Turm-oil. Un angelo, la scritta araba Allah Akbar e Fuck off, Fuck you e Hope. Blocchi di resina, il cui interno e' stato attraversato dalla turbolenza del petrolio greggio.
A cura di Linda Kaiser
Cos’hanno in comune un angelo, la scritta araba Allah Akbar, e quelle in inglese Fuck off, Fuck
you e Hope? A parte l’autore, Andrei Molodkin – l’artista russo affermato internazionalmente –,
queste opere sono composte con la stessa tecnica: blocchi di resina, il cui interno è stato
attraversato dalla turbolenza del petrolio greggio.
Sì, perché la figura alata, gli svolazzi della scrittura e le lettere alfabetiche sono cave, e scurite in
diverso modo dal passaggio dell’oro nero allo stato liquido. Un angelo bianco che sembra affogare
nell’oscurità da una parte, la dichiarazione che “Dio è il più grande” dall’altra; poi due diversi modi
di mandare la gente all’inferno e, infine, la parola “speranza”.
Neppure a farlo apposta, leggiamo la mostra, curata dalla critica Linda Kaiser, in maniera
simbolica. Il percorso espositivo diventa un rebus, in cui ognuno colloca gli oggetti secondo il
proprio ordine e trova il significato che più gli appartiene.
“Opera aperta” si sarebbe definita un tempo. Ma Molodkin, che pur ama gli accostamenti dei suoi
pezzi a suggerire nuove interpretazioni, li ha concepiti a se stanti. Nelle trasparenze illusorie dei
materiali, sono aspirati fluidi azionati da una pompa. La pressione si alza e si abbassa, aumenta
da una parte e si riduce dall’altra.
Sul piano individuale, il principio è quello del cuore umano; in chiave universale, il meccanismo
richiama quello della storia che si gioca oggi sullo scacchiere internazionale. Il petrolio muove le
forze in campo, sposta gli equilibri, sporca le mani, dinamizza i passaggi di capitali.
Molodkin, che espone tra Russia e Stati Uniti, tra Oriente e Occidente, vive questa “liquida
modernità” nel conflitto tra cultura e religione e tra economia e politica, rappresentando anche
visivamente un turmoil.
E tale “turbolenza” sembra ancora necessaria: il petrolio è il dio più grande, l’angelo nero che ci
domina e ci manda in rovina – come dichiarano le espressioni in inglese. L’unica speranza, forse,
è proprio data dall’arte, dall’irrinunciabile espressione di pensieri e forme, dalla bellezza di una
denuncia gridata sommessamente.
Inaugurazione: 5 dicembre 2012, ore 18.00-20.30
BY gallery
via Garofalo, 31, Milano
Orari: da martedi a venerdi dalle 11.30 alle 18.30
sabato o in altri orari su appuntamento.
Ingresso libero