Whatever works. Livelle, vetri, monitor e tergicristalli sono solo alcuni degli utensili che vengono decontestualizzati e riproposti in inedite composizioni. Nella mostra Whatever works, l'artista innesta dinamiche seriali, producendo macchine simili, multipli di oggetti.
Le opere di Roberto De Pol sono composti da elementi di uso comune, oggetti trovati quasi per caso, materiali semplici, che perdono la loro funzione primaria per assumere un diverso valore. Oggetti decontestualizzati e assemblati secondo una nuova funzionalità, che simulano azioni e accadimenti tramite il ricorso a congegni meccanici, e riproducono azioni quotidiane rendendole oggettive, ripetitive, cinetiche.
La contrapposizione di concetti come multiplo e variazione, produzione seriale e costruzione artigianale, eccezione e quotidianità sembrano essere la chiave di lettura del progetto.
All’interno della mostra Whatever works, l’artista innesta dinamiche seriali, producendo macchine simili, multipli di oggetti creati a partire dagli stessi elementi che riproducono i medesimi movimenti oppure modificano la loro natura e diventano altro da sé. Queste minime variabili determinano la singolarità di ogni opera, unica per elementi o per movimenti, ma che allo stesso tempo diventa parte di una serie, nata da un gesto, un fatto che Roberto De Pol analizza, destruttura e ricompone in maniera quasi oggettiva.
I titoli delle opere sono bibliografie di questi attimi, storie di assemblaggi elementari ma efficaci, un elenco letterale degli elementi che le compongono. Una serie di congegni, ideati secondo la poetica propria dell’artista, capace di fissare nel movimento dei suoi assemblaggi di oggetti d’uso comune la forza di attimi d’inaspettata straordinarietà (come il movimento di una tenda mossa dal vento o l’impressione di un’immagine nello schermo) scandiscono con un ritmo regolare l’andamento della mostra, permettendo al visitatore di perdersi nell’unicità della variazione che caratterizza i singoli multipli.
Roberto De Pol (Mannheim-Germania, 1977. Vive e lavora a Venezia).
Attraverso l’assemblaggio di oggetti parte del vissuto quotidiano di tutti noi, l’artista realizza installazioni che parlano di attimi e suggestioni della vita di ogni giorno. Livelle, vetri, monitor e tergicristalli sono solo alcuni degli utensili che vengono decontestualizzati e riproposti in inedite composizioni, curiose macchine nate per attirare l’attenzione, stupire e sorprendere il pubblico con la semplicità di piccoli accadimenti quotidiani.
Immagine: Venice, studio view, 2010
Inaugurazione 16 novembre ore 18.30
ULAP - UpLoad Art Project
via del Suffragio, 24 Trento
Orari: Lunedi' - Venerdi' 10-12 e 15-19, sabato, domenica e festivi su appuntamento