Con il progetto dal titolo "Oggi vince il..." si inaugura Boxer: una serie di mostre che andranno a occupare gli spazi accompagnate dalla realizzazione di fanzine. Baruzzi presenta disegni oggetti e poster.
Ideazione e curatela: Antonio Grulli
Con il progetto dal titolo Oggi vince il... pensato e realizzato dall’artista Riccardo Baruzzi si inaugura BOXER: una serie di mostre con cadenza mensile che andranno a occupare gli spazi del bar accompagnate ogni volta dalla realizzazione di fanzine. Per questo primo appuntamento Baruzzi presenterà tre oggetti, dei disegni, e dei poster realizzati per l’occasione. Gli oggetti consistono in una serie di cesti realizzati in passato dal bisnonno dell’artista che potranno essere utilizzati nei giorni della mostra sia dal pubblico sia dagli stessi baristi. Il concetto alla base di questo intervento sarà una riflessione sull’idea di “lancio” e sull’azione del “lanciare”. Per questo la stessa fanzine sarà la presentazione di suggestioni visive che sono state alla base degli interventi installativo/sonori che l’artista ha realizzato in passato con il musicista Enrico Malatesta, e all’interno della quale proprio l’azione di lanciare oggetti più o meno piccoli in grado sia di produrre suoni sia di cambiare l’installazione ha un ruolo molto importante. Riccardo Baruzzi infatti negli ultimi anni ha portato avanti collaborazioni con artisti e persone provenienti talvolta da ambiti differenti dal mondo dell’arte. Per Oggi vince il... l’artista lavorerà con Tipografia Testamento (tipografiatestamento.tumblr.com), gruppo di creativi che ha partecipato in passato al Festival di Santarcangelo e a Mantica (Cesena) e che costantemente sperimenta con il mezzo della stampa in ogni sua forma.
Il progetto BOXER invece affonda le sue radici nel mio percorso curatoriale e critico degli ultimi anni. Nel 2010 con Davide Ferri abbiamo dato vita a Festa Mobile. Una due giorni di incontri, conferenze, performance all'interno di tre bar del centro di Bologna durante il fine settimana di Artefiera. La crisi economica era da poco iniziata e l'idea nasceva come visione di un futuro in cui l'assenza di finanziamenti per istituzioni dedicate alle arti visive ci avrebbe costretto a utilizzare gli unici luoghi pubblici in cui non ci fosse da pagare luce, riscaldamento, personale: luoghi accoglienti in cui bere qualche cosa, socializzare e scroccare la lettura dei quotidiani. Il progetto intendeva anche indagare il luogo del bar come "istituzione" informale che ha accompagnato a tutti gli effetti la storia dell'arte dalle avanguardie storiche a oggi. I bar hanno avuto un ruolo fondamentale all'interno di questa storia.
Esagerando potremmo affermare che tutti i movimenti di avanguardia sono nati nei bar. I bar del ring di Vienna dove si trovavano gli artisti della Secessione, i bistrot di Parigi per i cubisti, i club della New York anni sessanta-settanta, sono solo gli esempi più famosi. Luoghi di scambio intellettuale, di dialogo, di confronti che si sono tramutati talvolta in scontri, non solo verbali. Ma anche bar come uno dei pochi luoghi di incubazione della transdisciplinarietà, in cui gli artisti e i critici hanno incontrato scrittori, poeti, registi. Incontri altrimenti difficili.
BOXER nasce come spin-off di Festa Mobile. Si tratterà di una serie di mostre in cui artisti, ma non solo, verranno chiamati a confrontarsi con gli spazi di un bar ancora senza nome. Ogni mostra verrà accompagnata da quella che potremmo definire una via di mezzo tra una fanzine e un piccolo multiplo. Massima libertà per gli artisti di sperimentare col formato. Due i vincoli: le "pubblicazioni" dovranno essere economiche (per singola copia la produzione dovrà costare intorno a 2-3 euro, e verranno vendute sempre a prezzi molto bassi); seconda limitazione sarà l'obbligo di utilizzare solo macchinari presenti all'interno delle copisterie universitarie, quindi stampanti, fotocopiatrici, ecc.
Questi luoghi e queste tecnologie sono tra le cose maggiormente caratterizzanti il paesaggio del centro di Bologna. Diventa questo un modo per riflettere anche sulla distribuzione dell'arte in momenti di crisi, in cui le risorse provenienti da collezionisti privati si riducono, e in cui le amministrazioni pubbliche tagliano le proprie sovvenzioni alle istituzioni culturali. Anche se l’utilizzo delle fanzine come forma d’arte è stato utilizzato da moltissimi artisti, l'idea ha iniziato a girarmi per la testa le prime volte che sono incappato nelle bellissime e poverissime pubblicazioni di due artisti molto diversi come l'americana Amy Sillman e il croato Mladen Stilinovic.
