L'orizzonte capovolto. 20 dipinti e una selezione di opere a carattere grafico realizzati fra gli anni '60 e gli anni '90. Le composizioni, gli interni dello studio, l'autoritratto, ma soprattutto le visioni della Darsena milanese, soggetto che l'artista ha affrontato con continuita' studiandone in modo approfondito le possibilita' compositive.
Sono esposti oltre venti dipinti e una selezione di opere a carattere grafico realizzati dall’artista fra gli anni sessanta e gli anni novanta. Le composizioni, gli interni dello studio, l’autoritratto, ma soprattutto le visioni della Darsena milanese, soggetto che l’artista ha affrontato con continuità studiandone in modo approfondito le possibilità compositive.
ATTILIO ROSSI nasce ad Albairate (Milano) nel 1909. Lascia l’Italia nel 1935 e si stabilisce a Buenos Aires dove si dedica intensamente alla pittura esponendo nelle principali città del Sud America. Illustra libri di poeti e scrittori di fama internazionale come Jiménez, Alberti, Borges, Neruda, Rilke, Mann, Quasimodo, Valéry, Claudel.
Al suo rientro in Italia, Carlo Carrà presenta la sua prima personale alla Galleria Bergamini nel 1951. E’ invitato successivamente a importanti esposizioni d’Arte internazionali come la Biennale di Venezia, la Quadriennale Romana e la Biennale di Alessandria d’Egitto. Nel 1969 per il Teatro alla Scala realizza le scene e i costumi per la “Luisa Miller” di Verdi. Nel 1975 il Comune di Milano gli dedica un’importante mostra antologica a Palazzo Reale; fra le opere di particolare rilievo esposte vanno segnalate le quattordici grandi tele dedicate alla “Via Crucis oggi”.
L’artista ha tenuto presso la Galleria Ponte Rosso due importanti mostre personali: L’autoritratto e lo specchio reticente (1987) curata da Dino Formaggio e L’autoritratto e la stanza della folgore (1992) presentata in catalogo da Luciano Caramel. Attilio Rossi muore a Milano nel 1994.
Ha scritto ORLANDO CONSONNI in “Ricordo di Attilio Rossi” (1994)
“Venne da noi verso sera il 23 febbraio scorso e fu l’ultima sua visita alla Galleria di via Brera dopo oltre un ventennio di assidua frequentazione. Lo accompagnava il figlio Pablo. Non volle mancare all’inaugurazione della mostra di Vellani Marchi. Lo conobbe negli anni trenta ai tempi di Campo Grafico, lo seguì nei decenni successivi con ammirazione e simpatia. Quella sera Rossi trascinava visibilmente la sua sofferenza: il volto affilato, una malinconia diffusa negli occhi chiari e acuti, sempre vivo e luminoso il mezzo sorriso di sempre. Non volle neppure sedersi. Visitò la mostra attentamente com’era sua abitudine, dapprima in silenzio per abbandonarsi poi ad una lettura critica dei quadri datati fra il 1925 ed il 1950. Non si limitò a mettere in luce gli apporti della grande pittura figurativa di quei decenni storici ma trovò anche il modo di citare un nome a lui caro: quello di Fra Luca Pacioli, per via di una sottostante osservanza all’ordine geometrico riscontrata in alcuni dipinti di puro stampo impressionista.
Attilio Rossi fu un artista severo con se stesso e con gli altri, senza compromessi e con molte frecce al suo arco: una sensibilità poetica acutissima, una mente con spiccata attitudine alla razionalità e una memoria chiara e forte che gli permetteva di accreditare i suoi discorsi e interventi con citazioni di fonti, di letture, nomi, date. (…)
Attilio Rossi ha vissuto intensamente il suo tempo raccogliendo e seminando cultura ovunque, senza limitazioni e preclusioni. Ne abbiamo beneficiato, ci fu amico e maestro, lo ricordiamo con rimpianto, lo ringraziamo.”
Inaugurazione 18 ottobre ore 18
Galleria Ponte Rosso
via Brera, 2 - Milano
Orario: mart-sab 10-12.30 e 15.30-19
Ingresso libero