Fiori e altre piccole cose. L'artista presenta una nutrita serie di acquerelli dove il tema dei fiori si libera dall'ingessatura del genere, per ritrovare l'originaria freschezza di approccio a una particella viva di natura, a una forma in continua trasformazione.
a cura di Marilena Pasquali e Elena Francalanci
Dopo le due personali tenute a Firenze – nel 2011 all’Accademia delle Arti del Disegno e nel 2012 a Palazzo Davanzati – Tano Pisano ritorna in Toscana con una nuova mostra di taglio antologico, promossa stavolta dal Comune di Fiesole. Sabato 20 aprile alle ore 17.30, sarà infatti inaugurata nella Sala del Basolato di piazza Mino, a Fiesole, la mostra Fiori e altre piccole cose, in cui l’artista presenta una nutrita serie di acquerelli ove il tema dei fiori si libera dall’ingessatura del “genere”, per ritrovare l’originaria freschezza di approccio a una particella viva di natura, a una forma in continua trasformazione.
Non “nature morte”, dunque, quelle di Tano Pisano, ma emozione e pensiero tradotti in immagine, un’immagine al limite della dissoluzione e pur colma di colore: colore come acqua, come aria, come luce. E, accanto a questa meditazione sull’effimero come riflesso comunque abbacinante della bellezza naturale, stanno le “altre piccole cose” dell’artista: ciotole, boccali, pesci, vasi, melagrane, ciliegie, insetti... tutti figli della stessa, innamorata attenzione che egli riserva anche ai più piccoli, solo a prima vista insignificanti, frammenti del reale.
Rispetto alla mostra dell’autunno scorso a Palazzo Davanzati, questa di Fiesole si distingue per due aspetti del tutto originali: innanzitutto per lo spazio riservato al lavoro più recente di Tano Pisano sui fiori, una ricerca che sviluppa un’intuizione di tredici anni fa che privilegia forme di sintesi estrema e di intensità poetica pari a quelle di un haiku giapponese, quasi in una esplicita dichiarazione d’amore per l’arte e la poesia dell’Estremo Oriente. Ma la mostra si differenzia dalla precedente anche per un altro aspetto, l’aver posto accanto a questi fiori fatti di colori saturi di luce e ombra una selezione antologica del lavoro di Tano Pisano, quelle “altre piccole cose”, appunto, che rivelano come la matrice di poesia dell’artista sia sempre la stessa, oggi modulata sulle note alte di steli, corolle e petali come ieri si rivelava nella convessità appena accennata di una tazza o nell’iridescenza trasparente di un pesce.
L’esposizione, che resterà aperta fino al 2 giugno, è accompagnata da un catalogo con scritti delle curatrici, riproduzioni delle opere in mostra e una bibliografia selezionata sul lavoro ormai più che trentennale dell’artista.
Nato a Lentini nel 1947, Tano Pisano consegue il diploma presso l’Istituto d’Arte di Catania nel 1964 e poi si trasferisce a Roma, dove studia all’Accademia di Belle Arti sotto la guida di Luigi Montanarini, Franco Gentilini e Mino Maccari. Nel 1965 Lara Vinca Masini lo vuole in una sua collettiva presso la Galleria Numero e l’anno successivo espone alla Galleria de Paris in via Margutta a Roma. Sono numerosi i suoi esperimenti nell’utilizzo della pittura come terapia e forma d’espressione presso le case di cura psichiatriche di Gorizia, Schlevig-Holstein (Germania Occidentale) e Upsala (Svezia). Nella metà degli anni settanta si trasferisce in Danimarca e inizia a lavorare come designer per la ILLUM a Copenaghen ed esegue i murali nel monumento nazionale danese la Den Gule Cottage a Klampenborg costruita dall’architetto Bindesboll.
E’ del 1978 la sua partecipazione alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna a Parigi con il Billdestoffteather. Nonostante abbia continuato a lavorare e sperimentare tecniche differenti fino alla metà degli anni novanta, Tano Pisano decide di non sottostare alle leggi del mercato e sceglie di realizzare opere d’arte solo per committenti selezionati, guadagnandosi da vivere con un mestiere altrettanto creativo quale quello della culinaria. Apre un piccolo ma raffinatissimo ristorante a Copenaghen, frequentato per la particolarità dei suoi piatti dalla stessa regina. Inquieto e curioso comunque non si ferma e si trasferisce in Francia, viaggia in Germania e arriva per caso sulle coste della Spagna settentrionale per trascorrere una breve vacanza ma, al momento di ripartire, cambia idea e sceglie la Catalogna come patria. Llafran, Palafrugell, Girona, Barcellona, diventano i luoghi delle sue ispirazioni ed esposizioni. Numerose personali si alternano tra la Spagna, Francia, Danimarca, Germania e Italia. Nel 2004 esegue il murale in ceramica al Grosse Eschenheimer Strasse di Francoforte e nello stesso anno inizia il lungo progetto, conclusosi nel 2006, della Cappella votiva nella Chiesa di Sant Martì a Parafrugell dove pitture, ceramiche, vetri, ferro battuto, sculture si fondono realizzando un ambiente di grande suggestione.
Nel 2007 è in Italia, prima al Museo Michetti di Francavilla al Mare (Chieti), nella collettiva “Oltre l’oggetto: Morandi e la natura morta oggi in Italia” e in seguito a Lucca, presso la Fondazione Ragghianti, con “L’alibi dell’oggetto: Morandi e gli sviluppi della natura morta in Italia”. Nel 2011, come dicevamo, torna in Italia con la mostra “Peix”, che propone prima all’Accademia del Disegno di Firenze e poi alla Villa Paolina di Viareggio. Mentre nel 2012 ha esposto a Matarò, vicino Barcellona, e Begur, nei pressi di Girona e di nuovo a Firenze, nel bellissimo Palazzo Davanzati, aperto per la prima volta ad un artista contemporaneo.
Inaugurazione 20 aprile ore 17.30
Sala del Basolato
Piazza Mino Fiesole
Orario – 10-19
Ingresso libero
Ufficio stampa mostra:
Davis & Franceschini – Lea Codognato/Caterina Briganti
tel +39 055 2347273 – fax +39 055 2347361
e-mail: davis.franceschini@dada.it - www.davisefranceschini.it