House Forgotten Dreams. Una nuova produzione dove lo spazio e' complice perche' estraneo e attraverso l'intervento dell'artista ritrova l'archetipo.
A cura di Cecilia Tirelli
'House Forgotten Dreams' di Alvise Bittente è il risultato di un percorso a ritroso fatto di schiena.
Un confronto diretto che indaga le possibilità di espressione e di significato della rappresentazione e della sua interpretazione.
Una nuova produzione dove lo spazio è complice perchè estraneo, de-contestualizza e attraverso l’intervento dell’artista ritrova l’archetipo. Rendere (di nuovo) presente non è una evocazione, l’opera è sempre figlia, del suo tempo.
Nessuna chiave di lettura può essere intesa come serrato sfondamento di una porta aperta. Ecco che una casa che dimentica i sogni oppure che sogna di esser casa e non più cava, un tempo luogo solo di culto e di cerimonie, viene vista come l’immagine di una bocca aperta dove il sasso che la spalanca è il significato e le pareti il significante, scarabocchiato, dis(d)egnato.
Disegni in un antro, come parole nella cavità, che rimangono fuori dalla gola ma che non riescono ad uscire. Afasiche. A dire che nessuna lettura può realmente tirare fuori la loro visione, nemmeno con l’occhio attento e mascherato da un occhiale senza lente.
E’ solo montatura di un 3Dmento della rappresentazione che da sempre esiste.
Nessun sbirciare dal buco della serratura, serratamente mostrata, o scomodità da "Étant donnés", ma una porta sfondata, senza forzatura, aperta. Nel mito della caverna l'interno è già ombra della casa, che si dimentica, in cui la cosa-oggetto rimane silhouette, montatura, disegno della sua ombra, come un sasso che tiene la bocca aperta per non permettere di dire che quel sasso, tiene la bocca aperta.
Inaugurazione 9 marzo ore 19
La Fenice Gallery
Corte del Tagiapiera, San Marco 1948 - Venezia
Da giovedì a domenica dalle 14.00 alle 18.00 o su appuntamento
Ingresso libero