Due mostre di Pio Tarantini e Roberto Toja: una visione antirealistica, allusiva e allegorica che accomuna le poetiche dei due autori.
Si inaugurano sabato 24 novembre 2012, alle ore 18, presso lo Spaziofarini6 due mostre di Pio Tarantini e Roberto Toja: i due lavori hanno in comune una visione antirealistica, allusiva e allegorica che accomuna le poetiche dei due autori, pur completamente diversi nella dimensione stilistica di cui si sono serviti.
Pio Tarantini con questo lavoro STRATIGRAFIE si colloca su un versante del tutto diverso, se non opposto, rispetto alla antica vocazione reportagistica che ha caratterizzato molti suoi lavori, dalla documentazione di eventi sociali e di vita quotidiana, alla ritrattistica, alle trasformazioni del territorio.
Per questa ricerca Tarantini si è servito della stratificazione di più fotogrammi per ottenere un’immagine onirica e dalla valenza simbolica, procedimento di cui si è servito in un’altra occasione della sua ricerca fotografica, quando realizzò un lavoro, Il passato e i pensieri, dedicato al tema della memoria. Ha ripreso questo modus operandi in anni più recenti come una necessaria rivisitazione visiva intorno a passioni, ambienti, persone e cose intorno alle quali gli capita di riflettere.
Il percorso, accidentato e rischioso, è oggi praticato da molti altri fotografi e artisti: Tarantini lo ha praticato, con risultati consolidati, già negli anni ottanta.
Il sovrapporsi di diversi fotogrammi – attuato oggi con i moderni mezzi che la post-produzione digitale offre, diversamente dalle sovrapposizioni degli anni ottanta ottenute direttamente in fase di ripresa o di montaggio manuale ¬– ¬vuole essere, oggi come ieri, una sintesi onirica di una ricerca che cerca di indagare visivamente su un livello diverso dell’animo, o delle sinapsi cerebrali che dir si voglia, rispetto alla più classica documentazione legata alla rappresentazione visiva mimetica, di riproduzione della realtà visibile.
Roberto Toja presenta UNKNOWN Ignoto; sconosciuto; incognito; misterioso, una ricerca legata alla memoria privata, personale, 'diaristica' in parte. È una memoria (o tempo) ritrovata attraverso il rievocare sfuggente, sfocato e annebbiato delle immagini legate alla reminiscenza più intima, remota − e per alcuni inutile − della memoria dell'infanzia. O meglio della trasformazione e manipolazione delle immagini-ricordo dell'allora bambino, oggi adulto.
Con questa prova si ha il tentativo di ricuperare non dei semplici e statici ricordi − in genere sempre fini a se stessi... − ma dei dati legati e correlati a delle situazioni, a delle immagini ricorrenti, consce o meno, comunque determinanti lo sviluppo intimo e personale dell'individualità attraverso, appunto, l'esperienza formativa legata ad un ricordo. È allo stesso tempo un ricuperare il ricordo di un'esperienza sensoriale tattile e per certi versi fisica, in quanto legata appunto al ricupero di una remota interazione con l'ambiente e con le cose di cui si era circondati.
«In questo mio tentativo» scrive l’autore «le immagini-ricordo qui presentate assumono la funzione liberatoria di espellere qualcosa di intrappolato dall'infanzia, legate a quella dimensione magica, spettacolare e dilatante tipica dell'occhio infantile, poi segregata e repressa nell'età adulta. Sono comunque allusive, allegoriche, originarie di un mondo 'altrove' esprimibile solo per brevi tracce di lontana memoria, volutamente costruite all'interno del rigore formale dell'impianto quadrato, realizzate in analogico B/N 6x6.
«Gli scritti, più o meno in relazione con l'immagine, vogliono evidenziare i due differenti approcci al tema del ricordo intimo: quello irrazionale della visualizzazione e quello 'razionale e adulto' dell'auto-analisi».
Pio Tarantini è nato a Torchiarolo, nel Salento, e ha compiuto studi classici a Lecce e poi Scienze Politiche all'Università Statale di Milano, città dove vive e lavora dal 1973.
Esponente della fotografia contemporanea italiana in quanto autore e studioso ha realizzato molti lavori, esposti dal 1982 in sedi pubbliche e gallerie private, e recensiti dalle più importanti pubblicazioni (quotidiani, riviste d’arte e di fotografia) in Italia e all’estero.
Ha pubblicato numerosi cataloghi e volumi monografici e svolge attività didattica sul linguaggio fotografico; attualmente insegna Fenomenologia degli Stili presso l’Istituto Europeo di Design di Milano.
Dal 1987 scrive articoli e saggi di fotografia per numerose riviste e attualmente collabora con la rivista Il Fotografo e ha pubblicato Fotografia. Elementi fondamentali di linguaggio, storia, stile, un manuale di linguaggio e storia della fotografia.
www.pio.tarantini.com
Roberto Toja è nato a Busto Arsizio, vive a Verbania. Laureato in Storia dell’Arte Medievale e Moderna presso l’Università degli Studi di Milano, lavora alternando l’insegnamento alla fotografia.
Formatosi come fotografo di architetturapaesaggio e reportage, parte della sua ricerca è orientata in prevalenza verso soggetti e ambienti ricercati con lo scopo di realizzare racconti per immagini, capaci di costruire delle pantomime ‘teatrali-fotografiche’ di carattere prevalentemente intimistico, crepuscolare, secondo un personale filo conduttore, generalmente legato al tema della memoria e della sua perdita, dello scorrere del tempo, delle diverse forme in cui si può rappresentare l’oblio.
In questa ricerca, l'autore utilizza prevalentemente immagini in bianco e nero, ricavate principalmente dall'impiego di strumentazione medio-formato analogica.
Le sue immagini fanno parte di prestigiose collezioni private e museali, quali Fotografia Italiana e Alinari.
www.tojaroberto.com
inaugurazione: sabato 24 novembre 2012 ore 18.00 - 21.00
Spaziofarini6
dove: Via Farini 6, 20154 Milano
orario: da lunedì a giovedì 15.30-18.30 o su appuntamento