Storia e fortuna di un capolavoro. Il celebre ciclo pittorico della Sistina, il piu' noto e il piu' dibattuto del Rinascimento, viene indagato nella mostra alla luce dei nuovi studi che hanno accompagnato il lungo e impegnativo restauro.
La Sistina, capolavoro di Michelangelo, vista così come nessuno l'ha mai potuta
ammirare. E' questo l'obiettivo della mostra "La Sistina e Michelangelo. Storia
e fortuna di un capolavoro" che il Meeting per l'amicizia tra i popoli di Rimini
e i Musei Vaticani propongono dal 24 agosto (data concomitante con l'avvio dei
lavori del Meeting di Rimini) al 16 novembre a Castel Sismondo, la rocca
malatestiana del capoluogo romagnolo.
La Mostra è frutto del lavoro di una equipe scientifica che riunisce tutti i
massimi esperti su Michelangelo e la Sistina. Coordinato da Francesco Buranelli,
direttore generale dei Musei Vaticani, Anna Maria De Strobel, ispettore del
Reparto di Arte bizantina, medievale e moderna, Musei Vaticani, Guido Cornini,
assistente della Direzione dei Musei Vaticani e Giovanni Gentili, coordinatore
scientifico dell'Ufficio Mostre, Meeting Rimini, il comitato scientifico
dell'esposizione è composto da Gianluigi Colalucci, consulente per il restauro
delle pitture dei Musei Vaticani; Maurizio De Luca, capo-restauratore del
Laboratorio Restauro Pitture, Musei Vaticani Raffele Farina, prefetto della
Biblioteca Apostolica Vaticana; Giovanni Morello, direttore dell'Ufficio Mostre
della Biblioteca Apostolica Vaticana; Arnold Nesselrath, direttore del Reparto
di Arte bizantina, medievale e moderna, Musei Vaticani; Anna Maria Petrioli
Tofani, direttore delle Gallerie degli Uffizi, Firenze; Pina Ragionieri,
direttore della Fondazione Casa Buonarroti, Firenze
Il celebre ciclo pittorico della Sistina, il più noto e il più dibattuto del
Rinascimento, viene indagato nella mostra alla luce dei nuovi studi che hanno
accompagnato il lungo e impegnativo restauro, conclusosi in occasione del
Giubileo del 2000 con la pulitura degli affreschi del Quattrocento.
Si intende cosi mettere a disposizione del grande pubblico una documentazione
iconografica di straordinata suggestione, scientificamente accurata, in grado di
far comprendere il messaggio che questo grandioso edificio ha significato nella
storia religiosa, culturale e artistica del nostro Rinascimento e dei secoli
successivi.
Cinque le sezioni in cui si articola la mostra. La prima è dedicata a "Mito e
fortuna della Sistina" ed è esemplificativa del fascino e delle influenze che la
Sistina ha esercitato nei secoli in tutti i campi dell'arte e anche del costume.
A partire da oggi, 2003, e a ritroso nel tempo, si incontrano in mostra
documenti dì ogni genere - manifesti e spezzoni cinematografici, abiti di scena,
ceramiche antiche e moderne, dipinti del Novecento e Ottocento, mosaici, stampe
e disegni rinascimentali, fino ai francobolli, alle medaglie, alle carte
telefoniche e alle.cravatte! - che riportano per lo più immagini degli
affreschi di Michelangelo, comprese, ovvio, le famosissime "Mani". Di qui, da
questa immagine notissima e diffusissima ovunque, la seconda sezione, dedicata
alle "Origini della Cappella e sua destinazione" guida il visitatore alla
comprensione del monumento, chiarendone la storia, derivata dalla precedente
"Cappella Magna", la committenza e la sua importanza nell'ambito delle Cappelle
Palatine; fino al suo uso nel cerimoniale pontificio (vedi, oggi, il conclave).
"La Cappella di Sisto IV" è l'argomento della terza sezione, interamente
dedicata ad illustrare la nuova costruzione voluta da Sisto IV della Rovere,
che coinvolse per la sua decorazione alcuni tra i maggiori artisti del tempo:
Pietro Perugino, Sandro Botticelli, Domenico Ghirlandaio e Cosimo Rosselli, cui
venne affidato, per contratto del 27 ottobre 1481, il grandioso ciclo delle
Storie di Mosè e di Cristo. Il recente restauro - documentato in mostra per la
prima volta - ha permesso di approfondire lo studio delle tecniche esecutive
adottate dai vari pittori e di meglio comprendere l'organizzazione del cantiere,
che vide lavorare fianco a fianco maestranze provenienti da botteghe diverse.
