Daddy. Un video, ambientato negli anni '30, getta lo sguardo sul rapporto tra padre e figlia sotto due diversi aspetti: relazione idilliaca e componente punitiva. Le fotografie, divise in 3 serie (Ombre, Suggestioni, Backstage), rivelano un approccio piu' conflittuale.
a cura di Lori Adragna
Venerdì 29 marzo alle ore 19, ospitata nello Studio di Claudio Abate a San Lorenzo a Roma in via dei Sabelli 16, si inaugura Daddy. Sogno di una bambina e di suo padre. La doppia personale, a cura di Lori Adragna è appositamente pensata per questo spazio. Accosta il video-danza di Claudia Quintieri, che dà il nome alla mostra, alle foto di scena di Manuela Giusto, scattate durante le riprese. Daddy è stato girato interamente nello Studio Abate, gentilmente concesso dal fotografo internazionale in accordo con la sua vocazione di promuovere gli artisti emergenti. Il video, ambientato negli anni’30, vuole esprimere lo sguardo di Quintieri sul rapporto fra padre e figlia sotto due aspetti differenti e complementari: la relazione idilliaca versus la componente punitiva. Mentre a dominare, nelle scene, è una realtà onirica e delicata, nei cartelli, scritti dall’artista, che separano i capitoli, si legge il carattere severo che, sotto una luce diversa, permea il tema trattato. La musica utilizzata è anni ’30, Stardust di Glenn Miller, mentre la scenografia è costituita dalla proiezione cinematografica di un grammofono del periodo che suona un disco 75 giri dell’epoca.
Le fotografie di Manuela Giusto sono state suddivise in tre serie che rivelano un approccio più sotterraneo e conflittuale del rapporto padre-figlia: le Ombre, che si riferiscono al rimosso; le Suggestioni, che descrivono momenti drammatici con valenze punitive e, allo stesso tempo, di intensità vitale e positiva; il Backstage, insieme di foto che conducono al desiderio di una complicità sofferta. Come scrive nel testo critico la curatrice Lori Adragna: «Il progetto Daddy, nel suo insieme, si legge come un percorso che indaga la relazione padre e figlia. Vissuta come idilliaca nell’infanzia, diventa conflittuale quando lo sviluppo emotivo dell’adolescente, prima, e della donna poi, costringe a vederne l’ombra rimossa. Per ogni figlia, acquisire autonomia psichica, raggiungere un’identità precisa, significa dover elaborare il trauma di separazione dalla figura paterna. Il quadretto in apparenza oleografico, ben riproduce l’atmosfera onirica, l’ovattato senso fiabesco e di nostalgico "Paradiso perduto", insito nell’archetipo junghiano dell’Innocente: fase iniziale d’ogni processo di individuazione.»
Claudia Quintieri nasce a Roma nel 1975, si Laurea in Lettere con indirizzo Storia dell’arte contemporanea. Ha lavorato presso l’Associazione Culturale Futuro fondata da Ludovico Pratesi. Giornalista pubblicista, collabora con diverse riviste di arte contemporanea fra cui Inside Art e Art a part of culture. In qualità di videoartista ha esposto: nel 2013 nella doppia personale Scripta volant con Fiorenzo Zaffina da Bibliothé a Roma; nel 2012 Quadratonomade a Palazzo delle Esposizioni di Roma e al wine bar Camponeschi a Roma; nel 2011 nella collettiva Kick – Off al Brancaleone di Roma, nella mostra Document alla Galleria ArtMbassy di Berlino e Contact-S a Torre Annunziata (NA); nel 2010 nella mostra Art@Network al Museo Laboratorio dell’Università La Sapienza di Roma e nella doppia personale Metropolis con Nicoletta Piu al Circus Café di Roma; nel 2006 ha partecipato a Give me two times al Museo Laboratorio dell’università La Sapienza di Roma. Nel 2004 ha partecipato a Invideo a Milano. Il suo video Identity è stato presentato nella trasmissione tv Entr’Act Intermediale (2012).
Manuela Giusto nasce nel 1976 a Roma, frequenta la Scuola di Restauro del San Giacomo e l'Accademia di Belle Arti dove si diploma in pittura. Dal 2005 collabora come fotografa con le riviste di arte contemporanea Inside Art e Sofà. Nel 2006 frequenta il Master in fotografia per lo spettacolo allo Ied di Milano e inizia a lavorare come fotografa di scena per il teatro. Attualmente collabora con alcuni tra i più importanti attori e registi italiani di cui ama documentare il lavoro, catturando al tempo stesso il risultato finale e il primo atto creativo. Tra le esposizioni ricordiamo: nel 2012 Le Frecce dell’Arco alla Galleria Spazio 120 di Roma. Nel 2009 ha partecipato a No flash back la prima mostra personale di scatti sulla fotografia di scena (curata da Nicoletta Zanella), presso Navona 42 art comunication space a Roma. Nel 2007 ha esposto i suoi diari di viaggio tra Europa e Africa alla libreria Fanucci di Roma e nel 2004, una ricerca sulla fotografia irreale da Contrast a Londra.
Inaugurazione Venerdì 29 marzo alle ore 19
Studio Abate
via dei Sabelli, 16 - Roma