Gabriele Castaldo
Franco Cipriano
Oppy De Bernardo
Gerardo Di Fiore
Nino Longobardi
Pasquale Cassandro
Vito Pace
Vincenzo Rusciano
Salvatore Vitagliano
Ciro Vitale
Luigi Vollaro
Franco Cipriano
Enigmi della scultura. 11 artisti con differenti formazioni artistico-culturali e provenienze geografiche compongono un incrocio di gesti, pratiche e riflessioni sull'opera come "estrema memoria" della scultura.
Per “Percorsi contemporanei”, ciclo di mostre ideate e curate da Franco Cipriano per Spazio Zero11, si presenta un evento di singolare manifestazione nello scenario napoletano dei progetti espositivi. “Anamorfosi della verità, enigmi della scultura” è la mostra in cui undici artisti – Gabriele Castaldo, Franco Cipriano, Oppy De Bernardo, Gerardo Di Fiore, Nino Longobardi, Pasquale Cassandro, Vito Pace, Vincenzo Rusciano, Salvatore Vitagliano, Ciro Vitale, Luigi Vollaro – con differenti formazioni artistico-culturali e provenienze geografiche, compongono un incrocio di gesti, pratiche e riflessioni sull’opera come ‘estrema memoria’ della scultura.
Dal testo in catalogo: “in accadimenti controversi, tra forma e immagine, tra materia e segno, tra visione spaziale e oggetto psichico, l’esposizione delle opere ‘mette in gioco’ analogie e contrasti, tensioni e segrete intese. In traiettorie oblique di evocazioni memoriali, le opere proiettano l’una sull’altra - nell’altra - la propria ombra di verità, e il proprio enigma di senso. L’oggetto della scultura, evocato in materia immaginale, spazio figurale, forma trasmutante, come dispositivo di ‘conversione’ in esperienza di linguaggio ‘ri-vela’ pensieri ellittici, accadimenti del senso visibili su punti di vista eccedenti, mai il loro intendimento sarà ‘la chiarezza’ del concetto o l’esibita hybris della propria ‘definizione’. L’opera si presenta nell’ambiguità dell’evidenza ‘espressiva’, sospesa tra “il dirsi e il disdirsi”; in essa cova, paradossale radice ontologica, il vuoto originario, l’inconoscibile presupposto, la ‘terra’ assente sulla quale l’artista edifica la sua profetica verità. Interrogazione ‘senza senso’ della Verità, dunque, è il gesto meditante dell’arte. ‘Ricerca’ nascente nel destino di una domanda in-finitamente ‘tradita’, ché la verità è il silenzio stesso della Verità nel quale il linguaggio ‘autentico’ riflette il proprio essere ‘in opera’, e ne annunzia l’improbabile disvelamento (…).
Nel riflettere echi lacerati della storia artistica, bagliori di stili e di ideologie, risonanti di melanconica gloria, il ‘pensiero materiato’ della scultura, nel manifestarsi nella lateralità del senso, è ‘interrogato’ nella ‘dissoluzione progettuale’ del linguaggio, sulle estreme soglie di memoria e oblìo. Tra persistenza e negazione, costruzione e decomposizione, gesto concettuale e originarietà formale, ogni ‘possibile’ risuona di essenziale ‘impossibilità’. (…) Inclinandosi la verità dell’uno nella verità dell’altro, e ritrovando comuni ‘radici di silenzio’, nella topologia espositiva del ‘visibile pensiero’ delle opere risuonano in controcanto dialogo e solitudine, nel tragico sentimento del vedere vedendosi, costitutivo del mostrarsi ‘indeterminato’ delle forme nell’arte. L’accadimento espositivo ‘si confessa’ luogo di trasfigurazioni ‘sospette’ di storie e linguaggi, esistenze e memoria, di generazioni e di cultura.(…) Nel laboratorio delle ‘ombre allegoriche’, dove il senso è nell’altro da sé…le opere incarnano ‘riflessioni’ deposte nei frammenti delle ‘forme simboliche’ dell’arte: enigmi memoriali, tra ironia e dramma, che si ergono come erme sui confini di un ineffabile, anamorfico significare.”
La mostra è realizzata con la collaborazione di Raffaella Barbato e di Carlo Mosca
Inaugurazione 12 aprile
Spaziozero11- c/o Istituto Statale d'Arte Giorgio De Chirico
via Vittorio Veneto, 514 - Torre Annunziata (NA)
Dal 12 aprile al 7 maggio 2013, ore 9.00/15.00 - Su appuntamento, ore 15.00/18.00.