La mostra illustra i contributi che giunsero nel nostro Paese con la mediazione di Soffici. Esposte 110 opere tra dipinti, disegni, sculture, edizioni di libri e riviste. Oltre a Soffici, in mostra opere di artisti e poeti come Picasso, Modigliani, Apollinaire...
a cura di Luigi Cavallo
Dopo l’esposizione “Soffici 1907/2007. Cento anni dal ritorno in Italia” e l’apertura al pubblico del “Museo
Ardengo Soffici e del ’900 italiano” nel 2009, l’Assessorato alla Cultura del Comune di Poggio a Caiano
propone una nuova mostra dal titolo: “Ardengo Soffici, L’Europa in Toscana”.
Curata da Luigi Cavallo, insigne studioso dell’artista e del Novecento oltre che curatore del Museo, la
mostra illustra con opere e documenti originali i contributi che dall’Europa giunsero nel nostro Paese con la
mediazione di Soffici, dando vita a un importante capitolo della nostra cultura.
Esposte 110 opere tra dipinti, disegni e sculture - provenienti da collezioni pubbliche e private – e
eccezionali documenti originali come le prime edizioni di libri e riviste. Oltre a Soffici, in mostra opere di
maestri e poeti come Pablo Picasso, Alberto Modigliani, Apollinaire, Edgar Degas, Raoul Dufy, Léger, Jacques
Lipchitz, Max Jacob, Medardo Rosso, Henry Rousseau Il Doganiere, Alfred Sisley, Chaim Soutine,
Alexandra Exter, Archipenko, Larionov, Gončarova e gli italiani Balla, Umberto Boccioni, Carlo Carrà, De
Chirico, Primo Conti, Giovanni Costetti, Achille Lega, Alberto Magnelli, Marinetti, Rosai, Gino Severini,
Lorenzo Viani.
L’esposizione odierna - che si terrà negli spazi espositivi delle Scuderie Medicee di Poggio a Caiano dove ha
sede anche il Museo Ardengo Soffici - è un’altra tappa significativa del programma di ricerche e studi che da
anni il comune toscano, dove Soffici visse ed è sepolto, conduce sulla figura e l’opera sofficiana oltre che
sull’arte italiana del ‘900.
Ardengo Soffici (1879-1964), pittore e letterato, strinse innumerevoli contatti con i maggiori protagonisti del
suo tempo e con i più audaci movimenti letterari e artistici d’inizio Novecento, tanto che attraverso la sua
opera completa, si finisce per conoscere un intero spaccato dell’arte europea del XX secolo.
Nel suo primo soggiorno a Parigi, dove visse sette anni dal 1901 al 1907, ebbe modo di entrare nel dibattito
artistico più avanzato: conobbe Picasso, Max Jacob, Jean Moréas, Apollinaire, Juan Gris, Braque; la sua
pittura risentì della conoscenza delle opere dei pittori impressionisti, e di Maurice Denis, Odilon Redon,
Degas, Toulouse-Lautrec, e specialmente di Cézanne. Rientrato in Italia nel 1907 con un tale bagaglio
culturale, Soffici diventerà interprete di un’operazione di svecchiamento della cultura provinciale e
accademica dell’Italia umbertina. Attraverso l’avventura de La Voce, intrapresa con Papini e Prezzolini dal
1908, pubblicherà articoli sulla rivalutazione di Medardo Rosso – artista famoso in Francia, quasi
dimenticato dalla cultura italiana di allora – sugli impressionisti e su Rimbaud, che avranno conseguenze
importanti per il dibattito culturale del tempo, portando così una ventata d’Oltralpe in una nazione
attardata, sui resti del positivismo ottocentesco.
Per primo in Italia riconoscerà l’importanza di Cézanne – il suo scritto del 1908 su Vita d’arte precede la
fortuna critica del pittore di Aix-en Provence nella nostra penisola – e nel 1910 organizzerà a Firenze la
prima mostra italiana dell’Impressionismo francese, che gli avrebbe fruttato un secondo soggiorno a Parigi
per reclutare le opere. La conoscenza di Rousseau il Doganiere aprirà uno dei migliori capitoli della sua
divulgazione artistica e della sua pittura. Soffici difenderà i pittori cubisti, Picasso e Braque, quando a
Firenze nessuno li apprezzava e manterrà attive le frequentazioni artistiche a Parigi, tornandovi di nuovo,
per alcuni mesi, nel 1911 e nel 1912; a casa di Apollinaire, frequenta André Salmon, Derain, Dufy, Vlaminck,
Léger.
Tra i contatti europei, Soffici si aprirà al mondo delle avanguardie russe attraverso il suo rapporto
sentimentale con Hélène d’Œettingen e l’amicizia con il cugino Serge Jastrebzoff, ma anche scrivendo sulla
pittrice Anna Gerebzova e intessendo una relazione con la pittrice Alexandra Exter, grazie alla quale
conobbe Natalja Gončarova e Michajl Larionov. Soffici entrerà in rapporti anche con la Germania, attraverso
la rivista Der Sturm, ed esporrà a Berlino le proprie opere, nel 1913, con Robert Delaunay e Julie Baum.
