Roberta Ubaldi
Dorian Rex
Stefania Orru'
Ilaria Margutti
Cristina Volpi
Roberta Serenari
Tina Sgro'
Claudia Giraudo
Annalu'
Marica Fasoli
Emila Sirakova
Cristina Iotti
Claudia Leporatti
Paola Staccioli
Martha Pachon
Alberto D'Atanasio
Il femminile a San Gimignano. "La mostra non e' solo un'esposizione di opere d'arte eseguite esclusivamente da donne, ma un percorso dove si riscopre un femminile che ha cambiato la storia nonostante tutto...".
A cura di Alberto D'Atanasio
LE MUSE.
Nell’antica Grecia le Muse, nove divinità figlie di Zeus (Dio della Sapienza) e di
Mnemosine (Dea della Memoria), si manifestavano agli uomini sotto la protezione e
l’ispirazione di Apollo, Dio della Bellezza.
Le Muse rappresentavano la perfezione
di tutte le Arti ed il dominio della Conoscenza. Fin dall’antichità il sublime non
poteva manifestarsi se non con sapienza filtrata dalla memoria e riconciliata nella
bellezza; grazie a ciò, le Muse erano le sole divinità capaci di raggiungere le
massime espresioni della divina perfezione e dell’assoluta verità.
Le Muse erano
entità femminili e, non a caso, ancora oggi l’arte al femminile sembra non
rinunciare all’esercizio della memoria, dell’annotazione, della scansione temporale
del vissuto, nel mistero degli accadimenti e nel segno dei sentimenti. In molte
delle opere presenti nella mostra, la memoria diventa quella materia, altra ed
invisibile, capace di far riaffiorare pensieri, immagini, emozioni, identità mai
perdute, solo semplicemente in attesa di essere richiamate da dimore lontane.
Per le
Artiste invitate, senza eccezione, la verità della loro arte, si manifesta
nell’evolversi dello sguardo interiore, intento a decodificare e rifondare il
proprio assetto esistenziale: lo sguardo dentro o, comunque, mai inutilmente
altrove. E’ lo sguardo di colei che non si spaventa di fronte al mistero come in
silente accettazione e consapevolezza di farne parte. Quando questo mistero si
svela, ogni cosa si ricompone nel divino della bellezza, nell’incanto lieve che ogni
verità porta con sé. Spesso la metamorfosi si compie: la dea si manifesta e la
donna, essa stessa, diventa Musa in grado di far intravedere scenari d’inedita
bellezza. Roberta Ubaldi, Dorian Rex e Stefania Orrù sono accumunate dallo stesso
sforzo di rappresentare l’intima essenza della donna: loro guida la Memoria, quella
forma di pre-conoscenza che aiuta, la prima, a riconoscere la forma nell’attimo
stesso che la figura emerge e, nell’alchemico uso di acidi e solventi, la
metamorfosi fisica ed ancestrale si compie.
Per Dorian Rex invece la memoria custodisce profondità dell’essere pervase dal mistero del perenne divenire:
dimensioni dell’anima da decodficare e da ricomporre con potenza digitale e lirismo
interpretativo. In Stefania Orrù la memoria è invece l’amica narrante, disponibile
al suo richiamo di belllezza e mistero: lei traduce per noi e dipinge velando
l’incanto. Quando la memoria si scontra con il disagio esistenziale, quando nel
viaggio intrapreso, l’orizzonte resta immobile, l’artista si ferma e reclama tempo
per dare, alla memoria di sé, il senso di una rinnovata consapevolezza.
Ilaria Margutti persegue la bellezza di un corpo riconciliato dalle ossa alla pelle, dal
midollo al cuore. Nel tempo lento del ricamo, Ilaria, opera per la ricomposizione
della propria pelle come femminile metafora di un’identità curata e rinnovata. Anche
Cristina Volpi ricorre alla natura femminile del ricamo ma sceglie le tessiture
oniriche della propria psiche inquieta: nelle sue opere, ordine e caos convivono in
trame di possibili convivenze. L’esplorazione dello sguardo interiore delle nostre
Artiste, nel caso di Roberta Serenari, raggiunge il tempo dell’infanzia ed il
mistero dell’innocenza: nostalgia di un Eden perduto, memoria, disagio.
