Spazio Tadini
Milano
via Jommelli, 24
02 26829749 FAX 02 26829749
WEB
Rossella Battaglini / Photo Selection
dal 3/12/2012 al 22/1/2013
mar-sab 15.30-19, in occasione di eventi serali fino alle 22

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Spazio Tadini



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Rossella Battaglini



 
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3/12/2012

Rossella Battaglini / Photo Selection

Spazio Tadini, Milano

Tra sacro e profano. I suoi lavori permettono di vedere, su soggetti attuali, gli effetti cromatici e tattili di antiche tecniche pittoriche, in particolare l'encausto. Inaugura inoltre Photo Selection, con il meglio del Festival Fotografico Italiano di Busto Arsizio.


comunicato stampa

Rossella Battaglini - Tra sacro e profano
Fino al 13 gennaio

Le opere di Rossella Battaglini ci riportano alle radici della storia artistica del nostro Paese. I suoi lavori permettono, anche oggi, di vedere su soggetti più attuali, gli effetti cromatici e tattili di antiche tecniche pittoriche, in particolare l’encausto. I greci e i romani usavano miscelare i colori con la cera e attraverso il fuoco riportarli sul supporto pittorico, ottenendo cromatismi oggi inimitabili attraverso le tecniche contemporanee. Per quest’artista è come se il tempo non fosse trascorso: nei suoi lavori dominano i rossi di Siena, la sua terra d’origine, e si sente anche la forza della materia tanto quanto l’odore della grafite nel tratto del suo disegno. Osservando le sue tavole si avverte tutto il calore del fuoco e della terra, tutta la forza degli elementi naturali. La mostra “Tra Sacro e profano” a Spazio Tadini raccoglierà un percorso dei sui lavori dagli anni 70 ad oggi con l’esposizione di encausti, carte e persino gioielli.

Formatasi presso l’accademia di Belle arti di Perugia, Rossella Battagli è stata allieva di maestri come Gherardo Dottori, Pio Baldelli, Filiberto Menna, Gillo Dorfles e Giulio Carlo Argan. Ha iniziato la sua carriera nel 1965 come pittrice e scultrice e dalla Toscana e dall’Umbria si è trasferita in Lombardia.

Oggi vive e lavora in due luoghi completamente diversi, direi contrastanti: uno legato alla città, ai suoi ritmi, al suo chiasso e ai suoi colori grigi e uno che sa di rifugio di campagna, dominato dai verdi e dal profumo della terra, luogo di silenzio. Grazie a queste due realtà, lo sguardo di Rossella Battaglini si nutre, di contemporaneità e forte tradizione storica. Spazia magistralmente da un luogo all’altro: da una parte la veduta di un grattacielo sestese da cui si domina, a perdita d’occhio, la città e dall’altra la visione del paesaggio collinare piacentino su cui è adagiata la sua solitaria e silenziosa casa studio di campagna. In questo luogo il passato è presente in ogni dettaglio. Oltrepassando la soglia dello studio di Lodola, ricavato da un vecchio casale, si entra in un’altra epoca storica. In questo luogo popolato più da animali cha da uomini, in particolare gatti, che Rossella adora, hanno trovato rifugio sia la sua anima d’artista legata alle tradizioni, sia i pizzi e i merletti della tradizione senese, tanto quanto una scala in ferro battuto del vecchio palazzo in cui Rossella è cresciuta da bambina in piazza Del Campo a Siena. Osservando il grande affresco che ha realizzato in questa casa al piano superiore, dove lavora, sembra di violare la sacralità di una chiesa. In questa stanza si è accolti da affreschi importanti che dominano tutte le pareti, ma al posto di ciò che sarebbe degno di un altare si trova invece un grande letto in ferro battuto: quello dove è nata. Sacro e profano, appunto. Angeli del Paradiso e sogno, amore sacro e amor profano. Passato e presente, storia e futuro.

