Metamorfosi di un artista. La mostra allestita vuole essere un riconoscimento all'opera di Lepscky, un artista che nei suoi dipinti ha saputo cogliere luci e riflessi, colori e inquadrature.
a cura di Fausto Deganutti
L'Assessorato alla Cultura dedica a Gian Maria Lepscky (1897-1965), artista veneziano che ha vissuto molti anni a Padova e che diede lustro con il suo insegnamento all'Istituto d'Arte Pietro Selvatico negli anni '50, una mostra personale che sarà inaugurata il 10 maggio 2013, ore 18.30, presso la Galleria Cavour. Lepscky è stato protagonista di una stagione artistica straordinaria che lo ha visto artefice in prima persona di una ricerca stilistica unica, ricerca che lo ha portato a indagare aspetti intimistici della figura umana, e la relazione antropica creata dall’opera dell’uomo e dallo scorrere del tempo. Fin da giovane, ancora studente all'Accademia di Venezia, Lepscky ha colto luci e riflessi, colori e inquadrature che lo porteranno a intraprendere un percorso artistico assolutamente straordinario, intriso di fascino, come affascinante, del resto, è stata tutta la sua vita.
Curatore della mostra: Fausto Deganutti. Collaborazione di Manlio Gaddi, espositore e redattore del catalogo, e Piero Filippini, espositore e curatore dell’archivio storico di Gian Maria Lepscky.
Contributo critico: Virginia Baradel
La mostra allestita in Galleria Civica è un giusto riconoscimento all'opera di Gian Maria Lepscky, Docente e Pittore pienamente rappresentativo della grande tradizione veneziana della prima metà del '900. L'artista, infatti, allievo di Ettore Tito all’Accademia di Belle Arti di Venezia, insegnante di Anatomia e Ornato presso la stessa, tenne per anni anche la cattedra di docente presso l’Istituto Selvatico di Padova, lasciando un grande ricordo presso i suoi allievi.
Gian Maria Lepscky fu una figura poliedrica di pittore, pronto a misurarsi su vari terreni, dal paesaggio al ritratto, alla natura morta, fino all’arte sacra; la sua fu una vita trascorsa alla continua ricerca di immagini insolite, dimostrando di aver raccolto dagli impressionisti francesi, ma anche dai macchiaioli toscani, la parte più stimolante di questa ricerca, rappresentata dall'uscita dagli schemi accademici che, di certo, andavano stretti pure a lui.
Gianmaria Lepscky ebbe grande notorietà prima di cadere in un oblio ingiusto. Recentemente la sua opera è stata recuperata grazie a due grandi retrospettive (2011 Complesso Monumentale San Paolo di Monselice e 2012 Monastero di Santa Maria in Valle di Cividale del Friuli).
Nato a Venezia il 18 settembre 1897 (muore il 12 luglio 1965), Giovanni o Gian Maria (come il più delle volte egli stesso si firma) Lepscky è pressoché coetaneo di molti degli artisti della "Seconda generazione capesarina", i cosiddetti pittori di Palazzo Carminati, come Juti Ravenna, Armando Tonello, Marco Novati (di due anni più anziano) o come gli appena più giovani Eugenio Da Venezia, Mario Varagnolo, Fioravante Seibezzi.
Ulteriori e approfondite informazioni biografiche.
Sito dell'artista: lepscky.it
Un critico spagnolo in occasione di una sua mostra a Barcellona, così di lui scrive: «L’accademismo di Lepscky si riflette in una condizione fondamentale: disegna superbamente, con sobrietà di buon tono ed eleganza. Il cromatismo della sua tavolozza è tanto ricco quanto giusto. Nelle sue opere la luminosità va insieme con la tecnica del buon impressionismo, i suoi ritratti sono meraviglie di composizione, di esecuzione e di colore».
Inagurazione: venerdì 10 maggio 2013, ore 18.30
Galleria Cavour
piazza Cavour Padova
Orario: 10.00-13.00 / 16.00-19.00, lunedì chiuso
Ingresso: intero € 5; ridotto € 3