Dipinti aborigeni contemporanei. Un'accurata selezione di circa 20 dipinti di qualita' provenienti dal deserto australiano, eseguiti da 14 artisti indigeni.
Una mostra di dipinti aborigeni contemporanei è sempre un evento. Questo straordinario movimento artistico, fra i più interessanti degli ultimi decenni, non finisce di stupire per la sua inesauribile vitalità. Le crescenti acquisizioni dei musei e le grandi mostre tenute nelle maggiori capitali dell’arte (come la recente Aux sources de la peinture aborigène, chiusa a Parigi nel gennaio scorso) ne confermano la costante ascesa.
In Italia e a Milano la Galleria Isarte è un punto di riferimento del settore. A partire dal 2006, ha organizzato con successo diverse esposizioni dedicate a questo importante e ancora non abbastanza conosciuto settore dell’arte contemporanea. La filosofia di Isarte è di puntare sulla qualità per contrastare la tendenza, purtroppo diffusa anche in Italia, a presentare questa forma d’arte attraverso la sua produzione “turistica” o minore.
La mostra I COLORI DEL DESERTO presenta un’accurata selezione di circa venti dipinti di qualità provenienti dal deserto australiano, eseguiti da quattordici artisti indigeni (di cui nove donne e cinque uomini) appartenenti a diverse comunità. La rassegna, infatti, offre una panoramica mirata degli ultimi dieci anni di produzione di alcuni fra i più interessanti centri artistici, come Yuendumu, Mt Allen (Yuelamu Artists), Wangkatjungka, Utopia e Spinifex. Fra gli artisti presenti nella mostra segnaliamo Jimmy Baker, George Ward Tjungurrayi, Dorothy Napangardi, Ningura Napurrula, Maureen Nampitjinpa, Nyuju Stumpy Brown, Thomas Tjapaltjarri.
Il pubblico potrà apprezzare la spiccata personalità degli artisti, l’eccezionale varietà delle forme elaborate nelle diverse scuole artistiche e la ricchezza dei contenuti mitici e spirituali dei Dreamings raffigurati nei dipinti.
Dopo anni di crescita nella valutazione della critica e del mercato, culminata con la consacrazione nel Museo Quai Branly di Parigi che le ha dedicato un'importante sezione, la pittura aborigena è considerata ormai uno dei maggiori movimenti artistici sulla scena mondiale.
La galleria di Isarte in Corso Garibaldi – 2 (interno), situata nello storico atelier del pittore chiarista Francesco De Rocchi, è stata la prima in Italia a offrire un’ampia sezione permanente dedicata alla pittura aborigena di qualità museale, fondendola in modo originale con l’attività antiquariale avviata nel 1997.
L’obiettivo è quello di riuscire a portare e diffondere in Italia, come già è successo nel resto d’Europa e prima ancora negli Stati Uniti, i risultati migliori di questa straordinaria espressione artistica che, da noi, in larga parte è conosciuta attraverso una produzione di livello turistico-commerciale.
Con anni di esperienza maturata attraverso numerosi viaggi in Australia e una profonda e rispettosa conoscenza della vita e della cultura delle comunità aborigene, nel 2006 Isarte idea e promuove Dirrmu: dipinti aborigeni per una collezione (Milano, catalogo Skira) una fra le più importanti mostre di pittura aborigena organizzate da una galleria privata italiana.
Nel maggio 2008 organizza Arte Agli Antipodi, mostra costituita da una ventina di dipinti molti dei quali mai esposti in Italia, tra cui spiccano opere di alcuni tra gli artisti più noti della pittura aborigena contemporanea.
In entrambi i casi si è trattato di una selezione della migliore pittura aborigena, quella che nella consuetudine del mercato internazionale viene definita Fine Aboriginal Painting, per distinguerla dalla produzione artigianale seriale e da quella, non sempre selezionata e talvolta soggetta a un forte scadimento ripetitivo, proveniente anche dalle comunità aborigene più note.
Può sembrare strano che Isabella Tribolati nella sua galleria milanese riesca a far coesistere, egregiamente, due campi così lontani come l’arte antica occidentale e la produzione aborigena contemporanea.
In realtà a garantire la qualità della scelta è soprattutto la sensibilità del conoscitore, anzi, la consuetudine con i panneggi dell’arte antica può affinare l’occhio per cogliere i ritmi ancestrali delle forme aborigene.
E’ proprio questa conoscenza e l’esperienza maturata nell’arte occidentale che l’hanno spinta a concentrarsi sulla produzione più elevata, in cui la lettura accurata dell’opera ha un peso determinante.
inaugurazione 9 maggio dalle 18
Isarte
corso Garibaldi, 2 - Milano
Apertura da martedì a sabato - ore 10/13 e 15/19