Le opere di Rossella Battaglini sanno di tutto questo. Nella casa di Lodola sembrano alimentarsi di influssi del passato, di terra e fuoco. Le stesse opere, invece, portate in città, a Sesto San Giovanni, sembrano aprire finestre temporali in cui i rossi della terra annullano completamente i grigiori di città e la luce delle candele appare più forte di qualunque alogena, perchè il calore dei suoi lavori artistici cattura lo sguardo facendo dimenticare lo scorrere del tempo. Affondano le loro radici iconografiche nelle nostre tradizioni, nella nostra storia artistica e culturale e ci fanno sentire orgogliosi del passato e tranquilli come a casa, anche là dove non c’è.
Melina Scalise

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Photo Selection
Fino al 23 gennaio

ra ottobre e novembre 2012 si è tenuto a Busto Arsizio e nei comuni della Valle Olona, in provincia di Varese, il 3° Festival Fotografico Italiano, con un programma di 38 mostre, incontri con gli autori, editoria, proiezioni, lettura dei porfolio, etc. Un progetto culturale di ampio respiro che ha visto la partecipazione di un numerosissimo pubblico proveniente da diverse regioni italiane, che ha potuto ammirare immagini di grandi fotografi, artisti e giovani autori, in un susseguirsi di incontri e insoliti itinerari negli gli spazi che hanno ospitato le mostre. Dopo questa positiva esperienza, una selezione delle opere esposte nel programma del festival approdano allo Spazio Tadini, luogo di importanti eventi artistici e culturali nel panorama Milanese, attivando una collaborazione con l’AFI con la finalità di promuovere la fotografia d’arte e d’autore in un contesto dinamico e di prestigio. Lo Spazio Tadini si colloca in uno dei primi edifici in cemento armato del Novecento, tra le mura di una ex tipografia storica della città e dello studio che fu di uno dei più amati pittori e scrittori milanesi: Emilio Tadini. Oggi è un luogo che da spazio all’arte, alla musica, alla narrativa, alla poesia, alla saggistica, al teatro, alla danza e ai dibattiti culturali. In via Jommelli 24, a pochi passi da Piazzale Loreto, già nei primi due anni di vita si sono susseguiti più di 200 eventi. A Spazio Tadini si sono incontrati decine di artisti, sono nate idee e progetti che hanno messo in relazione arti diverse. Questo in una dimensione umana e temporale che ricorda quella Milano della ricostruzione del dopoguerra e del boom economico in cui nascevano case editrici, riviste e grandi e piccoli luoghi d’arte che vennero del resto molto copiati anche all’estero.

Spazio Tadini nasce in omaggio all’amore di Emilio Tadini per la cultura e l’arte su iniziativa di Francesco Tadini, suo figlio, e Melina Scalise. In questo luogo, c’è molto di lui, ci sono i suoi quadri, la sua nicchia dello studio con il lavello e i pennelli ancora intatta, ma tutto ciò che sta intorno è cambiato. Non è un luogo della memoria, ma è vitale e propositivo aperto agli artisti e alla cultura così come lui era attento ai giovani e alle avanguardie. Oggi il suo atelier ospita opere di artisti giovani e meno giovani, noti e meno noti, italiani e stranieri. L’ecletticità che ha contraddistinto il suo lavoro è stata traslata in un luogo fisico: Spazio Tadini. “Abbiamo deciso di ospitare una selezione di fotografi del Festival per dare più ampio respiro a questo evento particolarmente impegnato che ha visto 32 mostre sparse per la città di Busto Arsizio, seminari, workshop, proiezioni, multivisioni, cinema, letture dei portfolio, presentazione di libri, concorsi, intrattenimenti musicali – afferma Melina Scalise, presidente di Spazio Tadini -. In un momento particolarmente difficile per il comparto artistico e culturale riteniamo sia molto importante sostenere eventi di questo spessore e impegno, perché possano ridare slancio, vigore e prospettive di sviluppo. Progetti come questo dell’Afi e tanti altri mettono in rilievo che la crisi economica non spegne comunque l’entusiasmo di chi lavora per la cultura con convinzione e con un’etica di valori che vanno ben oltre l’immediato e cospicuo ritorno economico. L’arte soddisfa il bisogno di bellezza di cui ciascuno di noi ed è indispensabile per elevare gli occhi, lo spirito e vedere nuove prospettive”. La selezione esercitata da Claudio Argentiero, Presidente dell’Archivio Fotografico Italiano e da Roberto Mutti, noto critico, docente e curatore, tiene conto delle specificità di ogni singolo autore, con l’intento di proporre una collettiva capace di stimolare riflessioni sotto il punto di vista estetico e dei contenuti, offrendo così un percorso visivo appassionante.

Inaugurazione 4 dicembre ore 18-20

Finissage il 23 gennaio, ore 18.30 incontro “Incrocio di Stili”, gli autori dialogano con Roberto Mutti critico e curatore della mostra alle 21 concerto in anteprima nazionale di Arrigo Cappelletti

Spazio Tadini
via Jommelli, 24 - Milano
mar-sab 15.30-19
Ingresso libero

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Luciano Bambusi
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