Il doppio di Eros. Doppia personale sul tema. Da un lato un'interpretazione enigmatica, velata e profondamente simbolica di Cocco e dall'altro un'annotazione formalmente classica di Cantini.
La galleria Il Ponte presenta Il doppio di Eros la bi-personale di Carlo Cantini e Giampaolo di Cocco per la prima volta insieme a Firenze. La mostra è composta da due tipologie di lavoro assai distinte e il titolo si riferisce alla duplice modalità di osservazione dell’Eros concretizzata nel doppio livello della galleria. Due modalità in due diversi piani con due riflessioni diverse: da un lato un’interpretazione enigmatica, velata e profondamente simbolica (esemplificata dal buio del piano inferiore della galleria, voluto dal di Cocco) e dall’altro, un'annotazione chiara, esplicita, formalmente classica (la luce piena del piano terra della galleria, occupato dal Cantini).
Un Eros bifronte torna a manifestarsi in un’epoca che a prima vista, sembrerebbe già conoscerne ogni segreto, tramite il lavoro di due artisti che con le loro fotografie e installazioni, tra cui molte inedite, presentano gli scrigni dai quali hanno tratto lo straordinario repertorio di esperimenti sull’immagine e sull’evocazione della sensualità. Il doppio di Eros in questo senso, diventa fragile epifania della bellezza, pienezza e dolcezza dell’amore sensuale e del corpo femminile, secondo la doppia accezione di James Hillman di desiderio fisico immediato da un lato e desiderio struggente e irraggiungibile dall’altro.
Carlo Cantini è maestro nell’arte di mettere in relazione una fotografia col suo contesto. L’artista noto per i lavori di still life, dà all’immagine quella dimensione interiore che associa lo sguardo alla sensibilità e all’intuizione creatrice. Giampaolo di Cocco ha invece al suo attivo una serie di interventi dove l’intreccio tra spazio e oggetto produce l’effetto meraviglia. Per questa occasione l’artista prevede di realizzare appunto una serie di interventi installativi dal forte carattere metaforico.
Carlo Cantini si forma presso studi e laboratori fotografici e opera nel campo dell’editoria d’arte e nello still life. Dai primi anni Settanta conduce una ricerca personale stimolata dal confronto e dalla collaborazione con gli artisti tra i quali Bagnoli, Burri, Ceroli, Salvadori. Dopo le immagini riprese in bianco e nero di ambienti silenti e minimali, sul finire degli anni Settanta si riappropria del colore dando corpo alla propria immaginazione ispirandosi al mito e ai temi del passato. A partire dal ’74, oltre a tenere mostre personali, partecipa costantemente a collettive in Italia e all’estero. La sua attività professionale dal ’97 si è estesa all’insegnamento della fotografia di still life che conduce presso corsi professionali istituiti dalla Provincia di Firenze.
Giampaolo di Cocco è figura poliedrica e complessa del panorama artistico italiano, ha realizzato opere dove il lavoro interpreta e definisce lo spazio architettonico eseguendo sculture negli spazi urbani in Francia, Germania, Danimarca, Olanda e Italia. Importanti articoli sul lavoro del di Cocco compaiono su riviste specializzate come “Domus”, “Abitare”, “Ottagono”, oltre che sulla stampa periodica e quotidiana. Si sono occupati del suo lavoro tra gli altri, Gillo Dorfles, Omar Calabrese, Pierre Restany e Giuseppe Pontiggia.
Inaugurazione 6 ottobre ore 18
Galleria Il Ponte
via di Mezzo, 42b Firenze
orario: lunedì / venerdì 15.00 - 19.00, sabato su appuntamento, chiuso i festivi
Ingresso libero