Proximum Est. Fotografie e video che invitano a riflettere sul complesso rapporto che ci avvicina e ci allontana dal Medio Oriente, proiettandoci dentro i suoi confini o tenendoci sul limite.
Lo Spazio per le Arti contemporanee del Broletto di Pavia presenta, dal 13 al 23 dicembre,
la mostra personale di Massimiliano Gatti, giovane fotografo pavese vincitore della IV
edizione di Co Co Co - Como Contemporary Contest, concorso ideato e promosso
dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Como con lo scopo di scoprire giovani talenti
e offrire loro l'opportunità di farsi conoscere sulla scena artistica italiana.
Dopo il successo fatto registrare a Como, l'esposizione "Proximum est" approda a Pavia
con l'obiettivo di far conoscere anche nella nostra città l'originale e intensa ricerca
fotografica di Massimilano Gatti, che sul nostro territorio è nato e cresciuto.
L’esposizione si apre con Peta, l'opera premiata al Como Contemporary Contest: si tratta
di una serie di dieci fotografie che ritraggono gli strumenti del lavoro del padre farmacista
("Peta" era infatti il soprannome del padre di Massimilano), così come l’artista li vedeva da
bambino, persi nel bianco dello sfondo, senza contorni definiti, come spesso accade
quando il tempo sbiadisce i ricordi. Attraverso il "ritratto" degli oggetti che hanno scandito
un'esistenza emerge il racconto di una professione, ma anche di un uomo e del suo
rapporto con il figlio.
Accanto a questo lavoro di grande suggestione poetica, la mostra presenta diverse serie
di opere (fotografie e video), realizzate tra Siria e Iraq, dove l'artista ha trascorso lunghi
periodi in qualità di fotografo della missione archeologica dell’Università di Udine.
Paesaggi, ritratti e particolari dettagli architettonici ci invitano a riflettere sul complesso
rapporto che ci avvicina e ci allontana dal Medio Oriente, proiettandoci dentro i suoi
confini o tenendoci sul limite.
Tra le opere in mostra, quelle della serie Rovine (2008) presentano la grandiosità
dell’antica e potentissima città-emporio di Palmira; quelle di Limes (2011) ritraggono le
finestre di alcune case abbandonate che fungono da mirino fotografico, quasi fossero
una cornice naturale inserita nel paesaggio, mentre L’invisibile dentro (2012) riprende
frontalmente, una dopo l’altra, una serie di finestre chiuse da fitti reticolati metallici,
decorate con semplici motivi geometrici.
A queste istantanee dello sguardo, Massimiliano Gatti aggiunge una riflessione sulla
dimensione del tempo nelle opere Tell Gomel e Jerwan. Si tratta di due video ad
inquadratura fissa che, di fatto, sono come immagini statiche, come fotografie cui viene
idealmente aggiunta la terza dimensione: quella del tempo che scorre, particolarmente
significativo per il forte impatto visivo e concettuale legato al tempo della storia che
traspare da queste rovine e dalle loro stratificazioni.
Accanto a questi paesaggi immersi nella luce abbagliante e lattiginosa del deserto
compaiono in mostra le immagini della serie Spectrum (2011), in cui Gatti fotografa alcuni
abitanti della Siria usando luci decise, contrastate e quasi caravaggesche, mettendoci di
fronte a volti che spesso siamo abituati a giudicare senza conoscere. Attraverso un
approccio diretto, occhi negli occhi, il confronto con il "prossimo", con il "vicino oriente"
incarnato da questi volti invita ad una riflessione sull'elaborazione dell'immagine del
"nemico", su cui si proiettano ansie e paure generate dai media e da iconografie
stereotipate che finiscono per modellare l'immaginario comune.
Giocosa, ma anche acuta nel sottolineare spinose questioni irrisolte, è la recente serie di
fotografie intitolata Terra promessa (2012), con cui la mostra si chiude. In queste immagini
torna l'attenzione per gli oggetti manifestata nell'opera Peta: su colorate mappe del
Medio Oriente sono appoggiati un taccuino, una moneta, una tazza da tè: elementi che
accompagnano l'autore nei suoi viaggi e definiscono il suo contatto con quei territori
lontani, spesso al centro di conflitti e contese che passano anche dalla rappresentazione
geografica dei confini, non condivisa tra Stati confinanti come Siria, Turchia e Israele.
Quelli che sembrano solo dettagli, linee tratteggiate su una mappa, diventano invece
determinanti per la vita e i rapporti tra nazioni e persone.
Note biografiche
Massimiliano Gatti è nato a Voghera (Pv) nel 1981. Vive e lavora tra Pavia e Dohuk, Iraq.
Dopo una laurea in Farmacia e tre anni di ricerca in ambito universitario a Granada, Gatti decide di
studiare fotografia e si diploma presso il CFP R. Bauer di Milano. Per un periodo, lavora come
assistente per Paola De Pietri. Dal 2008 è fotografo presso la missione archeologica dell’Università di
Udine a Qatna (Tell Mishrifeh, Homs, Siria). Nel 2009 partecipa alla collettiva Piattaforma Zeronove,
organizzata a Modena da Fondazione Fotografia. Nel 2010 espone nella sua prima personale alla
galleria Rojo®artspace di Milano e prende parte a un progetto di residenza artistica presso Stills
gallery, a Edimburgo. Nel 2011 espone all’ex Ospedale S. Agostino di Modena il lavoro realizzato
durante la residenza, nella mostra International Departures 11. A settembre del 2011 realizza
Materadio, su incarico di RAI Radio3 e del Comune di Matera, curato da Fondazione Fotografia.
Nel gennaio 2012 espone il progetto Peta nella mostra personale Oggetti Quotidiani, curata da
Gigliola Foschi presso la galleria Obiettivo Reporter a Milano. A partire da giugno 2012 tiene corsi di
fotografia di Still Life presso Obiettivo Reporter a Milano e con il Ministero degli Affari Esteri un corso
di fotografia archeologica a Dohuk, Iraq. Dal 2012 prende parte al Progetto Archeologico
Regionale Terra di Ninive (PARTEN), una ricerca interdisciplinare condotta dall’Università di Udine nel
Kurdistan iracheno, progetto sostenuto dal Ministero degli Affari Esteri (Direzione generale per la
Cooperazione allo sviluppo e Direzione generale per la promozione del sistema Paese), dalla
Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, dall’Università di Udine e dalla Provincia di Udine.
Ufficio stampa
Francesca Porreca Tel. +39.0382.33853 Mail fporreca@comune.pv.it
L'inaugurazione è prevista per giovedì 13 dicembre alle ore 18.
Spazio per le Arti contemporanee del Broletto
piazza della Vittoria Pavia
Orari: da martedì a domenica dalle 16 alle 19; sabato dalle 10 alle 12.30 e dalle 16 alle 19.
Ingresso libero.