Galleria CoArt
Corato (BA)
piazza di Vagno, 4 (vico San Francesco)
349 6141159

Francesca Speranza
dal 17/11/2012 al 8/12/2012
lun-dom 10.00-12.00 e 18.00-22.00

Segnalato da

Roberto Lacarbonara



approfondimenti

Francesca Speranza



 
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17/11/2012

Francesca Speranza

Galleria CoArt, Corato (BA)

Non puo' essere la Maddalena. Una mostra enigmatica che indaga le inquietudini della protagonista al centro della ricerca fotografica dell'artista.


comunicato stampa

La Galleria CoArt di Corato è lieta di ospitare la mostra personale di Francesca Speranza (Cisternino – BR, 1978).

"Pomeriggio di fine agosto 2012. Francesca Speranza delibera di realizzare un set fotografico nella piccola ara d’una villa settecentesca in zona Francavilla Fontana (luogo di infanzia dell’artista), poco lontano dal palazzo gentilizio cittadino, eredità di Giovanni Antonio del Balzo Orsini.
Il proscenio eletto è situato nel mezzo del quadrivio del giardino di corte laddove posa un banco roccioso circolare. Qualcuno dice già aduso a passate messe sataniche. Una vergine dal drappo rosso percorre numerose volte il tragitto cingendo nel cerchio l’INIZIO e la FINE.
Per terra un pallido teschio, forato nella regione frontale. Accade di trovarne centinaia negli ossari – in buona parte ancora occulti – dell’Arciconfraternita della Morte a poche centinaia di metri dal set (in zona di Oria)".
[Note dal testo critico del curatore]

Una mostra enigmatica che indaga le inquietudini del protagonista femminile al centro della ricerca fotografica dell’artista. Realizzati in un doppio set, tra Berlino e l’Italia, i lavori di Speranza accolgono numerose implicazioni di carattere iconografico e antropologico, alludono alla storia dell’arte sacra e alla rappresentazione della Maddalena, soggetto che l’artista adotta in virtù della grande ambiguità di questa figura. Nella mostra, infatti, i temi della femminilità e della sensualità del corpo si intrecciano ad aspetti esoterici e psicologici (tra i quali il tabù psicoanalitico del noli me tangere), riferiscono le ambiguità di atteggiamenti al limite tra peccato e pentimento e riecheggiano le vicende del cosiddetto "stupro di Berlino", perpetrato dai soldati sovietici nel 1945 in una delle fachwerkhäuser berlinesi dove è realizzato uno degli scatti in mostra.

Un elemento simbolico raccorda l’intera operazione: la presenza del gladiolo rosso, pianta che ricorreva frequentemente nelle cerimonie nuziali dell’antichità e cingeva le fanciulle amiche della sposa. Una corona di gladioli – nome derivante dalla spada corta romana, a doppio taglio – era segno di gioia per la cerimonia ma anche di sofferenza per il distacco dalla verginità. Nella cultura popolare, il gladiolo è divenuto uno dei principali fiori offerti ai defunti, come segno di distacco dalla terra e congiunzione con il cielo, simbolo che allude alla FINE terrena e al nuovo INIZIO celeste.
In mostra un’intera area della galleria verrà allestita con decine di spighe di gladioli al fine di creare uno spazio sensoriale e cromatico di grande suggestione lungo i temi affrontati dall’artista.

La mostra resterà aperta da Domenica 18 Novembre a Domenica 9 Dicembre, tutti i giorni dalle 10 alle 12 e dalle 18 alle 22.

Inaugurazione 18 novembre ore 19

Galleria CoArt
piazza di Vagno, 4 (vico San Francesco) - Corato (BA)
Tutti i giorni 10-12 e 18-22
Ingressol libero

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