Emanuela Filippi - Eventi e Comunicazione
Abstrait lyrique. Una selezione di 90 opere tra olii e gouaches, scelti da Matteo Lorenzelli, per illustrare la produzione dell'artista dal 1955 al 1970.
Un grande omaggio a Gérard Schneider e all’autonomia della sua pittura
che negli anni ha saputo mantenersi aliena da mode e compromessi,
specchio di una totale libertà spirituale costantemente perseguita
e felicemente raggiunta e di una inesausta verità interiore.
A più di venticinque anni dalla sua scomparsa e dalla successiva memorabile esposizione che Lorenzelli Arte gli dedicò per celebrare un amico ma soprattutto una grande figura intellettuale, la galleria torna a riproporre le opere di Gérard Schneider con una rassegna altrettanto significativa per la rigorosa selezione e la qualità delle opere. Con circa novanta quadri, tra oli e gouaches, scelti da Matteo Lorenzelli all’interno della produzione che va dal 1955 al 1970 e che coincide con l’età matura dell’artista, la mostra Gérard Schneider. Abstrait lyrique, che apre i battenti giovedì 15 novembre, vuole essere un omaggio ad un grande esponente della pittura informale europea che ha continuato per tutta la sua vita a sperimentare e a rinnovarsi, giungendo ad un linguaggio molto personale completamente alieno da mode e compromessi.
Svizzero - nasce nel 1896 a Saint Croix, Vaud - Schneider nel 1916 si stabilisce a Parigi e assume, nel 1948, la cittadinanza francese. Dopo gli studi accademici all’Ecole des Beaux-Arts e i numerosi contatti con i surrealisti, i cubisti e, soprattutto, con gli astratto-geometrici degli anni Trenta, incomincia a mostrare le sue qualità di pittore in seno alla cosiddetta Jeune Ecole de Paris, costituita fra gli altri da Hans Hartung e Pierre Soulages, con cui Schneider espone nel 1947 ai Surindépendants.
Sono questi gli anni in cui la sua pittura inizia a staccarsi da qualsiasi riferimento naturalistico per arrivare a costruirsi su di un alfabeto fatto di soli segni e colori, forti e decisi, che animano la tela e non cercano di delineare alcuna forma compiuta, sino all’elaborazione di una personale concezione del gesto, generato non dall’automatismo, ma da un impulso che proviene dall'interiorità dell'artista e ne diventa quindi una puntuale registrazione, libera da qualsiasi riferimento a modelli precedenti e dalle limitazioni d'espressione che la figurazione porta con sé.
Le opere in mostra ben rappresentano questa stagione felice dove incominciano a comparire sulle tele fondi compatti, dalle tinte accese e dirette e le forme, tracciate con un pennello largo, “materico”, si muovono veloci; anche il colore quindi diventa elemento di riflessione e il termine “astrazione lirica” acquista in pieno tutto il suo significato, diventando la vera identità e sostanza dell'opera. Come si legge nell’introduzione al catalogo della mostra del 1986: “Lo slancio e l’eleganza del segno, il colore vibrante - che è struttura e poesia - sono connotazioni pittoriche non meno che umane, traduzione visibile di una suprema eleganza ed energia intellettuale, di una rigorosa tensione morale, di un profondo sentimento lirico”.
Biografia
Gérard Schneider nasce il 28 aprile 1896 in Svizzera, a Saint Croix, rue des Beaux Arts. Trascorre la sua infanzia a Neuchatel dove suo padre svolge l'attività di ebanista e di antiquario. Nel 1910 si iscrive al corso di pittura di Alfred Blailé e si dedica alla decorazione; nel 1916 é ammesso all'Ecole des Arts Décoratifs di Parigi. Nel 1918 entra nell'atelier di Cormon all'Accademia di Belle Arti; frequenta assiduamente il Musée du Luxembourg, allora Musée National d'Art Moderne e nel 1920 rientra a Neuchatel. Lo stesso anno sposa Marguerite Barbezat. La giovane coppia si trasferisce a Parigi nel 1922 dove Schneider studia e sperimenta i principali movimenti artistici. Nel 1926 espone per la prima volta al Salon d'Automne, frequenta il milieu musicale parigino e nel 1928 nasce sua figlia Janine mentre nel 1934 muore la moglie Marguerite.
