Una montagna di fotografie. Il piu' grande fotografo di montagna che la Valtellina abbia mai avuto. E' sembrato quindi del tutto naturale che in occasione dell'Anno Internazionale delle montagne venisse allestita una mostra con le foto del suo ricchissimo archivio fotografico. Per molti certamente sara' una vera scoperta: la sua opera fotografica infatti e' rimasta nascosta, in gran parte, per oltre cinquant'anni.
Alfredo Corti (1880-1973) è stato senza ombra di dubbio il più grande fotografo di montagna che la Valtellina abbia mai avuto.
E' sembrato quindi del tutto naturale che in occasione dell'ANNO INTERNAZIONALE DELLE MONTAGNE venisse allestita una mostra con le foto del suo ricchissimo archivio fotografico.
Per molti certamente sarà una vera scoperta: la sua opera fotografica infatti è rimasta nascosta, in gran parte, per oltre cinquant'anni.
Un patrimonio splendido e vasto, una documentazione precisa e puntuale delle nostre valli e delle nostre montagne, dalla val Masino al ghiacciaio dei Forni, dal pizzo Badile all'Ortles.
La Fondazione Credito Valtellinese ha accettato con molto piacere l'invito rivolto dal Club Alpino di Sondrio di celebrare insieme l'eccezionale figura di questo illustre Valtellinese.
La mostra presenta una novantina di sue fotografie, alcune delle quali sono state restaurate con un lungo, faticoso e accurato lavoro (i molti anni trascorsi avevano lasciato in alcune immagini segni di logoramento ben visibili).
Alfredo Corti nacque a Tresivio (Sondrio) il 24 Luglio 1880. Iniziò fin da bambino a conoscere le montagne accompagnando il padre nelle sue gite sui monti di Boirolo. Compì gli studi classici a Sondrio presso il locale Ginnasio ed il Liceo.
Quegli anni furono molto importanti nell'indirizzarlo verso gli studi naturalistici (il suo primo lavoro sulle "Galle" della Valtellina è del 1899) e nel fornirgli una cultura umanistica.
Nel 1902 si laureò in Scienze Naturali all'università di Pavia e l'anno seguente iniziò la carriera universitaria a Parma.
Nel 1924 vinse la cattedra di Anatomia Comparata della facoltà di Scienze Naturali dell'università di Torino. Si trasferì così nella città piemontese con tutta la famiglia (si era sposato nel 1914 con Helen Hamilton, di origine scozzese, dalla quale ebbe cinque figli).
La seconda metà degli anni '20 e gli anni '30 furono segnati dal suo senso di libertà che gli impediva di sottomettersi al regime fascista.
Nel 1942 venne arrestato e contemporaneamente privato della cattedra universitaria ed espulso dal Centro Alpinistico Italiano (come veniva allora chiamato il Club Alpino Italiano).
Al termine della Seconda Guerra Mondiale occupò nuovamente la sua cattedra universitaria a Torino e la tenne come professore emerito fino al 1955.
Morì a Roma il 7 Luglio 1973 e venne sepolto, con la compagna della sua vita ed il figlio Marco, nel Cimitero "degli Inglesi".
Pur non tralasciando gli impegni universitari Alfredo Corti tornava, appena possibile, alle montagne, soprattutto della Valtellina.
Fino dal 1898 era diventato membro del Club Alpino Italiano e si era dedicato ad esplorare i gruppi montuosi della sua valle, che amò con grande passione ed esplorò fin negli angoli più remoti, diventandone, in pochi anni, uno dei più profondi conoscitori.
Per questo gli venne affidata, dal C.A.I. la redazione della Guida della Regione del Bernina, pubblicata nel 1911, nell'ambito della Guida delle Alpi Retiche Occidentali.
Non bisogna dimenticare che nel 1909 pubblicò, con W. Laeng, una interessantissima Guida delle Alpi della val Grosina.
Stimolato anche dalla stesura di questi lavori, aprì un gran numero di vie nuove e percorse e ripercorse centinaia di itinerari classici.
Tra il 1934 ed il 1938 curò la redazione della guida della zona centrale delle Alpi Orobie, che però, a causa delle vicende belliche e di altri problemi, venne pubblicata solo nel 1957 (gli autori furono Alfredo Corti, Bruno Credaro e Silvio Saglio).
La profonda conoscenza delle montagne gli veniva dal suo modo di intendere l'Alpinismo: non un semplice andar per monti, ma una continua ricerca di itinerari, luoghi nascosti e soluzioni capaci di produrre sempre nuove emozioni.
Questi aspetti permettono di considerare Alfredo Corti come il più importante rappresentante valtellinese dell'alpinismo classico.
Sede: S. Nicolò Valfurva, Sala Credito Valtellinese - Piazza Frodaglio, 3