Ma l'idea si ricollega, come dicevo, a tutta una tradizione bolognese di distribuzione dell'informazione e delle idee attraverso materiali poveri, e di ripensamento del concetto stesso di copyright. Le radici sono nella controcultura punk che in città si è declinata soprattutto nei movimenti di protesta degli anni settanta, capaci di imporsi a livello internazionale per la propria spinta innovativa, in cui la lotta politica si univa ad un portato culturale ed estetico. In primis vorrei citare, vista la recente perdita, le autoproduzioni editoriali di Roberto Roversi che esprimevano un desiderio quasi godardiano di controllare e definire ogni singolo passaggio del libro, dalla creazione dell'opera fino alla sua distribuzione, passando per il "disegno" di quest'ultima. Ma anche l'esperienza del progetto Wu Ming che, ad esempio, permette di scaricare e stampare i libri dal sito.
Questa è una caratteristica che inevitabilmente colpisce e influenza gli artisti anche stranieri che si trovano a passare e lavorare in città. Il MAMbo, in maniera molto intelligente, ha ad esempio invitato negli ultimi anni due artisti che convergono perfettamente su questa modalità operativa, Christopher Williams e Seth Price, e loro si sono ricollegati immediatamente a questa tradizione. Ricordo poi una passeggiata in centro con Sissi e Goshka Macuga: Goshka rimase talmente colpita dalle bacheche informali su cui gli studenti affiggono i loro annunci da replicarle in un'opera della sua mostra personale alla Zacheta Gallery in Polonia.
Soprattutto le pubblicazioni/fanzine sono sempre il riferimento di una comunità di persone che si riconosce in una determinata sfera culturale e scala di valori. Proprio come alcuni bar. Mentre l'arte oggi si è spesso scollata dall'essere il riferimento di un gruppo di persone in grado di condividere una visione. E forse proprio per questo ha perso molta della sua vitalità.Il titolo della serie di mostre e fanzine è Boxer. Mi piace perché ha un sapore un po’ da sottoscala umido e clandestino. E' il nome di un cane (e io amo i cani) dall'aspetto cattivo ma di indole buona, e sarebbe piaciuto a Hemingway. Mi ricorda la rivolta cinese dei Boxer e vorrei che questo fosse uno spazio capace di fare progetti che mettano in discussione un certo conformismo del mondo dell'arte contemporanea.
È un titolo capace di dare continuità a una certa riflessione sull'idea di conflitto che è sempre stata propria dei progetti che ho fatto nei bar, come dicevo. Quando già avevo scelto questo nome mi è poi venuto in mente il progetto Boxeur de Coeur, strettamente legato al bar in questione, e anche questa coincidenza mi è piaciuta molto. E poi, non so perché, ho sempre collegato la pittura alla boxe. Sarà per Blinki Palermo, sarà per la foto di Warhol e Basquiat coi guantoni, sarà perché negli ultimi anni i pittori sono gli artisti che hanno dovuto lottare maggiormente in Italia per riuscire ad essere accettati con dignità nel mainstream.
Per questo vorrei dare un certo spazio ai pittori in questo progetto ed anche per questo la scelta del primo artista è ricaduta su Riccardo Baruzzi, uno degli artisti italiani che negli ultimi anni ha indagato e fatto evolvere il linguaggio pittorico in modo più interessante; ma senza abbandonare gli altri media come vedrete in questa mostra. A dicembre sarà invece la volta del secondo artista, Marta Pierobon, anche lei con un background da pittrice ma che negli ultimi anni ha lavorato soprattutto con la scultura.
Antonio Grulli
http://riccardobaruzzi.blogspot.it/
Riccardo Baruzzi (Lugo di Ravenna, 1976) consegue la Laurea presso l’Accademia di Belle Arti di Ravenna. Accanto alla pratica artistica si affianca quella musicale dove, nello specifico, sfrutta la struttura fisica del giradischi come strumento sonoro; dal 2008 collabora con Enrico Malatesta e Lorenzo Senni con il progetto Sportswearrevenge, effettuando diverse tournee in Europa. Negli anni successivi è interessato ad elaborare alcuni aspetti del "processo creativo": in particolare fa riferimento al disegno, alla pittura e alla scultura, a quello che avviene fra se stesso e la materia nel momento in cui essa viene concepita, indagandone i possibili rapporti, per poi relazionarli con l'oggetto finale. Lo scorso anno ha esposto a Londra presso Turbine Hall – Tate Modern e Arcade Gallery e presso Ceri Hand Gallery di Liverpool.
Inaugurazione domenica 11 novembre 2012 ore 18.30
Via Santa Croce 16/C, 40122 Bologna