L'artista indaga il tema della maschera, che tutti noi siamo abituati a indossare, attraverso la semplificazione dei volumi e la decostruzione figurativa.
A cura di Tiziana Todi e Alessandra Lorenzetti
Luminita inaugura la sua prima mostra personale, presentando una selezione di opere
che ben illustrano la portata espressiva di questa pittrice.
Trasferitasi dalla sua terra natia, Focsani, in Romania, vive da tredici anni a Roma.
Dopo qualche anno in Italia, scopre la sua passione per l'arte e decide di
intraprendere un iter artistico presso lo studio del Maestro Claudio Spada, il quale
le fornirà degli ottimi strumenti per esprimere al meglio il suo innato potenziale.
La semplificazione dei volumi e la sua aspirazione all'essenzialità hanno una
matrice diversa da quella che si potrebbe credere. Luminita, infatti, non vuole
presentare il suo sguardo interiore sul mondo ma piuttosto portare il fruitore a
ragionare sull'essenza di ciascuno di noi.
Molte sono le opere rappresentanti maschere, maschere che tutti i giorni, ciascuno
di noi, in diverse situazioni, è costretto ad indossare.
La sua non è una semplice decostruzione figurativa, con l'abbandono dei particolari
che caratterizzano la figura, l'artista vuole arrivare a descrivere l'essere nella
sua forma più concreta, priva di quelle sovrastrutture che gli uomini acquisiscono
fin dalla prima infanzia.
Nelle sue maschere i pochi segni che rimandano alla figura umana, creano forme così
assolute ed essenziali da portare l'impronta dell'individualità vivente.
Nelle tele più prettamente geometriche possiamo notare costantemente qualche
elemento che rimanda alla rappresentazione della realtà, ma inserito in uno spazio
dove i colori hanno la pretesa e l'aspirazione di ampliare la tela stessa, di
ricreare addirittura uno spazio oltre la tela, come se, per il grande impulso
creativo di cui è feconda questa notevole artista, la circoscrizione della sua opera
all'interno di uno spazio chiuso non fosse sufficiente.
Un'opera, quella di Luminita, che spazia da un “neo umanesimo”, che indaga l'Uomo
con sguardo attento e colmo di pietas, assorbendo la semplicità di cui parla
Brancusi per farsi accarezzare dalle scelte cromatiche di un altro notevole artista
contemporaneo, Claudio Spada, ed approdare infine a soluzioni plastiche di un
colorismo che sintetizza un'elaborazione della realtà complessa ed essenziale al
tempo stesso.
Alessandra Lorenzetti
Inaugurazione: Giovedì 27 Settembre ore 18.30
Galleria Vittoria
Via Margutta, 103 Roma
Orario:lun-ven 15-19
Ingresso gratuito