Linea d'orizzonte. Opere che "rivelano la loro epifanica fenomenologia immaginale nell'intermittenza della luce di neon che pulsa nel telaio del tessuto".
a cura di Franco Cipriano
Una mostra inedita di Francesca Capasso, col titolo “Linea d’orizzonte”, apre per il 2013 il ciclo espositivo e di dialoghi d’arte “Percorsi contemporanei” dello Spazio Zero11 di Torre Annunziata. L’artista - nata nel 1977 a Novara, vive e lavora a Napoli - presenta opere d’intensa tonalità poetico-civile, dodici tele e un’installazione legate dal tema delle identità geopolitiche. Sollecitata da un dialogo con un progetto della scuola svolto su aspetti della multiculturalità e della giustizia per la dignità universale della persona, l’artista ha ‘pensato’ dodici ‘controbandiere’, vessilli nazionali trasmutati in un processo di analisi e sintesi cromatica, segnati sulla linea d’orizzonte, che unisce/separa luce ed ombra, dal ricamo di una scritta che riproduce in lingue diverse articoli della Carta dei diritti dell’uomo. Opere che rivelano la loro epifanica fenomenologia immaginale nell’intermittenza della luce di neon che pulsa nel telaio del tessuto. Nel testo che presenta la mostra Franco Cipriano scrive che “con un processo di memoria alchemica, l’artista ha interagito con le bandiere nazionali decostruendone la struttura cromatica, separandone e poi, attraverso un archetipo operare di ‘tintore’, riunendone ‘in intimo legame’ le qualità/quantità di tinta e tonalità, come paesaggi dell’anima mundi, nei quali coesistono, in fluttuanti aurore, albedo e nigredo. La pictura è insieme ‘cosa’ e apparizione, ri-velazione materica del lumen, risultato dell’interazione laboratoriale degli “elementi della creazione”, dall’acqua, dal fuoco, dall’aria, dalla terra e anche dispositivo del visibile/non visibile. Come di una a-letheia della superficie, di un portare a visione l’inapparente, ciò che è ma non si mostra se non nella trasparenza di un istante.[…]
La scrittura, nelle molteplici lingue, nei caratteri alfabetici e nei segni ideogrammatici, poligraphia della storia del mondo, si distende tracciando orizzonti in drappi che appaiono scenari di immaginifiche terre. In essi emerge la luce primordiale dell’ origine, e la contemporaneità della parola storica dei diritti umani diventa natura naturans di un altro paesaggio possibile, dove tempo e infinito ‘cantano’ nel medesimo ‘coro’. Bandiere diverse, trasudanti la loro memoria negli inediti colori dell’alba e del tramonto, ma ‘comuni’ nel loro essere sorgenti icone dell’umano oltre umano, dove riluce “armonia delle differenze”, libertà nella solidarietà del multiverso, come nella prismatica contemporaneità dell’arte presente” E ancora Cipriano indica come “l’utopia sociale di Capasso è nella ‘trama’ del suo operare, è nel processo che decanta la parola civile nel tessuto dell’opus come luogo delle trasformazioni possibili. Il suo destino politico è nella esperienza del fare, dove è coinvolta l’eco della storia. E dove lo stesso artifex viene trasformato dall’opus.”
Inaugurazione giovedì 7 febbraio 2013 ore 17.30
Spaziozero11- c/o Istituto Statale d'Arte Giorgio De Chirico
via Vittorio Veneto, 514 - Torre Annunziata (NA)