Fertile Geometry mostra personale del fotografo canadese organizzata da Urbanautica. L'esposizione raccoglie immagini realizzate tra il 2008 e il 2010 nelle campagne della Saanich Peninsula nell'isola di Vancouver. Per una riflessione sul paesaggio rurale contemporaneo.
Urbanautica, giornale online di fotografia che si occupa di esposizioni e attività curatoriali, organizza
da domenica 2 dicembre 2012 a domenica 6 gennaio 2013 negli spazi Bomben di Treviso, con il
patrocinio della Fondazione Benetton Studi Ricerche, la prima mostra europea del fotografo canadese
David Pollock: Fertile Geometry (inaugurazione pubblica sabato 1° dicembre ore 18.30, sarà presente
il fotografo).
L’esposizione è disegnata dall’architetto Massimiliano Foytik e raccoglie fotografie realizzate tra il
2008 e il 2010 nelle campagne della Saanich Peninsula nell’isola di Vancouver.
Andrea Filippin, scrittore e copy editor di Urbanautica spiega nella premessa del catalogo che una
delle chiavi di lettura della mostra «sta nell’equilibrata essenzialità del titolo, nello scontro fecondo di
due parole a ragione inconciliabili. La terra che vi è rappresentata esala respiri come vapori densi e
stende superfici discontinue e gonfiori [...] Eppure geometrico è il solco che ne rivolta i neri e i bruni,
lineare il taglio netto che ridisegna il paesaggio secondo una fitta trama di segni come accurate
incisioni su di una lastra un tempo incorrotta, come ferite esposte a liberare di nuovo ciò che la terra
restituisce alla luce dopo un lungo sonno di inverno e di buio. [...] Quella spaccatura di zolle rigonfie,
quel filo d’acqua che riga traslucido l’asfalto, quel sentiero sgraziato che penetra in un logoro campo
di grano, si possono seguire ben più in là di quanto il margine dell’immagine rappresentata li
costringa. [...] Ogni quadro di Fertile Geometry è un invito al recupero della totalità dell’essere. È la
terra profonda che sta sotto l’esistenza dei campi».
La scelta del tema dell’agricoltura è ben raccontata dallo stesso fotografo, David Pollock:
«l’agricoltura è spesso vista attraverso le lenti della nostalgia e romanticizzata come uno stile di vita
perduto e più legato alla natura. I campi coltivati hanno rappresentato per me un modo proficuo per
rapportare l’uomo alla natura, perché è rispetto a questa relazione che ci si può interrogare sul nostro
posto nel mondo naturale. [...] Così come l’idea di selvaggio implica l’assenza umana, questi paesaggi
antropici sono richiami della nostra ineludibile e costante interazione con il mondo naturale. Questi
paesaggi hanno a che fare con i concetti di consumo, trasformazione, rigenerazione ed essenza.
Tuttavia, queste immagini sono anche un buon punto di osservazione per considerare la nostra
dipendenza dai suoli fertili e vedere l’agricoltura quale fondamento su cui sono costruite e sostenute le
nostre società».
Queste fotografie allungano lo sguardo anche su un’altra questione di grande attualità, quella del
degrado e del consumo di suolo. David R. Montgomery, professore al Dipartimento Earth and Space
Science dell’Università di Washington, a questo proposito sostiene che «oggi che le persone sono la
forza dominante che plasma la superficie del nostro pianeta, il come trattiamo la terra è una questione
globale critica e sottovalutata [...] Abbattendo le foreste, arando i campi, asfaltando le pianure
alluvionali abbiamo cambiato la vegetazione in intere regioni. La stessa topografia è formata e
modificata per costruire strade e scavare miniere o fondazioni. Mentre rimodellevamo il nostro
pianeta, abbiamo tutti perso di vista troppo spesso il semplice fatto che la prosperità della vita sulla
terra dipende dalla salute del suolo. Dunque la terra è essenziale, anche se a malapena ce ne
accorgiamo. [...] Guardare la terra non solo come superficie di lavoro, ma come una speranza di vita
per le generazioni future è necessario per inquadrare e costruire una base agricola sostenibile per la nostra moderna civiltà globale. Modificare il modo in cui si vede qualcosa che altri danno per scontato
è davvero una sfida. Forse è qui che la prospettiva e la giustapposizione e nuovi punti di vista possono
aiutare. Per questo, alla fine, l’arte e la scienza si incontrano nel grande frullatore della cultura – e
ancora stiamo selezionando gli ingredienti che daranno forma al futuro».
In occasione della mostra, Urbanautica propone anche una riflessione e un dialogo sul paesaggio
rurale contemporaneo. Con il patrocinio della Fondazione Benetton Studi Ricerche, organizza da
lunedì 3 a venerdì 7 dicembre il workshop Fotografia e Paesaggio per indagare e portare alla luce,
con il contributo di fotografi provenienti da diversi paesi europei, assieme a David Pollock, alcuni
assiomi del rapporto uomo-natura-paesaggio. Casa Luisa e Gaetano Cozzi, sede della Fondazione in
Zero Branco (Treviso), immersa in otto ettari di terreno agricolo, è parsa, con la sua vocazione di
laboratorio di paesaggio agrario, la sede ideale per l’iniziativa. Nell’ambito delle giornate sono previsti
interventi di Domenico Luciani, architetto, paesaggista; Massimo Rossi, geografo storico; Marco
Tamaro, agronomo, direttore della Fondazione Benetton.
David Pollock è un fotografo di Victoria B.C., Canada, che svolge la maggior parte del suo lavoro fotografico
sull’isola di Vancouver. Ha studiato arte, con particolare attenzione alla fotografia, alla Concordia University di
Montreal e poi alla Ryerson University e all’Ontario College of Art di Toronto. Assieme ai progetti fotografici
svolge workshop sulla stampa Fine Art e la pratica fotografica con la Luz Gallery and Workshop a Victoria.
Ha vinto i seguenti premi: Ontario Arts Council Grant for Photography (1980); awarded top prize in juried show
“Earth Matters”, Art Gallery of Surrey, Vancouver (2009); Jurors Choice award for Global Perspectives show at
Mass.State Uni. Gallery (2010).
Durante il periodo di apertura dell’esposizione sarà in vendita il catalogo della mostra, edito da Punto Marte.
ufficio stampa:
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Silvia Cacco, tel. 0422.5121 ufficiostampa@fbsr.it
Inaugurazione pubblica sabato 1° dicembre ore 18.30, sarà presente il fotografo.
Fondazione Benetton Studi Ricerche
Palazzo Bomben via Cornarotta 7-9, 31100 Treviso
da martedì a venerdì ore 15-20, sabato e domenica ore 10-20,
la mostra resterà chiusa nei giorni 24, 25, 26, 31 dicembre e 1° gennaio.
ingresso libero