Perdita di qualita' - Perdita di dientita'. Il progetto inedito parte da un album di fotografie di persone che tra gli anni Venti e Cinquanta (presumibilmente) furono coinvolte in operazioni di sorveglianza da parte della polizia per motivi politici conservato nell'Archivio di Stato cittadino.
Gianfranco Baruchello realizza a Livorno un progetto inedito, ideato per CARico MAssimo e concepito all'interno dello spazio degli ex Magazzini Generali. Il lavoro parte da una sollecitazione: una serie di documenti dell'Archivio di Stato della città che Baruchello ha potuto rivedere dopo circa cento anni di conservazione. I documenti sono riemersi gravemente danneggiati per danni subiti nel corso del tempo.
Si tratta di un album di fotografie di persone che tra gli anni Venti e Cinquanta (presumibilmente) furono coinvolte in operazioni di sorveglianza da parte della polizia per motivi politici.
Baruchello ha deciso dunque di intervenire su questi materiali d’archivio che il tempo ha sottoposto a un irreversibile processo di perdita di qualità. Le fotografie, oramai quasi illeggibili, sono state ingrandite e fatte diventare testimonianze attuali delle azioni della memoria e soprattutto dell’oblio. Alla perdita di qualità risponde, in questa mostra, una restituzione di presenza e memoria. Chi sono o sono stati questi personaggi? Se sorvegliati per motivi politici, quali erano state le accuse? Aderenza a un partito, a una idea o a un ideale?
Il progetto si inserisce all'interno della ricerca sulla “perdita di qualità” che dai primi anni Settanta Baruchello ha introdotto per sottoporre fotografie, ritratti e autoritratti, materiali a stampa del mondo della comunicazione di massa a riproduzioni con fotocopiatrice, in numerosi passaggi, fino alla perdita dell’immagine di partenza.
A questa componente visiva della mostra ne è affiancata una sonora. Baruchello è tornato a un testo di Antonio Gramsci (scritto per il Congresso del Partito Socialista che si tenne a Livorno dal 15 gennaio del 1921, intitolato “Il Congresso di Livorno” e pubblicato su Ordine Nuovo, il 13 gennaio dello stesso anno), ed è intervenuto su di esso. Baruchello ha modificato la struttura del testo originale eliminando i nessi grammaticali ovvero articoli, ausiliari e preposizioni. Il testo così trasformato è stato poi letto dall’artista quasi sottovoce e registrato. La voce riempie dunque lo spazio espositivo di una dimensione immateriale simile alla memoria che riemerge attraverso le fotografie.
La mostra, che si concluderà nel mese di giugno, avrà poi una ulteriore tappa a Roma, presso la Fondazione Volume! nel mese di settembre 2013 dove sarà ripensata e presentata con un nuovo allestimento.
Accompagna le due mostre un catalogo edito dalla Fondazione Volume! con testi di: Achille Bonito Oliva, Gianfranco Baruchello, Carla Subrizi, Silvano Manganaro, Paolo Emilio Antognoli, Massimo Sanacore.
Gianfranco Baruchello (Livorno, 1924) vive e lavora a Roma e a Parigi. Pittore, film e video maker, scrittore, la sua ricerca comprende l’activity, l’assemblage, happening e eventi effimeri. Ha partecipato alle mostre Collages et objets, Parigi, e New Realists, New York (1962), a dOCUMENTA 6 (1977) e 13 (2012), a diverse edizioni della Biennale di Venezia, a mostre personali e collettive a Roma, Milano, New York, Parigi, Francoforte, Monaco, Chicago, Bruxelles e Berlino.
Baruchello ha descritto il suo lavoro come la creazione di spazi all’interno dei quali le contraddizioni possono non soltanto coesistere ma fondersi in una serie di piccoli sistemi da proporre come alternative ai grandi sistemi delle religioni, della politica, delle ideologie.
inaugurazione 13 aprile ore 18-21
CARico MAssimo
Via della Cinta Esterna, 48/50 - Livorno
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