Per Tina Sgrò la memoria del proprio vissuto si alimenta di quello altrui: narrazioni, scene
di ambienti vissuti da altri, dove oggetti, mobili ed arredi sembrano rassicuranti
condivisioni d’identità emozionanti e vicine. Le Muse cantano il mistero ed
incorraggiano l’uomo all’immaginazione, a sconfiggere la paura con il sorriso e la
poesia: Claudia Giraudo propone scene circensi dove le gabbie della memoria si
aprono al surreale e l’immagine fantastica diventa sogno favolistico e liberatorio.
La Memoria, in Annalù diventa consapevole riflessione sulla materia e spiritualità
delle cose, meditazione attenta sulla natura che genera la vita ed incantato stupore
di fronte alla vita quando accoglie l’invisibile e la forma ne diventa
testimonianza. Marica Fasoli si spinge oltre: le sue opere manifestano l’ambiguo
rapporto fra reale e virtuale; nel suo caso la memoria del vero diventa condizionata
percezione visiva di un falso.
Nella memoria di altre artiste si cela la
consapevolezza di un’identità femminile la cui specifica natura si muove anche dalla
rappresentazione dell’incanto che il corpo femmineo naturalmente custodisce. Emila
Sirakova, Cristina Iotti, Claudia Leporatti sono muse votate alla bellezza, al
paziente declinare di sentimenti e gesti segreti e preziosi: operano con la forza
ed il mistero della seduzione visiva.
Le sculture di Paola Staccioli ricordano
l’incanto del bimbo nell’integrità di un mondo ancora puro e genuino. Lontano dai
misteri, dalle nebbie grigie e tristi del reale. In Martha Pachon, ogni sua opera in
ceramica vive del ritmo leggero dei colori pastello, sono la memoria della musica,
dell’acqua, del volo.
Stefano Gagliardi
"...Nella donna si riflette il carisma dei poeti e dei profeti, esse sanno
carezzare sia il guerriero sia il compagno, così il padre come il figlio e ognuno
riceve una voce che non ha suono ma si riconosce ugualmente come uno di quei canti
che ricordiamo sempre in ogni tempo..."
"...In the women, is reflected the charism of poets and prophets, they know how to
caress both the warrior and her partner, as well as father as well as son, everyone
receives a voice that didn’t sound but it is acknowledged as one of those songs that
we always remember in every time ..."
"Il femminile è stato posto da sempre come varco e porta di salvezza per l’uomo che,
per natura, attribuzione e vocazione, è dedito alle cose della terra e della guerra.
La donna per sua conformazione tangibile, è sede di immanente e trascendente. Tutto
in lei è narrazione di eventi che superano la mera carnalità perché nella sua
essenza abita la scintilla stessa dello Spirito della Creazione e quindi della
creatività. Non a caso, le MUSE che ispirano gli artisti sono tutte entità
femminili. La donna per predisposizione celebrale e per ereditarietà antropologica
ha la capacità di percepire il sentimento prima che venga espresso verbalmente e ha
l’arguzia del cuore, la ragione dei sentimenti, che precede la fredda razionalità
del reale. Nella donna si riflette il carisma dei poeti e dei profeti: esse sanno
carezzare sia il guerriero che il compagno, così il padre come il figlio ed ognuno
riceve una voce che non ha suono ma si riconosce ugualmente come uno di quei canti
che ricordiamo sempre in ogni tempo. La mostra MUSE non è solo un'esposizione di
opere d’arte eseguite esclusivamente da donne, ma un percorso dove si riscopre un
femminile che ha cambiato la storia nonostante tutto, nonostante tutti, nonostante
noi. La mostra MUSE non è solo un'esposizione di
opere d’arte eseguite esclusivamente da donne, ma un percorso dove si riscopre un
femminile che ha cambiato la storia nonostante tutto, nonostante tutti, nonostante
noi.
Alberto D’Atanasio"
Inaugurazione: 30 Marzo, Ore 17.00
Galleria Gagliardi
Via San Giovanni 57, San Gimignano (SI)
Orari: Tutti i giorni, 10 - 19
ingresso libero