Into the Landscape. Fotografie. Un paesaggio decontaminato dai luoghi comuni permette di leggere su di esso il modo di vivere di un'intera cultura.
Gli uomini assomigliano piu' al loro tempo che ai loro padri, e cosi il paesaggio riflette il proprio tempo piu' che altri passati.
Un paesaggio decontaminato dai luoghi comuni permette di leggere su di esso il modo di vivere di un'intera cultura. La precarieta' presente nella nostra quotidianita' si riflette precisa nelle forme che il paesaggio antropizzato assume giorno dopo giorno.
Sparita la perfetta forma dell'uomo vitruviano misura di tutte le cose, sparita la razionalita' e quel senso di controllo delle contingenze che ha elevato l'uomo rinascimentale a modello antropologico universale, resta adesso un paesaggio maturo che cresce ed ambisce - coerentemente e logicamente - ad una propria indipendenza. E cosi', di pari passo evolvono le sue capacita', la sua autostima e le sue ambizioni. Quello che e' stato creato prende vita e sfugge al proprio ideatore, mutando se stesso in qualcosa di altro, orgoglio e timore del proprio creatore.
Quello che oggi il paesaggio offre, e' un campo di battaglia in cui si sfidano le nostre piu' profonde paure e angosce.
Territori antichi, gloriosi e nobili ma ormai persi, inesorabilmente proiettati verso lidi di cui non conosciamo le sponde.
Eppure abbiamo di fronte un mondo attuale, vivo, magari debole e giovane, ancora - per poco - impaurito di fronte a sfide che sente troppo grandi per poter essere raccolte, ma che prova timidamente ma orgogliosamente a lasciare una propria traccia.
E' questo l'emblema conflittuale perenne in cui vive l'uomo contemporaneo, confuso da una grandezza che non riesce a ritrovare ed un futuro che incute troppi dubbi. Una condizione fluttuante tra due sponde, una sfida troppo umana da cui si origina uno spazio sospeso in cui ogni singola mossa ripropone scelte che non riusciamo a compiere.
Questi paesaggi ci identificano e appartengono, sono in relazione diretta con l'uomo contemporaneo e sono il frutto della nostra cultura, ovvero del nostro tempo. Sono i nostri figli.
Inaugurazione Venerdì 26 ottobre ore 18.30
Galleria Numero 38
via del Battistero, 38 - Lucca
Apertura dal martedì al sabato ore 10-13 e 16-19.30
Ingresso libero