David Adamo
Sophie Bueno-Boutellier
Gianni Caravaggio
Jason Martin
Gianni Piacentino
Dan Shaw-Town
Una mostra concepita per valorizzare il concetto di ripetizione nella creazione artistica. Espongono David Adamo, Sophie Bueno-Boutellier, Gianni Caravaggio, Jason Martin, Gianni Piacentino e Dan Shaw-Town.
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Song of myself
David Adamo
Sophie Bueno-Boutellie
Gianni Caravaggio
Jason Martin
Gianni Piacentino
Dan Shaw-Town
I celebrate myself, and sing myself,
And what I assume you shall assume,
For every atom belonging to me as good belongs to you.
(Walter Whitman, Song of myself)
Song of myself è il nome del poema che dà il titolo a una mostra concepita per valorizzare il
concetto di ripetizione nella creazione artistica. Una regolarità che dà luogo a un principio, a un
segno che ci permette di identificare, nella pletora di produzioni, lo stile di un artista.
Quella che Jean-Étienne Dominique Esquirol definì monomania altro non è, artisticamente parlando,
che lo zelo estremo e l’interesse ossessivo per un soggetto, un colore, un’idea. Paul Cézanne, per
esempio, dedicò una vita intera all’intima raffigurazione del paesaggio dominato dal Mont Saint-
Victoire nella costante, testarda ricerca di perfezione, permanenza, soddisfazione personale.
Qualche decennio dopo, Piet Mondrian rifiutò categoricamente di ritrarre la natura nel suo essere
mutevole e instabile contrapponendo a essa il motivo razionalista di linee e colori che sarebbe
diventato eterno, indistinguibile. Monomania, dunque, come mezzo di auto-promozione e
formazione della propria identità. Nell’adottare un sistema di segni definiti e di un linguaggio ben
riconoscibile, si cela il desiderio di validità e il bisogno di trovare autorità nella produzione artistica.
Nell’adottare un sistema di segni definiti e di un linguaggio ben riconoscibile, si cela il desiderio di
validità e il bisogno di trovare autorità nella produzione artistica.
Il tema della ricerca dell’identità attraverso la ripetizione ossessiva, monomaniacale, talvolta
sofferente del gesto introduce il concetto di rituale come forma di conoscenza interiore, la cui
funzione, qui intesa a livello sociale e antropologico, è quella di confermare il valore e il contenuto
del processo artistico. Motivati dalla passione/ossessione per un’azione o un concetto, gli artisti
presentati esplorano attraverso i mezzi della pittura e della scultura, la nozione di reiterazione del
gesto nel tempo e la relativa importanza nell’affermazione dell’identità visiva dell’artista.
Erede dell’action painting, Jason Martin (1970, Jersey, UK) concretizza l’idée fixe nella realizzazione
di dipinti monocromi su un fondo in alluminio, dove l'atto fisico della pittura stessa diviene il
soggetto dell’opera. All’azione, David Adamo (1979, Rochester, USA) contrappone la dimensione
teatrale del processo scultoreo, cifra stilistica dei suoi interventi. Dimensione processuale e forma in
divenire sono i punti fissi e distintivi del lavoro di Gianni Caravaggio (1968, Rocca S.Giovanni,
Italia), che indaga le potenzialità evocative dell’immagine – sia essa scultorea o un disegno –
definendola come un ‘seme’, un elemento generativo. Monomania come zelo estremo è ciò che
caratterizza il lavoro di Gianni Piacentino (1945, Coazze, Italia) a metà strada tra Arte Povera e
Minimalismo. Fedele a un’idea di dinamismo e velocità di stampo futurista, i suoi progetti –
aeroplani, motociclette, monocicli e automobili – mostrano un’attenzione maniacale ai dettagli e
un’elevata tecnica artigianale. Più concentrato su un’estetica di background, Dan Shaw-Town
(1983, Huddersfield, UK) espande il proprio interesse, mostrando nei suoi ultimi lavori da un lato il
processo manuale di creazione di un’opera; dall’altro la sua valenza esaustiva come punto di sosta
finale. Sophie Bueno-Boutellier (1974, Tolosa, Francia) rielabora in chiave moderna le teorie del
movimento spazialista. L’artista utilizza la tela per creare costruzioni tridimensionali in cui il rituale
del gesto contribuisce alla definizione della formalizzazione dell’opera d’arte nonché
all’acquisizione di un elemento caratterizzante tipico di ciò che è duraturo nel tempo.
