Mauro Bellucci
Sonia Costantini
Flavio Gallozzi
Cesare Galluzzo
Asako Hishiki
Yamamoto Masao
Mitsuo
Miyahara
Hiroyuki Nakajima
Ayako Nakamiya
Izumi Oki
Mara Pepe
Tetsuro Shimizu
Matteo Galbiati
Kevin McManus
Un gruppo di artisti si ispira al tema dell'iki. Nato nel quartiere dei piaceri dell'antica capitale Edo, l'attuale Tokyo, l'iki si compone di tre fasi: la seduzione, l'energia spirituale e la rinuncia.
A cura di Matteo Galbiati e Kevin McManus
いき
“Che struttura ha l'Iki ? Con che metodo si può chiarirlo e cogliere la sua essenza? È forse una parola universale rintracciabile in tutte le
lingue? O esiste solo in Giappone e il suo significato ha una specifica natura etnica?"*. Così Kuki Shūzō inizia il suo studio sul fenomeno Iki
a cui s’ispira la mostra collettiva, che inaugura il prossimo 4 Ottobre 2012, proposta dalla galleria Paraventi Giapponesi - Galleria Nobili.
Kuki Shūzō pubblica la Struttura dell'Iki nel 1930 con l'intenzione di spiegare agli occidentali un atteggiamento rintracciabile in Giappone
in un'area specifica di Tokyo nel periodo Bunka-Bunsei (1804-1830).
Cosa è dunque Iki? Innanzi tutto è un fenomeno che nasce all'interno del quartiere dei piaceri dell'antica capitale Edo, l'attuale Tokyo. Si esperisce nella vita quotidiana e si sviluppa attorno a tre punti fondamentali, solo apparentemente in contraddizione tra loro: la
seduzione, l’energia spirituale e la rinuncia. Nello specifico la seduzione viene intesa come tensione duale tra i sessi che sceglie di non
perseguire l'unione perfetta per mantenere la possibilità seduttiva attiva. Per fare ciò si avvale dell’energia spirituale che idealizza la seduzione mediante la forza d'animo. Con la rinuncia, la noncuranza, la sprezzatura l'anima dichiara il suo distacco consapevole dal mondo fluttuante definito come Ukiyo, noto per essere stato ampiamente descritto nelle stampe ottocentesche.
A Yoshiwara, il quartiere dei piaceri di Edo, si poteva osservare la geisha attempata esercitare sapientemente le sue arti seduttive: con
piglio aspro ma accattivante, riluttante, inflessibile e rigorosa, “ella poteva rifiutare la corte di clienti facoltosissimi ma yabo ovvero goffi adducendo che rappresentavano una vergogna per il quartiere”*.
Iki storicamente sviluppa una sua estetica formale che si riscontra in svariati aspetti della cultura giapponese: nell’architettura e nelle arti
decorative si adottano colori quali il blu, il marrone e il grigio e decorazioni come i moduli di parallele verticali, esemplificazioni visive di una seduzione che evita di raggiungere il proprio scopo. Il colore grigio in quanto espressione della rinuncia – colore che è in tensione tra bianco e nero – è stato proposto da Paraventi Giapponesi - Galleria Nobili come filo conduttore per legare tra loro opere eterogenee di
artisti giapponesi e italiani. Per la prima volta, e in via eccezionale, oltre agli artisti giapponesi che da tempo promuove la Galleria, si è estesa la partecipazione a questo progetto ad alcuni artisti italiani i quali, per sensibilità, nel lavoro dimostrano inconsapevolmente una vicinanza all’Iki non solo negli aspetti formali.
Il tema scelto, pur essendo relativo ad una stagione ormai tramontata ma di particolare interesse per la cultura giapponese, continua ad
essere generatore di fascino su chi lo sa recepire e costituisce, allo stesso tempo, uno spunto di riflessione esistenziale ed estetica,
capace di intrigare anche l'osservatore occidentale a cui viene offerta una via alternativa alla lettura del quotidiano contemporaneo.
È interesse e obiettivo della galleria Paraventi Giapponesi - Galleria Nobili, quando possibile, mettere a confronto due culture differenti che
si misurano su temi complessi al fine di trovare nuovi territori di riflessione utili ad un pubblico attento e sensibile. Per la complessità
filosofica di questo tema la galleria Paraventi Giapponesi - Galleria Nobili si riserva un suo sviluppo ulteriore in occasioni future.
Artisti presenti in mostra: Mauro Bellucci, Sonia Costantini, Flavio Gallozzi, Cesare Galluzzo, Asako Hishiki, Yamamoto Masao, Mitsuo
Miyahara, Hiroyuki Nakajima, Ayako Nakamiya, Izumi Oki, Mara Pepe, Tetsuro Shimizu.
Paraventi Giapponesi - Galleria Nobili
Via Marsala 4 Milano
Lunedì 15.30-19.00 - Martedì-Sabato 11.00-19.00
ingresso libero