Nel 1937 si interessa al pensiero dei surrealisti, ne coglie da vicino la natura; la sua paletta s'adombra, il nero assume una grande importanza. Scrive alcuni poemi ed espone tre tavole al Salon des Surindépendants. Nel 1938 i titoli delle sue opere non si ispirano più alla realtà: le tre tele inviate al Salon des Surindépendants si intitolano infatti Composition. Nel settembre 1939, allo scoppio della guerra, si mette a disposizione dell'esercito francese, ma non é chiamato; rimane così a Parigi e lo stesso anno fa la conoscenza di Picasso. Nel 1944 la sua pittura diviene completamente autonoma rispetto a tutti i riferimenti, dai ricordi della natura e allo stesso modo da tutta la geometria.
Nel 1945 il Musée National d'Art Moderne acquisisce una tela del 1944 - Composition. Designa ormai tutte le sue tele con il termine: Opus. Nel 1946 partecipa alla mostra "Peinture abstraites", alla Galerie Denis René, con Dewasne, Deyrolle, Hartung e Marie Raymond. Nel 1948 ottiene la nazionalità francese ed è invitato a partecipare alla Biennale di Venezia. Prende di volta in volta a partecipare a manifestazioni internazionali, da Stoccarda fino a Monaco, Dusseldorf, Hannover, Amburgo, Francoforte e Wuppertal. Pubblica il suo primo testo: Pour ou contre l'Art Abstrait sulla rivista "Arts". Nel 1954 partecipa nuovamente alla Biennale di Venezia con tre tele di grande formato: Opus 64 B.
Una tavola entra a far parte della collezione del Museum of Modern Art di New York. Sposa nel frattempo Lois Frederick, giovane americana venuta a Parigi a compiere studi d'arte. Fa la conoscenza di Eugène Ionesco. Nel 1957 riceve a Milano il Gran Premio di Lissone per l'arte astratta. Nel 1959, in occasione dell'Esposizione Internazionale di Tokyo, i giapponesi gli conferiscono il premio del governatore. Nel 1960 fa la conoscenza del mercante d'arte Bruno Lorenzelli che lo prende sotto contratto esclusivo fino al 1975. Nel frattempo tiene due mostre personali in Giappone.
Nel 1965 realizza diversi disegni e una litografia per illustrare le poesie di Eugenio Montale. Lo stesso anno, in collaborazione con la Galleria Lorenzelli, alcune opere sono presentate alla Galerie Arnaud di Parigi. Nel 1966 espone al Padiglione francese della Biennale di Venezia: un nuovo periodo, caratterizzato da colori eclatanti e da pennellate larghe e semplificate. Una mostra di quaranta sue gouaches percorre l'America Latina, e continuerà a circolare in Islanda e in Norvegia fino al 1976. Nel 1975 espone alla Galerie Beauborg, che l'ha preso sotto contratto. Nel 1981 si tiene la mostra "Paris-Paris" al Centre Georges Pompidou nella quale figurano alcune opere di Schneider. Gérard Schneider muore a Parigi l'8 luglio 1986. Nello stesso autunno Lorenzelli Arte gli dedica un'importante mostra in cui vengono esposte oltre duecentotrenta opere dal 1936 al 1970.
Catalogo Lorenzelli arte n° 137, con testo di Claudio Cerritelli
Ufficio Stampa Emanuela Filippi - Eventi e Comunicazione, +39.02.4547.9017 – +39.392.4150.276, eventiecomunicazione@gmail.com
Inaugurazione giovedì 15 novembre 2012, ore 18.30
Lorenzelli Arte
Corso Buenos Aires, 2 Milano
Orari martedì - sabato, ore 10.00/13.00 - 15.00/19.00. Lunedì su appuntamento. Festivi chiuso
Ingresso libero