L'osservazione ravvicinata degli affreschi durante le fasi di pulitura ha anche
consentito di individuare con maggiore puntualità gli interventi di altri
pittori coinvolti nell'impresa ma non citati nel contratto.
Cuore della mostra è la quarta sezione dedicata a "Michelangelo e la Sistina".
Nel primo dei due settori in cui si articola questa sezione, vengono indagate le
motivazioni che portarono il pontefice Giulio II a programmare il rifacimento
integrale della volta della Cappella e ad affidare al Buonarroti l'incarico di
eseguire la nuova decorazione. In questo contesto sono illustrati
l'organizzazione del lavoro, il suo procedere e le tecniche esecutive adottate
dal grande maestro. Uno spazio è poi riservato all'analisi del programma
iconografico rappresentato.
Il secondo settore è incentrato sul Giudizio Universale, affrescato da
Michelangelo sulla parete dell'altare tra il 1536 e il 1541 su incarico di
Paolo III Farnese, anche se il progetto e i primi accordi con l'artista si
debbono far risalire già al suo predecessore Clemente VII Medici. Si analizzano
le ragioni che portarono alla distruzione della decorazione già esistente per
rappresentare un soggetto così inusuale per una parete d'altare. Si esaminano
inoltre le varie fasi della sua realizzazione, gli aspetti iconografici e le
reazioni che tale opera suscitò fin dal suo scoprimento nel 1541. Sono anche
messe a confronto le tecniche esecutive adottate dall'artista nel Giudizio
rispetto a quelle della Volta.
Una ampia sezione è poi dedicata a "I restauri" e comprende un panorama dei più
significativi restauri che hanno interessato la Cappella Sistina, a partire
dall'intervento di Daniele da Volterra, incaricato di apporre le famose "brache"
a certe figure, a seguito della decisione del Concilio di Trento del 21 gennaio
del 1564. Il resto del settore è interamente dedicato ad illustrare le
metodologie adottate nell'ultimo recente restauro, che hanno permesso il
recupero in tutta la sua forza espressiva dell'intera decorazione della
Cappella. Ciò ha reso possibile agli studiosi l'approfondimento delle conoscenze
sul programma iconografico e teologico nonché sulle tecniche esecutive dei
pittori coinvolti nell'impresa.
Accanto ad uno spettacolare apparato iconografico, anche multimediale, proposto
in modo estremamente scenografico, la mostra riunisce una ampia documentazione
storica, con prestiti concessi di diversi musei e istituzioni. Tra i documenti
originali concessi, più disegni e schizzi autografi di Michelangelo, alcuni
scritti del medesimo riferibili ai lavori in Sistina, oltre a bronzi, medaglie,
tele rinascimentali, ecc. E perché no?, la musica: quella sistina, composta
appositamente nel Cinquecento per la cappella, a far da sfondo a proiezioni
video che permetteranno di vedere, a un palmo di naso, quel che dal vivo,
ahinoi, resta troppo alto e lontano.
"LA SISTINA E MICHELANGELO. Storia e fortuna di un capolavoro". Rimini, Castel
Sismondo, 24 agosto-16 novembre 2003. Orario:tutti i giorni, escluso i lunedì
non festivi, dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00
Ingresso: intero euro 6.50; ridotto (gruppi, convenzioni, ultrassessantenni)
euro 4.50; ridotto studenti 6-19 anni euro 3.50.
Visite guidate su prenotazione: gruppi max. 30 persone euro 60; scuole max 30
persone euro 42.
Mostra promossa dal Meeting per l'amicizia fra i popoli e dai Musei Vaticani. A
cura di Francesco Buranelli, Anna Maria De Strobel, Guido Cornini e Giovanni
Gentili. Catalogo edito da Silvana Editoriale
Per informazioni e prenotazioni: Meeting Rimini, tel 0541 783100, fax 0541
786422;
Ufficio Stampa: Studio ESSECI - Sergio Campagnolo, tel. 049.663499 fax
049.655098
Rimini, Castel Sismondo