Inaugurazione Giovedì 28 marzo 2013 ore 18.00
1/9 unosunove arte contemporanea
Via degli Specchi, 20 00186 Roma
orari di apertura:
Martedì – Venerdì dalle 11.00 alle 19.00
Sabato dalle 15.00 alle 19.00 (o su appuntamento)
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Song of myself
David Adamo
Sophie Bueno-Boutellier
Gianni Caravaggio
Jason Martin
Gianni Piacentino
Dan Shaw-Town
I celebrate myself, and sing myself,
And what I assume you shall assume,
For every atom belonging to me as good belongs to you.
(Walter Whitman, Song of myself)
The exhibition Song of myself draws the title from Walter Whitman’s poem and its intention is to
enhance the concept of repetition in the artistic creative act. A regularity that implies a principle, or a
rule, by allowing the viewer to identify the distinctive style of an artist, among a plethora of artistic
productions.
What Jean-Étienne Dominique Esquirol defined as monomania is, artistically speaking, nothing more
than an inordinate zeal and obsessive interest in a subject, a color, an idea. Paul Cézanne, for
example, devoted a lifetime to the intimate depiction of the landscape overlooked by the Montagne
Saint-Victoire, steadily and stubbornly seeking perfection, permanence, and personal satisfaction. A
few decades later, Piet Mondrian unconditionally refused to accept and represent the nature in its
mutable and unstable being by resisting the rationalist motif featured by lines and colors that would
have become eternal and distinctive. Monomania, hence, as a means of self-promotion and
formation of identity. The adoption of a system of precise signs and a recognizable language reveals
the desire of validity and the search of authority in the artistic production.
The topic of the search for identity through the obsessive and at times suffering repetition of the act
introduces the concept of ritual as a form of inner knowledge, whose function- here is intended as a
social and anthropological level- is that to confirm the value and the content of the artistic process.
Motivated by the passion/obsession with an action or a concept, the artists presented explore
through painting and sculpture, the notion of repetition over the time and its relevance into the
construction of the artistic visual identity.
Heir of Action Painting, Jason Martin (1970, Jersey, UK) concretizes the idée fixe in the realization
of monochrome paintings on aluminum, where the physical act of painting itself becomes the
subject of the work. David Adamo (1979, Rochester, USA) contrasts the theatrical dimension of the
sculptural process, stylistic cipher of his interventions. The procedural dimension and form in the
making are the fixed and distinctive codes of Gianni Caravaggio’s (1968, Rocca S.Giovanni, Italy)
work, who investigates the evocative potential of the image – whether sculptural or a drawn –
defined as a “seed”, a generative element. Monomania as an inordinate zeal is what characterizes
the work of Gianni Piacentino (1945, Coazze, Italy), halfway between Arte Povera and Minimalism.
True to the idea of dynamism and speed of the Futurists, his projects – planes, motorcycles, and
cars – demonstrate a maniacal attention to details and an elevated artisan technique. More focused
on an aesthetics of background, Dan Shaw-Town (1983, Huddersfield, UK) extends his own
interest, showing through his new works the manual process of the creation of a work on one side,
and its exhaustive value as a final resting point on the other. Sophie Bueno-Boutellier (1974,
Toulouse, France) re-elaborates the theories of the Spatialism in a modern key. The artist uses the
canvas to create tridimensional constructions in which the ritual of the gesture contributes to the
definition of the formalization of the artwork as well as the acquisition of a characteristic
element typical of what lasts in time.
Opening Thursday, March 28th 2013 at 6pm
1/9 unosunove arte contemporanea
Via degli Specchi, 20 00186 Roma
opening hours:
Tuesday – Friday from 11am to 7pm
Saturday from 3pm to 7pm (or by appointment)