Nella basilica si alternano lungo l'intero anno eccezionali opere d'arte e di fede connesse ai rivolgimenti costantiniani: sportelli lignei, cartoni, dipinti...
Nel 2013 vengono a sovrapporsi l’Anno Costantiniano e l’Anno della Fede.
Il primo anniversario aperto il 28 ottobre del 2012 celebra i 1700 anni dalla Battaglia di ponte Milvio vinta da Costantino su Massenzio il 28 ottobre del 312 d.C. e il successivo Editto di Milano sulla tolleranza religiosa, promulgato nel febbraio del 313 d.C. da Costantino e Licinio, imperatori d’Occidente e d’Oriente.
L’Anno della Fede, indetto da Benedetto XVI, ha avuto inizio l’11 ottobre 2012, nel cinquantesimo dall’apertura del Concilio Vaticano II, e terminerà nella solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo, il 24 novembre 2013.
Al di là degli obiettivi politici che indussero gli imperatori pagani Costantino e Licinio a concedere la libertà di culto l’Editto di Milano del 313 d.C. ha un significato epocale perché determina non solo la fine progressiva delle persecuzioni contro i cristiani ma, soprattutto, l’atto di nascita della libertà religiosa, segna l’initium libertatis dell’uomo moderno.
Cosa unisce a distanza di tanti secoli l’Editto di Milano al Concilio Vaticano II ?
L’arcivescovo di Milano, Angelo Scola, nell’omelia tenuta per la festa di sant’Ambrogio, Patrono di Milano, ha efficacemente osservato che con l’Editto di Milano emergono per la prima volta nella storia le due dimensioni che oggi chiamiamo “libertà religiosa” e “laicità dello Stato”.
Sono due aspetti decisivi per la buona organizzazione della società politica. . . . .
Non si può tuttavia negare che l’Editto di Milano sia stato una sorta di “inizio mancato”. Gli avvenimenti che seguirono, infatti, aprirono una storia lunga e travagliata.
La storica, indebita commistione tra il potere politico e la religione può rappresentare un’utile chiave di lettura delle diverse fasi attraversate dalla storia della pratica della libertà religiosa.
La situazione cambiò profondamente con la promulgazione della dichiarazione Dignitatis humanae.
Quali sono le novità fondamentali dell’insegnamento conciliare?
Il Concilio, alla luce della retta ragione confermata e illuminata dalla divina rivelazione, ha affermato che l’uomo ha diritto a non essere costretto ad agire contro la sua coscienza e a non essere impedito ad agire in conformità con essa.
In questo modo, con la dichiarazione conciliare venne superata la dottrina classica della tolleranza per riconoscere che «la persona umana ha il diritto alla libertà religiosa», e che tale diritto «perdura anche in coloro che non soddisfano l’obbligo di cercare la verità e di aderire ad essa».
Nelle attuali società multietniche, interreligiose e interculturali, la libertà religiosa costituisce un valore fondamentale, tutelato dalle Carte Costituzionali dei Paesi democratici. Dove c’è libertà religiosa c’è maggiore dialogo e pace sociale o comunque i conflitti sono meno aspri e gli interessi tendono a bilanciarsi. E’ preoccupante sapere che nel XXI secolo in 123 Paesi non è assicurata libertà religiosa. Sono questioni che dovrebbero fare riflettere tutta l’Europa ed in particolare preoccupare noi italiani, posti al centro del Mediterraneo e protesi verso i Paesi frontalieri del tormentato Nord Africa e Medio Oriente.
Ancora una volta è l’Arte che sublima e internazionalizza la provincia; Piero della Francesca e gli affreschi della Leggenda della vera Croce diventano l’elemento catalizzatore che investe Arezzo e la incorona Città della Cultura. Gli affreschi di Piero, patrimonio dell’Umanità, ci pongono al centro dell’attenzione e ci consentono di incrociare la Storia e di entrare da protagonisti nel vivo del dibattito politico e culturale su un tema, quello della libertà religiosa e culturale, oggi particolarmente attuale.
Molti saggi e contributi scientifici presenti nel catalogo della mostra “l’Editto di Milano e il Tempo della Tolleranza /Costantino 313 d.C.”, aperta a Milano, dedicano ampio spazio agli affreschi della Basilica di San Francesco.
Non potevamo rimanere inerti e insensibili al fiorire di iniziative volte alla celebrazione e all’approfondimento critico di un evento storico epocale che nato per consentire la libertà di culto (pax deorum), gettò anche le basi del primato della chiesa romana dell’intolleranza religiosa e del rapporto che ancora lega politica, potere e religione.
Nella basilica si alterneranno lungo l’intero anno eccezionali opere d’Arte e di Fede connesse ai rivolgimenti costantiniani: dopo il prezioso reliquiario in avorio della Croce Santa (sec. X) della chiesa di San Francesco a Cortona, portato da frate Elia, contemporaneo di san Francesco, da Costantinopoli nel XIII secolo; viene esposto, dal 20 marzo al 20 giugno, il grande cartone (sec. XVII) dipinto da Pietro da Cortona per l’arazzeria del cardinale Francesco Barberini, proveniente dalla Galleria Nazionale d’Arte Antica di Roma, raffigurante Costantino abbatte gli idoli; seguirà ( 26 giugno - 6 ottobre) il monumentale architrave lapideo (sec. XII), già nel portale della chiesa di San Silvestro a Pisa, con la Leggenda della guarigione di Costantino per intercessione di papa Silvestro I; chiuderanno il ciclo ( 10 ottobre – 6 gennaio ) gli sportelli lignei dipinti di Arliquiera, attribuiti a Benedetto di Bindo, con episodi della Leggenda della Vera Croce insieme alla Peregrinatio Egeriae, prezioso manoscritto conservato presso la Biblioteca comunale di Arezzo, che descrive il viaggio a Gerusalemme e nei Luoghi Santi.
Grazie alla grande bussola in vetro e al nuovo impianto di illuminazione a LED della basilica, anche a chiesa chiusa e nel buio della sera, le preziose opere d’Arte e di Fede, con sullo sfondo le superfici affrescate della cappella Bacci con la Leggenda della Vera Croce di Piero della Francesca ed la grande Croce dipinta duecentesca attribuita dal Vasari a Margarito d’Arezzo, emergeranno dall’oscurità dell’aula e ci auguriamo, attutendo gli affanni dell’oggi, ci sproneranno a riflettere e a prefigurare, con coraggio e fiducia, un futuro migliore, consapevoli delle nostre radici cristiane e dei grandi momenti della Storia, richiamandoci al bene prezioso della libertà, alla solidarietà, al rispetto delle diversità culturali e religiose.
Basilica Inferiore di San Francesco
Piazza San Francesco, 1
Piazza San Francesco, 1 - Arezzo