De Cardenas offre la rara occasione di vedere in Italia le opere di questo straordinario artista svizzero.
Nato a Berna nel 1941, Markus Raetz da circa trent¹anni riflette sul linguaggio dell¹arte in quanto comunicazione visiva, attraverso immagini poetiche ed essenziali. Nei taccuini degli anni sessanta e settanta l¹artista traccia le basi della sua visione: le linee delicate e precise dei disegni formano figure umane, paesaggi e oggetti la cui continua trasformazione ci rende partecipi al processo creativo e consapevoli della relatività delle immagini e dei punti di vista.
Nel corso degli anni le idee e le tematiche contenute nei taccuini vengono trasformate in opere, diventano installazioni, sculture, opere monumentali.
Sovente realizzate in materiali naturali, inconsueti o effimeri, queste conservano l¹originale leggerezza del disegno e la consapevolezza di essere immagini, fantasia, visione e quindi finzione, gioco, pensiero. Ne sono esempi le foglie di eucalipto che compongono volti sul muro (1982); i rametti che, se guardati da un determinato punto nello spazio, modellano il torso di Eva (1983); le stele di granito sparse su un prato, che viste da una determinata collina compongono un viso (1984).
In alcune opere presentate al Padiglione Svizzero della Biennale di Venezia nel 1988 la luce stessa, elemento costitutivo di ogni percezione visiva, diviene protagonista e crea un paesaggio: un semplice foglio di latta piegato riflette la luce in modo da rappresentare l¹orizzonte, il mare ed il cielo.
Dall¹inizio degli anni Novanta Raetz lavora ad un nuovo ciclo di sculture: le Anamorfosi, presentate in diversi musei, tra cui l¹IVAM di Valencia, il Musée Rath di Ginevra, la Serpentine Gallery di Londra e presso Monica De Cardenas a Milano nel 1994. Le Anamorfosi sono sculture in ferro o bronzo fuso che da un determinato punto di vista rappresentano un¹immagine, che si dissolve mentre la si aggira, per rivelarne in seguito un¹altra, completamente diversa: la scultura in bronzo ³Head², per esempio, da un punto di vista mostra una testa e da un¹altro la stessa testa capovolta.
Questa seconda mostra milanese presenta sei nuove sculture ed un¹ opera su carta.
Queste costituiscono l¹evoluzione delle Anamorfosi: in alcuni casi le parole sostituiscono le immagini; in altri, sculture, che già ci invitavano a girar loro intorno, hanno fatto proprio il movimento, ruotando su se stesse. In 'Duo' (1998), per esempio, alcune linee sospese nell¹aria compongono i tratti di due volti in continua trasformazione.
Inaugurazione: Giovedì 10 febbraio 2000 alle 18.30
De Cardenas
Via Viganò 4 a Milano
Orario di apertura: 15 - 19, domenica e lunedì chiuso