Qualche volta, di notte. In occasione del centenario della nascita di Michelangelo Antonioni, l'artista ha ideato un progetto ispirato al cinema del maestro ferrarese.
a cura di Massimo Marchetti
In occasione del centenario della nascita di Michelangelo Antonioni, Silvia Camporesi (Forlì, 1973) ha ideato per la MLB home gallery un progetto ispirato al cinema del maestro ferrarese. Alla domanda se credesse in Dio, Antonioni in un’occasione rispose: “Qualche volta, di notte”.
Il titolo della mostra raccoglie l’eco di quell’affermazione di discreto agnosticismo che non si vuole chiudere a possibili sviluppi spirituali. “Qualche volta, di notte” è una frase che rivela, nel flusso del tempo quotidiano, quella pausa che permette allo sguardo della mente di oltrepassarla come in un sogno cosciente; un pensiero nomade che, protetto dalla solitudine notturna, scava nella prosaicità del quotidiano. Per questa occasione la Camporesi sottopone le proprie riprese di paesaggi, oggetti e gesti alla verifica di una serie di riferimenti raccolti dalle pellicole di Antonioni, descrivendo come la realtà della sua ricerca nei linguaggi della fotografia e del video, abbia avuto un importante contributo da quel modello.
Silvia Camporesi ha lavorato sul il concetto di interferenza, realizzando immagini che possono appartenere alle narrazioni più diverse ma che allo stesso tempo hanno il proprio baricentro nell’immaginario antonioniano. Come se si trattasse di riflettere su un possibile remake filmico, l’artista ha realizzato un video e un’installazione fotografica che si pongono alla periferia di un’opera assente perché “irrealizzabile”. Il video consiste in una messa in scena di alcuni “tempi morti” ripresi dalle sceneggiature di Antonioni, provini per un’attrice che deve interpretare un ruolo che è al limite della non comunicazione.
A questo lavoro sono affiancate sequenze di immagini prodotte secondo logiche eterogenee: paesaggi identificati durante un viaggio, come in un sopralluogo, o situazioni inscenate nell’abbozzo di un racconto discontinuo che si sottrae a ogni affermazione definitiva. È un dato ormai acquisito come il carattere spaziale dello sguardo di Antonioni e la tensione che i suoi personaggi instaurano con il contesto, abbiano avuto un ruolo fondamentale nella formazione di molti artisti. Nel caso di Silvia Camporesi questo ascendente si manifesta nella rielaborazione complessa a cui viene sottoposto il naturalismo dello sguardo, una processo di astrazione che tiene l’immagine sul filo dell’artificio facendola slittare nel territorio dell’ambiguità. Rendendo omaggio alla de-drammatizzazione tipica del regista, dove la storia inizialmente strutturata in modo canonico rapidamente si sfalda e rivela tutta la sua ambiguità, nel dialogo tra il video e le immagini fotografiche si sviluppa un vuoto al centro del progetto dov’è collocato idealmente il “film” che non ci si appresterà mai a realizzare.
Inaugurazione 29 settembre dalle 18 alle 22
MLB home gallery
corso ercole I d'este, 3 Ferrara
lun-ven dalle 16 alle 20, sab-dom dalle 15 alle 19
ingresso libero