In mostra una parte dei lavori storici presentati nel nostro paese tra la fine degli anni '80 e l'inizio del decennio successivo, quando, non ancora famosissimo. Niente e' piu' estraneo a Delvoye del politically correct: lui preferisce agire irrispettosamente, sovvertire, rivoluzionare, cambiare. La mostra fa parte della rassegna Madre Terra, sul tema del rapporto tra arte e territorio, tra storia dei luoghi e creativita' contemporanea
Viaggio in Italia
A cura di: Assessorato alla cultura Comune di Carrara
Ha tatuato polli e maiali, sostituito la rete di una porta da calcio con
la vetrata di una cattedrale, truccato vecchie bombole per il gas da
preziose ceramiche di Delft. Wim Delvoye, classe 1965, da Wervik, un
borgo vicino Gand, in Belgio, è un ragazzo terribile, il degno erede
dello spirito caustico di Piero Manzoni. Non ha rispetto di niente e di
nessuno, la sua carta da lettere, invece che la romantica impronta di
rossetto da labbra, porta impressa quella di un sedere. ''Ma io non sono
un provocatore'', dice. ''Mi sento come un virus sano in un sistema
malato''.
A Carrara, dal 19 settembre al 26 ottobre, nella piccola retrospettiva
dal titolo Viaggio in Italia, Delvoye ripropone una parte dei lavori
storici presentati nel nostro paese tra la fine degli anni Ottanta e
l'inizio del decennio successivo, quando, non ancora famosissimo,
esponeva spesso e volentieri nel nostro paese. Galleristi italiani e
collezionisti mettono a disposizione del Comune di Carrara e
dell'assessore alla cultura Andrea Zanetti una serie di opere
particolarmente significative, dalla porta da football con vetrata da
cattedrale alle seghe circolari trasformate in piatto di Delft, dalle
bombole per il gas alle assi da stiro dipinte come scudi del medioevo,
dai tappeti a motivo fantascientifico alle pale araldiche. Fino a una
paradossale betoniera in legno di tek, bellissima e inutilizzabile, e a
un'ipotetica carta geografica dove, al posto dei veri continenti, ce n'è
uno a forma di teiera. Non mancano lavori poco conosciuti e poco visti,
tipo Chopin fischia, presentato di recente alla Galleria Civica di
Trento, in cui un bollitore è trasformato nella statua fischiettante del
grande compositore. Niente è più estraneo a Delvoye del politically
correct: lui preferisce agore irrispettosamente, sovvertire,
rivoluzionarie, cambiare. Con pochissimi altri artisti, da Jeff Koons a
Maurizio Cattelan, da Takashi Murakami a Tom Sachs, fa parte della top
five dei provocatori di professione.
La mostra fa parte della rassegna Madre Terra, organizzata per il 2003
dal Comune di Carrara sul tema del rapporto tra arte e territorio, tra
storia dei luoghi e creatività contemporanea. Prima di Delvoye hanno giÃ
esposto in personale Bernd Zimmer, Omar Galliani e Sandro Chia. La
rassegna sarà chiusa da una personale di Gian Marco Montesano, prevista
per metà novembre. Le cinque mostre saranno accompagnate da un catalogo
edito da Pacini editore e pubblicato in occasione dell'ultima personale.
Catalogo con testi di Maurizio Sciaccaluga, Pacini editore - Pisa
Palazzo Binelli - via Verdi - Carrara
Inaugurazione: venerdì 19 settembre - ore 18.00
Orario: 10.00 - 12.00 / 16.00 - 19.00 chiuso il lunedì
Per informazioni tel. 0585-641394