente riassorbita nei termini di una ritualità ironicamente
neo-dadaista, finalizzata ad estromettere la sedia dalla sequenza fotografica, e
dalla memoria dell'artista.
Non a caso la sedia in questione, ormai oggetto tridimensionale espulso dal
campo visivo dell'immagine, è collocata in galleria, ricostituita in materiale
plastico, come metafora di un percorso catartico finalmente avvenuto.
La mostra rimarrà aperta fino al 6 giugno, secondo il seguente orario:
dal martedì al venerdì dalle 17 alle 20.
STUDIO ARTE FUORI CENTRO
via Ercole Bombelli 22, 00149 ROMA - 06.5578101