Nello stesso anno esporrà a Praga con il Gruppo degli Artisti Plastici, tra cui Derain, Picasso e Braque, e a
Rotterdam assieme ai futuristi. Nel 1914, di nuovo a Parigi, sarà in contatto con Apollinaire e l’ambiente de
Les Soirées de Paris, dove conoscerà Cendrars e i fratelli de Chirico. Esporrà anche a Londra, alla The Doré
Galleries, con il gruppo futurista. L’ultimo viaggio di Soffici a Parigi sarà nel 1959, quando ottantenne visiterà
gli studi di Van Dongen e di Picasso e incontrerà Severini.
Tra le opere in mostra, alcune di Pablo Picasso : Bicchiere a calice (un disegno del 1913 pubblicato, lo stesso
anno, da Soffici sulla rivista Lacerba), che nella sua essenzialità lineare, contrapposta alla complessità degli spazi, è
stato uno dei punti di riferimento per l’avvicinamento del cubismo in Italia e una chiave stilistica e plastica per
artisti come Severini e Carrà. Esposto, sempre di Picasso, anche Composizione del 1909, un disegno donato
probabilmente dal grande maestro a Soffici durante il periodo in cui fu a Parigi per la preparazione della
mostra sugli Impressionisti, organizzata a Firenze dalla rivista La Voce nel 1910. Di Amedeo Modigliani in
mostra tre disegni: Ritratto di Moïse Kisling (1916), Nudo femminile seduto (1916-1917) e il bellissimo Nudo di
donna seduta, sempre degli stessi anni. Indimenticabile il racconto dell’incontro tra Soffici e Modigliani a Parigi, nel giugno
1914, che ci restituisce uno dei ritratti più commoventi e veri del grande e sfortunato artista: “Al caffè della Rotonde di
Parigi, vedo uno che, uscito di tra la folla dei clienti, si precipita al mio tavolino, e con ardente trasporto mi
afferra le mani e mi chiama per nome. Riconobbi allora Modigliani: ma, ahimé, quanto mutato da quel che
era! Vestito con estremo disordine, la camicia sbottonata e il collo nudo, in zucca, i capelli arruffati e gli
occhi stravolti e febbrili, pareva un ossesso. La sua faccia, già così bella e chiara, s’era fatta dura, travagliata,
violenta”. Di Pierre-Auguste Renoir saranno esposti due paesaggi del 1910: Les Arbres, automne e Bord de mer
di cui Soffici scrive su La Voce, il 15 febbraio 1912: «è per me il più grande, il più completo pittore dei nostri tempi [...].
Basta vedere i suoi paesaggi, per sentire come irresistibilmente le due immagini della giovinezza e della primavera
presiedono alla sua creazione. È in questi uno sgorgo di linfe, una fluttuazione di verdure pregne d’aria, una biondezza
ventilata mattutina, dove la zolla si gonfia, si sfalda, e i fiori improvvisi sbocciano e s’aprono con splendore». Di Fernand
Léger in mostra Composition à la feuille del 1931; del grande scultore lituano Jacques Lipchitz Arlequin et mandoline,
1920, un gesso verniciato con gommalacca, parte dell’importante donazione che The Jacques and Yulla Lipchitz Foundation
ha fatto al Museo Civico di Prato. Di Marinetti in mostra, tra le altre opere, una straordinaria composizione del 1916,
Parole in libertà, che il fondatore del futurismo pubblicò nella prima pagina della rivista L’Italia Futurista con il titolo:
“Gloria all’italiano Guido Guidi che su apparecchio italiano ha battuto il record mondiale d’altezza (7950 m.)”. Di
Balla in mostra alcune opere, tra cui un notevole dipinto del 1915 -1916 Leggerezza di rose. Testimonianza
dell’intenso rapporto tra Soffici e De Chirico due dipinti di quest’ultimo: Figura di donna in riva al mare
(1928-24) dalla collezione Narciso Parigi e Lotta di cavalieri e fanti (1928) appartenuto a Soffici.
In occasione della mostra sarà pubblicato un catalogo, edito da Edifir, con saggi di Luigi Cavallo, Mario
Richter, Elena Pontiggia, Giulia Ballerini, Matteo Bianchi, Luigi Corsetti, Marco Moretti, Oretta Nicolini.
La mostra è resa possibile grazie anche al sostegno della Camera di Commercio, Banca di Credito
Cooperativo Area Pratese, Terna S.P.A.
Immagine: Ardengo Soffici, Trasporto funebre 1910, olio su cartone. 39,5 x 31,8 cm
Ufficio stampa Ambra Nepi Comunicazione
Firenze, via dei Benci 23 /Piazza Santa Croce Tel. 348 6543173 info@ambranepicomunicazione.it
Inaugurazione della mostra sabato 13 ottobre 2012, ore 17.00
Museo Ardengo Soffici e del 900 italiano
via Lorenzo Il Magnifico, 10 Scuderie Medicee di Poggio a Caiano (PO)
Orari:
dal mercoledì alla domenica: 10-13 / 14-18.30. Chiuso lunedì e martedì
Ingresso:
biglietto unico €. 3.00 (ragazzi sotto i 18 anno gratuito)