L'inconscio universale. Pittura contemporanea. Le sue "mele" sono oggetto e paesaggio, corpo e sentimento, descrizione e inganno, ma anche allusione.
A cura di Andrea Barretta e di Vincenzo Bruno
Allestimento di Riccardo Prevosti
Le sue “mele” sono oggetto e paesaggio, corpo e sentimento, descrizione e inganno; ma anche allusione.
Vanni Viviani nasce nel 1937 a San Giacomo delle Segnate (Mantova), si trasferisce giovanissimo a Bolzano dove inizia l’ attività artistica, improntata inizialmente sulla figurazione pittorica e scultorea. Nel 1963 vive e opera a Parma, partecipando attivamente alle avanguardie emiliano-lombarde, ove si segnala tra i giovani protagonisti di corrente sul simbolo per la sua inconfondibile personalità, il soggiorno parmense si identifica nel ciclo di opere realizzate con spighe di grano applicate, rappresentanti in emblema, l’affollata umanità. Negli anni ‘70 si trasferisce in via Brera a Milano, capitale dell’arte europea ed è nell’ambito milanese che avverte il bisogno di passare dalla collettività delle spighe all’individualità della “mela”, simbolo allusivo, frutto delle religioni, delle favole, della scienza e degli eroi, evocante con la sua capacità descrittiva e citazionista importanti momenti del passato, dal Pomo d’oro di Paride alla religiosità di Piero della Francesca, alla catarsi dell’Ultima Cena leonardesca per finire col surrealismo magrittiano con la mela simbolo di vita, di sensualità, luogo delle idee, con un’ ineguagliabile capacità di rappresentare la storia e i sentimenti dell’uomo attraverso questa metafora. La critica lo segue con crescente interesse nella sua parabola creativa.
Luigi Carluccio scriveva: “Viviani, un caso della pittura italiana contemporanea”. Mario De Micheli: “Viviani, prodigioso giardiniere di un incorrotto pomario”. Renzo Margonari: “Viviani, non dipinge mele ma nudi umani”. Nei primi anni ‘70 l’artista su invito della scrittrice ed amica Milena Milani inaugura uno studio estivo nell’Eden privato di Villa Faraggiana ad Albissola (Savona) dove per vent’anni opera nel campo della ceramica artistica, realizzando moltissime opere uniche. Nel 1975 porta a compimento “Monumentalmente vostro”, la grande opera che trova accomunati quarantanove tra gli artisti più significativi dell’area lombarda. Nel 1983 realizza il “Convito di Pietra” citando in dieci grandi opere l’Ultima Cena di Leonardo, e l’alto profilo artistico dell’opera viene proposto per rappresentare l’arte italiana a Melbourne in Australia. Iniziano poi i frequenti viaggi in Sud America, dove conosce Oscar Niemeyer, il grande architetto, inventore di Brasilia, diventano amici, e le pomacee curve trovano corrispondenza fra le ali architettoniche di una Brasilia metafisica, tanto che “Arquiteturas de Leonardo a Niemayer” è la grande mostra-omaggio all’amico, ospitata al Museo d’Arte Contemporanea di San Paolo.
Viviani nel 1988 lascia il vecchio quartiere di Brera a Milano, ritorna al paese nel mantovano e alle proprie origini virgiliane, inventa una sua personalissima casa in un palazzo settecentesco e la chiama Ca di Pom: qui lavora alacremente e addensa di significati la sua opera, concretizza il suo universo alla conquista della sua più intima identità. Nel 1995 Alitalia per l’arte nell’ambito di far conoscere le più significative espressioni dell’arte contemporanea italiana, lo invita nei propri spazi presso l’aeroporto J. F. Kennedy di New York a presentare una selezione antologica della sua opera, “The Big Apple” è il titolo emblematico della vicenda artistica del maestro italiano. E’ del 1998 “Pisaneide”: in quindici grandi opere l’artista interpreta una rovinosa caduta della storica torre in Piazza dei Miracoli a Pisa, come a rappresentare nella sua provocazione sibillina, l’ipotesi di una caduta degli ideali che solo gli strumenti dell’amore possono evitarci.
Nel 2001 lo Young Museum di Revere (Mantova) gli dedica la personale “Geometrie del Seme” con opere realizzate a cavallo del terzo millennio. Nel 2002 Viviani realizza il suo sogno, donando Ca di Pom alla Fondazione Banca Agricola Mantovana per farne un Centro Culturale e Museo Vanni Viviani, aperto a tutte le istanze dell’arte, promuovendo in particolare l’attività dei giovani. L’ultima grande esposizione antologica “Pom Aria” alle Fruttiere di Palazzo Te a Mantova (2002) sintetizza la sua vita artistica, dalle spighe alle mele per concludersi con grandi sculture in lamina di ferro svuotate, che evidenziano nella negatività della rappresentazione “l’anima” dei suoi personaggi da Adamo a Dafne e agli Angeli Totemici.
ab/arte
vicolo San Nicola, 6 - Brescia
giov-sab 9,30 - 12,30 e 15,30 - 19,30
Ingresso libero