Terre senza tempo. Personale di pittura. Paesaggi naturali solcati da accensioni luminose e scanditi da evoluzioni geologiche celebrano la luce ed esaltano il colore.
Lo Spazio per le Arti contemporanee del Broletto di Pavia presenta, dal 22 marzo al 7 aprile, la mostra "Terre senza tempo" di Mario Paschetta (Milano, 1949), la cui ricerca ha ottenuto negli ultimi anni un significativo riscontro da parte del pubblico e della critica e si è affermata grazie ad importanti collaborazioni con istituzioni e musei, in Italia e all'estero.
L'interesse per il territorio dimostrato dall'artista e la sollecitudine con cui è entrato in contatto con la città di Pavia per farne una delle sue "terre senza tempo" sono alla base del progetto pensato per gli spazi del Broletto, che offre al visitatore la possibilità di accostarsi ad una produzione pittorica in grado di unificare linguaggio astratto e figurazione.
I dipinti di Mario Paschetta delineano infatti territori privi di confini (geografici e immaginari) immersi in una dimensione temporale sospesa. La suggestione emotiva veicolata dal colore e la concretezza della materia che addensa le superfici, così ricche di riferimenti all’uomo eppure segnate dalla sua assenza, fanno da filo conduttore all’interno di un orizzonte di ricerca che rimanda tanto al naturalismo lombardo che guarda a Morlotti, quanto all’informale europeo di Alberto Burri e Antoni Tàpies.
Nei grandi paesaggi naturali solcati da accensioni luminose e scanditi da evoluzioni geologiche si riscontra un originale utilizzo di elementi residuali della vita dell’uomo - tessuti, juta, tele di jeans - recuperati nella loro suggestiva fisicità. La materia proveniente dal quotidiano diventa così supporto per il colore e al tempo stesso elemento pittorico, determinando il valore espressivo ed estetico dell’opera.
Celebrazione della luce ed esaltazione del colore si riflettono anche nel ciclo di opere d’arte sacra ispirate al primo libro della Genesi, che restituisce in maniera mirabile l'atteggiamento di stupore di fronte al momento della creazione. L’attenzione per la luce e per il segno che percorre la materia trova infine il suo vertice espressivo nei dipinti monocromi, dove i riferimenti alla natura concreta si fanno ancora più rarefatti ed emerge maggiormente la ricerca esistenziale e concettuale dell’artista.
Mario Paschetta nasce a Milano nel 1949 e inizia a dipingere all’età di 14 anni: la sua è una pittura tradizionale, seppure già compare una corposità materica. La frequentazione degli ambienti culturali milanesi, tra i quali il Bar Jamaica a Brera, lo porta ad entrare in contatto con i numerosi artisti che lo frequentano. Nel 1992 inizia uno studio approfondito sulla materia e le sue opere suscitano da subito vivo interesse sia per la tecnica che per la costruzione pittorica. Trento Longaretti, indiscusso maestro della pittura del Novecento, ne riconosce l’originalità e la capacità, attraverso un linguaggio personale, di descrivere un mondo poetico. Nel 2001, in occasione di un’importante mostra personale al Museo Nazionale di Arte Moderna di Gazoldo degli Ippoliti (Mn), Maurizio Sciaccaluga evidenzia nell’arte di Paschetta la capacità di indurre nell’osservatore il desiderio di toccare materialmente le opere, poiché il suo è un “paesaggio non raccontato ma ricreato” e il suo linguaggio si traduce in una necessità di contatto come in “una sorta di pittura braille”.
Le opere di Mario Paschetta sono presenti in diverse collezioni pubbliche e private; molte sono le sue partecipazioni alle principali rassegne d’arte italiane ed europee e le mostre personali ordinate negli ultimi anni in prestigiosi contesti istituzionali.
Inaugurazione venerdì 22 Marzo ore 18.30
Spazio per le Arti contemporanee del Broletto
piazza della Vittoria, 14 Pavia (Ingresso da piazza Cavagneria)
La mostra osserva i seguenti orari: da lunedì a venerdì 16-19; sabato e domenica 10-12 e
16-19. Aperto domenica 8 e lunedì 9 aprile, dalle 16 alle 19.
Ingresso gratuito